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The Outsider 1×03 – Dark UncleTEMPO DI LETTURA 4 min

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Il connubio tra uno show di realismo della HBO e un romanzo di Stephen King, più legato ovviamente a una narrativa horror, quasi paranormale per certi versi, è sembrata subito interessante ad un primo sguardo e i due episodi d’esordio, caratterizzati per lo più dalla presentazione della città di Cherokee e soprattutto dei personaggi fondamentali del racconto, il detective Ralph Anderson e Terry Mitland, il coach/professore liceale accusato del brutale omicidio di Frank Peterson.
La terza puntata ha mantenuto in un certo senso un tono molto rilassato, narrativamente parlando, ed è sembrata anzi marcare a fuoco il paradosso da cui è partita la premessa: come può uno show realista rappresentare un racconto dell’orrore e dei fatti per lo più legati ad una sfera che non appartiene a quel genere? Esempi sparsi arrivano all’occhio del pubblico per l’intera ora di visione: l’impossibilità di spiegare ad una bambina qualcosa che non è reale anche quando c’è la sensazione netta che lo sia; e soprattutto la possibilità di credere all’ipotesi più assurda e impossibile, che rischia concretamente di cambiare tutte le carte in tavola.
Nonostante la sensazione che questa settimana lo show abbia compiuto un passo indietro rispetto ai primi due, con poca carne al fuoco e tanta aria soffiata dentro un pallone, si può immediatamente toccare con mano un lato genuinamente umano di questa serie che appare, in questa occasione, sovrastare quello macabro e legato all’autore e al romanzo. Il personaggio che più caratterizza le pretese degli sceneggiatori in questo senso è proprio la new entry Holly Gibney, resa subito parte integrante dei fatti attraverso una succosa presentazione e restituita allo spettatore in tutta la sua genialità nella conversazione al bar con Ralph e Alec, probabilmente la scena migliore tra le tante eccellenti riprese.
In questo caso Holly si rivela come l’ennesimo tassello delle difficoltà enormi del detective Anderson nello scandagliare un mondo che non gli appartiene veramente, una sorta di tramite che lo aiuta ad accettare l’idea che qualcosa di assurdo sia effettivamente accaduto. La domanda che i due continuano a porsi su Terry Mitland, e la paura che possa rivelarsi un’ipotesi più che fondata, li riduce a due stati d’animo diametralmente opposti in quanto la donna finisce per isolarsi ancor di più in sé stessa mentre Ralph, come possiamo vedere all’interno di un flashback di notevole fattura, sente quasi la necessità di rituffarsi immediatamente nel lavoro e successivamente di finire all’interno di un bar per quella che sarà una scena chiave.
La struttura dell’episodio, tolte le parti appena descritte, può risultare un po’ fuori dagli schemi, tuttavia è bene osservare come due mondi così diversi fusi creino un contesto particolare in cui anche le piccolezze riescono a coinvolgere lo spettatore al massimo. Si è già detto infatti che la puntata di suo non ha rappresentato un salto in avanti deciso (tolta la svolta in stile acqua nel deserto della discussione al tavolo), bensì uno stallo a livello filler che va apprezzato più per la tecnica che per altro. A questo proposito possiamo citare quanto siano perfette anche le sequenze di Jeannie e Ralph nella quotidianità della loro giornata o le scene del detective in terapia, che lui paragona ad un’interrogazione. Come a voler dire che la vita, anche dopo un evento così sconvolgente continua e rimane per lo più quello che tutti i giorni avevano affrontato senza scossoni così significativi come uomini con visi intercambiabili.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • L’arrivo di Holly
  • Il dialogo al tavolo
  • Le reazioni di Holly e Ralph alla sconvolgente scoperta
  • L’attenzione ai dettagli nelle sequenze più basilari e di vita quotidiana dei protagonisti
  • Il concetto di continuità della vita, difficile da far passare in un racconto legato a ben altre tematiche
  • L’unione di due narrative quasi agli antipodi nel tentativo di creare un grande prodotto
  • L’episodio presenta una natura più legata al riempimento e, tolto il plot twist sul doppelganger, lascia poco spazio alla narrazione

 

Al momento The Outsider si sta affermando come un eccezionale show carico soprattutto dal punto di vista tecnico e sta anche cercando di unire due strade che difficilmente sono state conciliate in prodotti di alto livello o comunque affrontate con grande successo. Un episodio come Dark Uncle, significativo solo per un clamoroso plot twist, posizionato in mezzo a tanti eventi soliti e quotidiani, può essere una buona dose di benzina per alimentare un motore già ben avviato.

 

Roanoke 1×02 0.6 milioni – 0.2 rating
Dark Uncle 1×03 0.85 milioni – 0.2 rating

 

 

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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