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Tales From The Loop 1×08 – HomeTEMPO DI LETTURA 4 min

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Non è dato sapere, al momento, se Tales From The Loop avrà una seconda stagione. La mancanza di dati sul numero delle visualizzazioni rende difficile fare previsioni, e di questi tempi, col coronavirus che blocca riprese in corso e rinvia a data da destinarsi quelle dei nuovi prodotti, è ancora più arduo azzardare ipotesi sul futuro. Quel che è certo è che se la serie firmata da Nathaniel Halpern si chiudesse con “Home” non sarebbe una tragedia, perché l’episodio ha un suo senso perfettamente compiuto e chiude in maniera più che egregia il cerchio, ricollegandosi alle puntate precedenti e dando ancora una volta centralità ai membri della famiglia Willard, vere star di questa stagione.
In particolare, questa volta i riflettori sono puntati sul piccolo Cole: una figura presente fin dal primo episodio, ma quasi sempre secondaria, mai centrale, perché la narrazione si focalizzava piuttosto sulla madre, sul fratello o sul nonno. Qui invece è il membro più giovane di casa Willard a muovere l’azione, imbarcandosi nella ricerca del vero Jakob dopo aver scoperto che quello che crede suo fratello è in realtà Danny; sennonché le cose non vanno come vorrebbe, sia perché la gioia di aver ritrovato Jakob si rivela effimera, sia per il successivo viaggio nel tempo che lo porta trent’anni nel futuro. Per molti versi, Cole ripercorre le stesse orme della madre Loretta nel primo episodio: parte alla ricerca di un parente scomparso e si ritrova in un tempo che non è più il suo. La differenza risiede nel fatto che il parente scomparso questa volta è ritrovato, seppur per poco, e proprio questo meccanismo di ritrovamento e immediata perdita carica la narrazione di una componente emotiva non indifferente, cosa che in altri episodi era purtroppo mancata.
“Home” ripropone ovviamente quelli che sono i pregi e i difetti di Tales From The Loop, ma se possibile esalta i primi e attenua i secondi: il ritmo della narrazione è come al solito lento, compassato, ma fortunatamente mai fastidioso, per una volta capace di insaporire il racconto e non di depotenziarlo, come avveniva ad esempio in “Control” che annacquava uno spunto tutto sommato interessante in un mare di noia. Similmente, la mancanza di spiegazioni (pseudo)scientifiche o comunque razionali per tutto ciò che accade sullo schermo, che era già il punto di forza delle passate puntate, qui contribuisce a rendere ancora più affascinante e coinvolgente la storia: non è importante sapere perché l’anima di Jakob sia finita proprio in quel robot bipede o perché a scuola debba esserci una professoressa robot, ciò che conta è che queste cose accadono e che i personaggi si muovono in questo universo surreale senza fare una piega, come se fossero abituati al mistero e lo considerassero parte integrante delle loro esistenze all’ombra dell’Eclipse.
Certo, questo è anche l’elemento più critico dell’episodio, il particolare che potrebbe lasciare scontenti e delusi gli spettatori alla ricerca di risposte chiare e che potrebbero vedere in alcuni snodi della trama un semplice susseguirsi di scene che avvengono perché bisogna portare avanti la storia. Basti pensare allo scontro tra robot nella foresta: non viene mai specificato perché Jakob venga attaccato, sta a chi guarda decidere se interpretare questo silenzio come semplice pigrizia della sceneggiatura, arrogante sfoggio di cripticità o brillante scelta narrativa che spinge a concentrarsi non tanto sulle cause degli eventi, quanto sulle loro conseguenze (in questo caso, il ferimento “mortale” del robot-Jakob). Chi scrive propende per la terza opzione.
Altre scelte narrative, come i poteri del fiume che fa viaggiare nel tempo se attraversato quando non è ghiacciato, contribuiscono invece a caricare l’ambientazione di una componente più fantastica che fantascientifica, connotando così Tales From The Loop come un’opera ben lontana dall’hard sci-fi e capace di ibridare in maniera intelligente linguaggi e topoi dei due generi. Del resto, cosa sono stati questi otto episodi se non una serie di fiabe (alcune meglio riuscite di altre) in cui la tecnologia è stata utilizzata quasi come un artificio magico per mettere in moto storie surreali e strabilianti?

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Perfetta chiusura del cerchio, che funzionerebbe anche in caso di mancato rinnovo
  • Ritmo lento, ma per una volta non è un difetto
  • Il solito alone di mistero e la mancanza di spiegazioni per molte delle cose che succedono rendono la narrazione ancora più affascinante…
  • …ma potrebbero scontentare gli spettatori che vogliono risposte

 

Tales From The Loop ha faticato a trovare un equilibrio tra qualità, profondità e godibilità, ma episodi come “Home”, lento ma non troppo, sentimentale ma non stucchevole, criptico ma non totalmente incomprensibile, dimostrano come sia possibile dar vita a una serie di fantascienza intelligente e personale, figlia di Black Mirror e di The Twilight Zone senza però esserne la scopiazzatura mediocre. Chissà se Amazon premierà tutto ciò.

 

Enemies 1×07 ND milioni – ND rating
Home 1×08 ND milioni – ND rating

 

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Divoratore onnivoro di serie televisive e di anime giapponesi, predilige i period drama e le serie storiche, le commedie demenziali e le buone opere di fantascienza, ma ha anche un lato oscuro fatto di trash, guilty pleasures e immondi abomini come Zoo e Salem (la serie che gli ha fatto scoprire questo sito). Si vocifera che fuori dalla redazione di RecenSerie sia una persona seria, un dottore di ricerca e un insegnante di lettere, ma non è stato ancora confermato.

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