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Ozark 3×02 – Civil UnionTEMPO DI LETTURA 4 min

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“Well, let me save you a word of pain. You want a good work-marriage parternship? Learn to let your desires take a backseat.”

Non si può dire che Ozark non sappia come catapultare lo spettatore all’interno del mood di ogni episodio in modo sconvolgente.
Se, infatti, la prima scena di “Wartime” era una rapina esplosiva, in questo episodio ad esplodere è la psiche di quello che, a prima vista, sembra essere un semplice professore di matematica. Con questa scena, che è un misto di Elephant e Un giorno di ordinaria follia, ci viene introdotto Ben Davis (Tom Pelphrey), fratello di Wendy e quindi cognato di Marty. Il personaggio in questione si caratterizza per una certa esuberanza e uno spirito anarchico. Insomma, una vera e propria scheggia impazzita all’interno della famiglia (ormai allargata) Byrde per cui potrebbe rappresentare un ulteriore problema per la già incerta stabilità.
Se infatti una parte della famiglia è catturata dal carisma del personaggio, in particolare Jonah che comincia a sviluppare “altri interessi” per cui lo zio potrebbe fungere da inconsapevole maestro, per Marty è sicuramente un grattacapo in più. Soprattutto considerando gli affari che la famiglia Byrde gestisce, che necessitano di sicurezza e metodicità, tutte qualità che cozzano contro la personalità esuberante di Ben.
Il tutto in un momento in cui i rapporti fra i coniugi Byrde sono più tesi che mai. È ormai innegabile, infatti, che la relazione fra i due sia arrivata al limite, soprattutto adesso che Wendy ha capito l’ammutinamento che il marito sta portando avanti nei suoi confronti. Questa crisi coniugale sarà molto probabilmente il leitmotiv di questa terza stagione e necessiterà di tutti e dieci gli episodi per trovare una soluzione (che a questo punto potrebbe essere sia positiva, sia negativa).
Ma è anche un leitmotiv per quanto riguarda tutte le altre storylines presenti nelle puntate. In “Civil Union” per esempio il focus riguarda l’espansione del casinò attraverso l’acquisizione di un loro diretto concorrente che versa in cattive acque, il Big Muddy, gestito dai coniugi Carl e Anita, contraltare simbolico dei coniugi Byrde: all’apparenza scalfiti da diverbi, ma stretti da un legame più forte di quello dei protagonisti, dovuto alla legge del “farsi da parte quando occorre per il bene del coniuge”. Proprio quella caratteristica che ai Byrde manca in questo momento, così impegnati a far valere i propri interessi personali, anche a scapito l’uno dell’altro.
Per questo motivo la storyline legata al Big Muddy appare tanto interessante quanto ben realizzata, sia per il suo essere funzionale alla narrazione, come “caso di puntata”, sia per quanto riguarda il ritmo generale dell’episodio. Se infatti Ozark parte sempre con introduzioni esplosive, rimane il problema che ben presto inizi a perdere di mordente. Sono molto più i momenti morti e dialogici che non quelli dove effettivamente succede qualcosa. Praticamente l’episodio si pone come ideale prosecuzione di “Wartime” come introduzione generale a tutta la vicenda orizzontale che si svilupperà (si spera) negli episodi successivi. Ma si tratta, pur sempre, di un introduzione fin troppo lunga, in cui si poteva tranquillamente tagliare qualcosa di non necessario. Come, ad esempio, la storyline di Helen, anch’essa alle prese con piccoli drammi famigliari la cui gestione appare alquanto schizofrenica, così come il personaggio stesso. Al contrario ci sarebbe bisogno di più attenzione per quanto riguarda la storyline dei Navarro e della guerra fra narcos che rimane sempre un po’ in sottofondo rispetto al resto, ed è un peccato perché è quella che offre un alto tasso di contenuti splatter (qui cadaveri imbottiti di soldi con teste mozzate) e di dialoghi intrisi di suspense e metafore accattivanti (la telefonata fra il boss e Wendy).
Allo stesso modo andrebbe gestito meglio il personaggio di Ruth, usata solamente nei momenti topici per risolvere situazioni oppure per creare ulteriori difficoltà (come nello scorso cliffhanger), ma sempre in funzione della famiglia Byrde. Una regressione incredibile per un personaggio che comunque aveva avuto una certa evoluzione nella precedente stagione.
Un episodio, dunque, che offre buoni spunti per le prossime puntate, ma troppo frenato. E forse la causa principale è per l’appunto il minutaggio che costringe a dilatare tutto in episodi da 50 minuti, una formula che forse andrebbe un attimo rivista per evitare questi sbalzi fra scene in cui succede di tutto e innumerevoli momenti morti.
Per il resto la qualità si vede e il Save è soprattutto un incoraggiamento a procedere nella visione, soprattutto ora che (salvo imprevisti) tutte le storylines sono ormai delineate e rimane solo da vedere come “zio Ben” e gli altri characters secondari riusciranno a sconvolgere il già delicato equilibrio all’interno della famiglia Byrde.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Introduzione di Ben
  • Storyline di Carl e Anita
  • Tutorial su come barare alle slot machine
  • Jonah e i nuovi metodi di stalking!
  • Episodi ancora molto introduttivi
  • Ruth sempre più sclerata male
  • Helen schizofenica
  • Guerra fra narcos sempre in sottofondo ma poco sviluppata

 

Episodio che introduce il personaggio di zio Ben, in fondo lo zio che tutti vorrebbero, quello che riesce sempre a creare un certo imbarazzo alle feste in famiglia. E meno male che c’è lui a ravvivare il tutto, perché altrimenti l’episodio sarebbe stato ancora più lento!

 

Wartime 3×01 ND milioni – ND rating
Civil Union 3×02 ND milioni – ND rating

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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