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Vikings 6×09 – ResurrectionTEMPO DI LETTURA 5 min

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“Who can resist such an army? Nobody! Not King Harald, not Bjorn Ironside. They are like children. They and their gods will be destroyed. This, my good friends, is the end of paganism. The end of the pagan gods.”

 

La guerra imminente tra la Scandinavia e la Rus’ si carica di valenze religiose, si fa scontro di civiltà prima ancora che di schieramenti politici: paganesimo contro cristianesimo, tradizione contro rinnovamento, ovest contro est, ma soprattutto vecchio contro nuovo. La storia darà ragione a Oleg, nel senso che la Croce rimpiazzerà dovunque il martello di Thor e il valknut e che la Scandinavia diverrà una terra cristiana, aperta più avanti alla riforma luterana; tuttavia, al momento è impossibile fare previsioni sull’esito del grande scontro che opporrà una Norvegia neonata e fragile a una potenza orientale apparentemente solida e più potente, ma anch’essa minata a livello microscopico da crepe che attendono solo di allargarsi.

 

A Oriente

Troppi i pezzi sulla scacchiera perché gli equilibri variaghi non implodano, prima o poi: Igor inizia a prendere consapevolezza della propria eredità, ma anche di essere prigioniero di Oleg; Ivar si sente ormai stretto nella gabbia in cui il suo solo apparente benefattore l’ha rinchiuso, promettendogli un trono che puntata dopo puntata sembra solo un pretesto per annettere anche la Scandinavia; e lo stesso signore di Kiev è preda di un delirio di onnipotenza che potrebbe ritorcerglisi contro, perché se c’è una cosa che ci ha insegnato Vikings in sette anni è che gli dei (che si tratti di Odino o del Dio cristiano) puniscono sempre la hybris dei mortali. E non bisogna dimenticare suo fratello Dir, che dopo essere sparito dalla circolazione ritorna, non in scena, ma per mezzo di un suo messaggero, ricordando a Ivar, ma anche agli spettatori, di essere ancora in giro, pronto a reclamare un proprio posto negli eventi.
Infine c’è Hvitserk, l’ultimo arrivato in terra russa. Quel Hvitserk che è stato per anni al fianco di Ivar, un po’ per paura, un po’ per affetto, un po’ per incapacità di scegliere una propria strada; e che poi si è ritrovato a odiare con tutto se stesso quel fratello, fino a trasfigurarlo in un fantasma demoniaco; e che adesso è convinto di essere diventato uno strumento degli dei, compiendo la profezia sulla morte di Lagertha. Quel Hvitserk che per intere stagioni è stato il meno caratterizzato e il più noioso dei figli di Ragnarr e che adesso, finalmente, sta acquisendo una propria fisionomia come anima tormentata e sballottata dagli eventi in cui cerca comunque di ritagliarsi un ruolo. Questo percorso è nato dall’odio per Ivar e c’è da supporre che terminerà nel medesimo modo, anche se l’esito è al momento inimmaginabile.
La riunione dei due fratelli è utile anche per una potenziale spia della pazzia crescente dello storpio: la somiglianza della principessa Katja con Freydis, infatti, non è notata minimamente da Hvitserk, che pure ha avuto modo di conoscere l’ex-regina di Kattegat e avrebbe dunque riconosciuto una sua sosia. Forse Ivar è talmente ossessionato da ciò che ha commesso in passato da essere perseguitato dai fantasmi, in maniera non molto diversa da Hvitserk, e l’unica differenza tra i due è che la pazzia del primo è più sottile e meno destabilizzante, almeno adesso, di quella del secondo.

 

A Occidente

La minaccia della Rus’ potrebbe rappresentare anche il primo, vero motivo di unificazione delle genti norrene. Dando prova di grande maturità politica, Björn mette da parte le ostilità con Harald, l’uomo che comunque l’ha tradito e ha tentato di ucciderlo, e cerca un’alleanza per la difesa della patria. Semmai è il nuovo re di Norvegia che si dimostra, sulle prime, fin troppo impulsivo e mosso da un sentimento come il risentimento, che non dovrebbe avere posto nell’esercizio del potere; è solo il provvidenziale consiglio di Olaf ad assicurare che l’alleanza non vada in pezzi e che Erik (personaggio intrigante, speriamo gli concedano sempre più spazio) non perda letteralmente la testa.
Purtroppo, non si può non rilevare come ancora una volta Vikings precipiti, proprio grazie al primogenito di Ragnarr, in dinamiche da soap opera. Il triangolo amoroso Björn-Gunnhild-Ingrid è un’inutile aggiunta che per ora ha regalato soltanto qualche frecciatina tra le due donne e un po’ di dramma nella rappresentazione del dolore della prima moglie, costretta a calpestare il proprio orgoglio e i propri sentimenti per evitare che l’equilibrio familiare cada in pezzi. Nemmeno la citazione del mito di Freyja riletto nello scricchiolante contesto coniugale del re di Kattegat riesce a rendere apprezzabili quelli che, a conti fatti, sembrano solo minuti sprecati.

 

Ancora più a Occidente

In terra islandese, Ubbe ritrova finalmente il ruolo di protagonista dopo interi episodi che l’hanno visto ridotto al rango di comparsa, al massimo di figura secondaria. Il mistero della scomparsa di Floki si tramuta in un vero e proprio giallo che il figlio di Ragnarr sembra intenzionato a risolvere, ma l’ingresso sulla scena di Ohtere, new entry interpretata da un veterano delle serie storiche come Ray Stevenson e con un background assai più complicato di quanto ci si possa aspettare, apre le porte a viaggi ancora più a Occidente, forse verso la Groenlandia, forse addirittura in quella che le saghe norrene chiamavano Vinland e che gli studiosi hanno ormai con certezza identificato con Terranova, in Canada (dove esiste pure un insediamento vichingo, L’Anse aux Meadows).
Una simile scelta narrativa avrebbe una forte valenza simbolica, perché rappresenterebbe il degno epilogo dell’epopea esplorativa inaugurata decenni prima da Ragnarr, quando persino l’Inghilterra sembrava un altro mondo irraggiungibile. Però mancano ancora undici episodi alla parola “fine” della saga dei Loðbrók, e fare previsioni in Vikings non è mai una cosa saggia, perché Michael Hirst il destino si diverte a rimescolare continuamente le carte nei modi più inaspettati.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il momento dello scontro decisivo si avvicina
  • Hvitserk e Ivar di nuovo insieme: uno messo peggio dell’altro
  • Fronte norvegese unito (per quanto?)
  • Ubbe in Islanda
  • L’America dietro l’angolo?
  • Il triangolo Björn-Gunnhild-Ingrid

 

Finalmente le cose si movimentano e la minaccia della Rus’ non rimane sulla carta, ma incombe sull’intera Scandinavia, costringendo acerrimi rivali ad allearsi e lasciando presagire un midseason finale coi fiocchi. Certo, con Hirst il rischio di rimanere delusi è sempre dietro l’angolo, ma finora la sesta stagione di Vikings ha convinto e fatto ritornare la saga dei Loðbrók a livelli qualitativi degni.

 

Valhalla Can Wait 6×08 ND milioni – ND rating
Resurrection 6×09 ND milioni – ND rating

 

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Divoratore onnivoro di serie televisive e di anime giapponesi, predilige i period drama e le serie storiche, le commedie demenziali e le buone opere di fantascienza, ma ha anche un lato oscuro fatto di trash, guilty pleasures e immondi abomini come Zoo e Salem (la serie che gli ha fatto scoprire questo sito). Si vocifera che fuori dalla redazione di RecenSerie sia una persona seria, un dottore di ricerca e un insegnante di lettere, ma non è stato ancora confermato.

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