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American Gods 3×03 – Ashes And DemonsTEMPO DI LETTURA 3 min

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American Gods 3x3 RecensioneSarebbe servito troppo coraggio per prendere di petto la storyline di Lakeside e renderla un’unica lunga parentesi monografica all’interno dello show, esattamente come è più o meno nel romanzo. Avrebbe significato una riduzione/rivoluzione del cast, un cambio di genere repentino, una trama orizzontale chiusa in se stessa come una grande parentesi.
Ciò che creava una decisa frenata e un sano cambiamento nel romanzo, avrebbe senz’altro destato sconcerto e disorientamento in una serie tv, fatta di contratti, di fidelizzazione  del pubblico e di affermazione di tematiche e atmosfere.

LAKESIDE


E così la parentesi di Shadow con la sua falsa identità a Lakeside occupa solo una percentuale di episodio, intervallata da sequenze che vedono in scena i co-protagonisti dello show. Indubbiamente però, anche per il neofita del lavoro di Neil Gaiman, la ventata di novità portata dalla nuova residenza del protagonista si fa sentire. Se la continua ricerca estetica che puntava a rappresentare in maniera soddisfacente il divino aveva forse un po’ stancato, ma soprattutto aveva fatto perdere la bussola della trama, grazie a questa novità il tutto piomba in uno scenario più umano.
Una sparizione in una fredda cittadina di provincia, un forestiero misterioso che si guadagna la fiducia degli abitanti, il poliziotto con cui diventa amico, un potenziale flirt: sembra quasi di assistere ad una prima stagione di uno show con pretese indubbiamente meno ambiziose rispetto ad American Gods. Eppure poi il protagonista in questione ha visioni di dee africane che lo chiamano, se ne va in giro a New York o a Chicago e in realtà è sotto copertura per conto di Odino. La normalità è solo di facciata.

WEDNESDAY: DIVERGENZA DEI PUNTI DI VISTA


Come detto, non si poteva fare a meno del carisma di Wednesday, della sua imprevedibilità e ambiguità. Se nel libro (in cui la narrazione si fonde con il punto di vista di Shadow) ad un certo punto l’assenza della divinità norrena pesa quasi di più della sua presenza, è impensabile pensare di togliere dal piccolo schermo Ian McShane.
Le manovre di Wednesday vengono effettivamente mostrate e non raccontate alla lontana in un secondo momento a fatti già avvenuti. In questo modo è possibile tenere viva la tematica principale, ovvero quella delle divinità, non snaturando il DNA dello show in nessun modo. Ne è una dimostrazione la sequenza di apertura di questa  terza puntata con la “nascita” della versione americana di Demetra.
La già citata imprevedibilità della divinità nordica diventa quindi l’effettivo punto di riferimento per non snaturare eccessivamente la serie, mantenendo così una buona base di appoggio per i necessari cambiamenti di ambientazione e tematica che gli altri personaggi stanno affrontando.

INTROSPEZIONE DI LAURA MOON


A tal proposito Laura Moon diventa per lo spettatore un Virgilio a tutti gli effetti, mostrando un ulteriore lato della particolare narrativa di American Gods. Dopo essersi sacrificata due episodi fa, dando quasi l’illusione di una sua definitiva dipartita, il palcoscenico si alza su un inedito scenario: il post mortem. Surreale, grottesco, ironico, simbolico, il luogo in cui Laura finisce racchiude tutto ciò che ci si possa augurare per non scadere nel banale.
La rappresentazione eccessivamente simbolica e “umana” di un aldilà (o comunque di un punto di passaggio verso l’aldilà) è già stata abbondantemente utilizzata, talvolta con risultati eccelsi. Se da un lato quindi è evidente l’apertura di questo nuovo filone esclusivamente per non perdere il personaggio di Laura e valorizzarlo ulteriormente, dall’altro alcune trovate sceniche possono essere applaudite. Dall’ascensore “cosmico” che causa una paura e uno sgomento palpabili per lo spettatore, grazie a luci confuse e urla, fino alla saletta cinematografica che mostra flashback della vita passata con la qualità video di una vecchia videocassetta. Il percorso di “redenzione” e scoperta di se stessa di Laura può dirsi ufficialmente cominciato.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Parentesi Lakeside e rispettivo mistero
  • Laura nell’aldilà
  • Wednesday che fa in giro a reclutare è scenicamente efficace ma sa di stantio

 

Nel momento in cui American Gods inculca nello spettatore la voglia di andare avanti nella visione, come già detto, ha già raggiunto un risultato importante, considerando che sul piano estetico e di caratterizzazione generale c’è poco da dire.

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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