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Almost Human 1×04 – The BendsTEMPO DI LETTURA 3 min

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E venne il “24 ore prima”. Capiamoci, ho apprezzato questa puntata, segue la linea positiva (senza grossi sbalzi) delle precedenti ma stanno sparando tutte le cartucce subito. Il dubbio è sempre il solito: hanno in mente qualcosa di fantastico a cui stanno preparando l’entrata? Oppure assisteremo ad un triste declino, senza infamia e senza lode? Per ora non voglio essere disfattista, “The Bends” è un bell’episodio che presenta con equilibrio tutti gli elementi che vorrei vedere in un procedural/poliziesco. Sale alla ribalta finalmente il “topo da laboratorio” (sempre efficace il trucco di inserire un attore britannico per “nobilitare” il cast). Mackenzie Crook gioca a fare l’Heisenberg il cuoco infiltrato (ruolo che era già costato la vita ad un poliziotto amico del protagonista) di una bizzarra droga a base di alghe per mascherare un misterioso trafficante. La sua è la classica caratterizzazione inglese dove più sei brutto e impacciato, meglio è. E sicuramente in un poliziesco dove sono tutti fichissimi e muscolosi, questo è sicuramente un grande pregio (a chi non fa strano vederlo con tutti e due gli occhi sani e non con uno che cade in continuazione?). La trama scorre senza grosse sbavature, impreziosita dal solito stratagemma del flashforward iniziale (o dal flashback di gran parte della puntata). Lo ammetto, sono un patito della formula “24 hours earlier”. Certo per un attimo ho sperato con tutto me stesso che The Bishop fosse Rudy stesso, in una rivelazione stile Person Of Interest con Elias, lì sì che il voto si sarebbe impennato. Svelare un (plausibilissimo) villain, tra i personaggi secondari, dopo quattro episodi sarebbe stato un colpaccio. Eh vabbè, pazienza, si è scelta la soluzione con l’altro tizio. Ci accontentiamo.
Gli elementi del poliziesco, dicevo. Beh, c’è l’azione, ci sono gli spari. Apprezzo però molto il fatto che sia assente un certo tipo di buonismo tutto yankee. Parlo ad esempio del combattimento, accelerato in forma brillantemente poco umana, tra i due androidi che finisce in una maniera decisamente “splatter” (uno splatter robotico, ovviamente). Dorian che, durante un interrogatorio, infila il dito con violenza nella gamba forata di uno spacciatore, rende bene l’idea di cosa intendo. Ma tutto ciò però sarebbe stato vano se alla fine John avesse risparmiato il cattivone. Ho pregato “sparagli in testa” (non ne vado fiero) e sono stato accontentato, senza boiate del genere “io non sono come te” eccetera.
Questa volta ho invece apprezzato molto meno il lato ironico, la cui presenza non è comunque sgradita. Questa volta ho avuto però la sensazione che tra scene da cine-panettone (l’effetto secondario del GPS liquido) e da bassa sit-com (scena del ristorante giapponese, sequenza finale in macchina) si sia voluto battere con poco successo la strada di una demenzialità gratuita. Niente di grave comunque.
Della buona regia e delle bellissime scenografie ho già parlato in altre recensioni. Speriamo che l’ambizione scenica si riversi anche in un obiettivo artistico originale.

 

PRO:
  • 24 hours earlier.
  • La caratterizzazione di Mackenzie Crook.
  • Scenografia sempre impeccabile.
  • Poca fiducia, mal celata, alla scarsa capacità di Rudy ad agire sotto copertura.
  • Cibo giapponese del futuro.
  • Poco buonismo.

CONTRO:

  • Risoluzione della trama semplice semplice, come al solito senza esporsi troppo.
  • Demenzialità gratuita e poco efficace.
  • Ma vogliamo togliere queste musiche da documentario di bassa lega?
  • Riusciranno a mantenere, e migliorare, questo trend positivo?

 

Il voto non può che essere positivo, però mi sono legato al dito la mancanza di coraggio nella sceneggiatura. Con Rudy che a sorpresa si rivela The Bishop mi sarei spinto in un 4/5. Rimane il classico prodotto ben confezionato. Già me lo immagino in prima serata su Rai 2 o Italia 1

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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