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American Gods 3×07 – Fire And IceTEMPO DI LETTURA 3 min

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Giunti ormai alla seconda metà di questa terza stagione è chiaro come l’opera cartacea di Neil Gaiman rappresenti un mero riferimento di base, visto che il mondo di American Gods è stato ampliato sempre di più nel corso degli anni, divenendo qualcosa di ben diverso rispetto al libro da cui prende vita.

LAKESIDE


Lakeside rimane la parte della trama più fedele al romanzo di Gaiman, dove Shadow Moon è parcheggiato e tra un flirt e un ladro di biancheria attende lo svolgersi degli eventi.
Con l’improvviso arrivo di Tyr, vero orchestratore degli eventi e forse subdolo alleato di Mr. World e dei New Gods,  la storyline dedicata al personaggio interpretato da Ricky Whittle sembra definitivamente sul punto di decollare, per un character che continua a non entusiasmare nonostante l’enorme potenziale narrativo a disposizione.
A proposito di Mr. World, menzione speciale va fatta doverosamente per il nuovo casting, visto che la scelta di Danny Trejo è assolutamente intrigante e una vera goduria per lo spettatore, perfetto per interpretare un character sadico come il leader dei nuovi Dei.
Da segnalare inoltre la splendida sequenza con cui si conclude l’episodio, con la musica di Leonard Cohen in sottofondo che impreziosisce ulteriormente le scene proposte.

ALLA RICERCA DELL’ESERCITO PERDUTO


Sono ormai 3 lunghe stagioni che Odino vaga in lungo e in largo negli Stati Uniti alla ricerca di un esercito di divinità pronte a combattere la sua guerra.
La domanda sorge spontanea, finirà mai questa ricerca? Infatti se da una parte sono splendidi i flashback riguardanti il passato del Padre Universale che arrivano puntuali quando Wednesday incontra un nuovo Dio e aiutano a approfondire il personaggio, come visto nel precedente episodio, dall’altra bisogna segnalare come questo espediente narrativo sia stato estremamente abusato nel corso delle stagioni.
L’introduzione di Cordelia ha sicuramente giovato alla storyline dedicata alla divinità norrena, tuttavia è necessario un deciso cambio di marcia per valorizzare al meglio uno dei protagonisti principali della serie targata Prime Video.
Resta da vedere quanto sarà duraturo e proficuo il nuovo sodalizio nato tra Laura Moon e Mr. World, alleati contro il comune nemico Odino, ma la sensazione è che niente andrà come dovrebbe andare per l’ex moglie di Shadow che, nonostante l’aiuto dei nuovi Dei, difficilmente riuscirà nella sua vendetta personale.

BILQUIS


Dopo la rinascita di Bilquis in “Sister Rising” il personaggio interpretato dalla bellissima Yetide Badaki è protagonista di uno dei momenti migliori della puntata: ancora una volta il lato onirico, dal forte impatto visivo per lo spettatore, rimane il punto di forza della serie, con le splendide visioni che riguardano la Dea.
A non convincere però è l’evoluzione della storyline riguardante Bilquis che, passata da una lunga serie di eventi e metamorfosi, si rende conto di dover aiutare Shadow Moon, anche se ancora non è chiaro come. Certo è che dopo 3 stagioni e decine di episodi dove la divinità ha avuto anche un buon screen time a disposizione, ci si aspettava qualcosa di più.
Ancora una volta la gestione del personaggio è molto discutibile e poco efficace, un problema che attanaglia lo show sin dagli inizi, causando una lentezza narrativa che penalizza oltremodo non solo l’ottimo comparto tecnico e la splendida resa visiva, ma in generale la riuscita della serie stessa.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il lato onirico rimane la parte migliore della serie
  • A costo di essere ripetitivi, ma Mr. World interpretato da Danny Trejo è una vera goduria e una scelta ottimale
  • La sequenza finale con la splendida canzone di Leonard Cohen in sottofondo
  • Quanto durerà l’eterno viaggio di Odino?
  • Bilquis dopo 3 stagioni ha capito che deve aiutare Shadow, con calma insomma
  • La gestione dei personaggi rimane molto discutibile

 

Un buon episodio per la serie di Prime Video, che si conferma piacevole alla visione e tecnicamente valida, ma risente di alcune scelte autoriali discutibili e di una trama che stenta a decollare. La valutazione è sufficiente, ma la sensazione è che con il materiale a disposizione si potrebbe e si dovrebbe fare molto di più, sperando in un miglioramento nelle ultime puntate della stagione.

 

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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.

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