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Little Fires Everywhere 1×02 – Seeds And AllTEMPO DI LETTURA 4 min

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Pur essendo solo al secondo episodio, Little Fires Everywhere dimostra già di essere un ottimo prodotto di casa Hulu.
Ad un primo impatto poteva sembrare la classica storia in cui le vite delle famiglie per bene di un ricco sobborgo americano vengono sconvolte dall’arrivo di un personaggio totalmente diverso da loro e anticonvenzionale ma si comprende subito che c’è qualcosa di più. Sicuramente una scelta vincente è quella di dare alla storia una struttura alla How To Get Away With Murder mostrando subito l’incendio della casa dei Richardson, probabile fine della storia e ispirazione per il titolo della serie stessa.
Lo spettatore infatti rimane agganciato alla visione cercando di scrutare in uno sguardo, in un’inquadratura un segnale per capire chi o cosa abbia portato ad un Elena distrutta e sconsolata che vede la sua casa bruciare. Il personaggio interpretato da Reese Whiterspoon è sicuramente quello a cui si è dedicata la maggior attenzione, forse perché il più facile da “sbagliare”, intendendo con questa espressione il rischio di renderlo un piatto cliché della brava madre di famiglia ricca e superficiale, interessata solo alle apparenze e timorosa che il “diverso” possa intaccare l’equilibrio del suo status quo (nonchè una copia del suo altro character in Big Little Lies). Vederla muoversi nei vari ambiti della sua vita, e in particolare con la nuova situazione che si viene a creare, permette di comprende come il suo personaggio sia molto più stratificato di così.

Because you’re different and I should have seen that […]

Sicuramente l’highlight dell’episodio è il confronto tra Elena e Mia in cui non solo quest’ultima le riconosce di essere diversa dalle persone bigotte che ha incontrato finora, ma è proprio quest’ultima a raccontarsi a cuore aperto mostrando il tormento che si cela dietro il look ed il sorriso impeccabili che sfoggia tutto il giorno nei confronti del mondo. Elena è una donna che non vuole far del bene solo perché la società lo richiede ma perché crede veramente in esso e, anche se si compiace della vita bella e facile che ha costruito per sé e per i suoi figli, sa che non deve darla per scontata.

I take motherhood for granted sometimes. That they’ll love you forever. […] And then they grow up and you don’t get to hold them, touch them like that. Even if you want to. And it’s like learning to love the smell of an apple when all you want to do is grab it and hold it. Devour it. Seeds and all. And then you realize it’s not just that they needed you. You needed them.”

Il tema della maternità permea tutto l’episodio. Oltre al confronto tra le due protagoniste, viene presentata un’altra madre che lotta con la sua maternità (in questo caso negata). Il libro del mese (che in realtà “it’s a play!”) ha un tema tutto femminile e un po’ scabroso – calandolo nella mentalità della seconda metà degli anni ’90, periodo in cui I Monologhi Della Vagina è stato pubblicato e in cui sono ambientate le vicende – che le partecipanti al club letterario finiscono comunque per affrontare principalmente nel suo risvolto materno. Anche il personaggio di Mia, nonostante l’interpretazione di Kerry Washington sia composta al 90% da facce contrite (facce contrite a fare il polpettone, facce contrite a parlare di arte, facce contrite a parlare di figli), non è esattamente quello che ci si aspetterebbe finora.
Little Fires Everywhere ribalta un po’ la concezione per cui la madre povera ma libera da costrizioni sociali sacrifica tutto per la felicità della figlia. Sebbene il loro rapporto sembri molto più profondo e aperto di quello più distaccato tra Elena e Izzy, paradossalmente agli occhi dello spettatore è Mia ad uscir fuori “perdente” (si passi il termine) da questo confronto: per anni ha sacrificato la stabilità della figlia in nome della sua arte mentre Elena, pur nella sua ossessivo-compulsiva mania dell’organizzazione, ha rinunciato al suo sogno professionale per dedicarsi alla famiglia. È interessante notare come si sia scelto di portare la narrazione verso uno “scambio” madre-figlia: entrambe le ragazze iniziano a vedere nella madre dell’altra quello che sentono mancare nella propria. Mia se n’è già accorta ma non passerà molto prima che Elena faccia lo stesso.
Riuscire a costruire tutto questo in sole due puntate è sicuramente un gran successo per lo show finora. Ci è riuscito grazie anche ad una regia da manuale che si sofferma nel modo giusto e con i tempi giusti su dettagli importanti: lo sguardo di Izzy quando parla con Mia; l’espressione di Lexie quando posa lo sguardo sulla lettera di Pearl; il sorriso di Pearl quando si siede in classe vicino al fratello maggiore di Moody (rivelando un interesse inaspettato per Trip); l’imbarazzo di Bill (un Joshua Jackson troppo affascinante per essere relegato a semplice guest star) al primo incontro con Mia.
Gli autori stanno accendendo tante piccole micce che porteranno la casa dei Richardson, dove tutti i personaggi orbiteranno sempre di più, a bruciare. Piccoli fuochi ovunque, figurativamente e letteralmente.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Caratterizzazione approfondita dei personaggi
  • Attenzione ai dettagli
  • Reese Whiterspoon
  • Confronto tra Elena e Mia
  • Personaggi maschili ancora troppo trascurati
  • Kerry Washington può smettere di fare facce contrite?

 

Il secondo appuntamento con Little Fires Everywhere è sicuramente un ottimo risultato per lo show Hulu che, si spera, mantenga questa qualità per tutta la stagione.

 

The Spark 1×01 ND milioni – ND rating
Seeds And All 1×02 ND milioni – ND rating

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