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Boardwalk Empire 5×01 – Golden Days For Boys And GirlsTEMPO DI LETTURA 10 min

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Boardwalk Empire 5x01

“Golden Days For Boys and Girls”: è dal giornaletto di fine ‘800, contenente storielle, lezioni e giochi per bambini che prende il titolo questa première della final season di Boardwalk Empire. Un titolo vintage, che ha il sapore di passato e infanzia, un passato nostalgico e un’infanzia “dorata”. Sa così di passato che non può non aprirsi con un flashback, che sarà il protagonista di tutta la puntata. E protagonista del flashback non può che essere Nucky, la cui infanzia come già sapevamo non fu affatto dorata a causa delle condizioni familiari e soprattutto del padre violento. Questi, finora presentato, almeno da Nucky che ne subiva i rancori a suon di botte, come un uomo cattivo, viene mostrato anche molto sofferente e sensibile nei confronti della figlia gravemente malata, curata dalla mamma, donna dolce e amorevole. E’ così che forse quel “Golden Days For Boys and Girls”, stampato sul giornale che la mamma regala a Nucky, diventa un titolo non nostalgico ma quasi terribilmente ironico.
Per il giovane Nucky che fa a gara con coetanei più svelti di lui per restituire i cappelli ai proprietari in cambio di 20 cents, o per accaparrarsi in acqua le monetine lanciate dal boardwalk dal Commodoro per inaugurare la stagione estiva di Atlantic City, quelli da ragazzo non sono stati “Golden Days”. Non potevano esserlo per lui, combattuto tra una mamma sfinita dal dolore per la figlia, che lo ammonisce dolcemente sull’esser bravo e onesto, e un papà che lo sprona a schiaffoni a far meglio degli altri sbattendogli poi la porta in faccia per piangere da solo sul capezzale della bimba. Non potevano esserlo per un bambino troppo saggio “They’re not so special. All they have is money. Ways to find that, I reckon.” e troppo onesto non solo per rubare i 50 dollari trovati nel cappello di un signore, ma persino per accettare gli stessi come ricompensa.  Ma come ha fatto questo bambino a diventare il tesoriere di Atlantic City in grado di metter su un sistema di corruzione tra politici e delinquenti a livello nazionale? La risposta è nel Commodoro, come sappiamo: “Pensavi di guadagnarci qualcosa dal fare l’onesto?“. E’ l’onestà l’altro tema della puntata come ci ricorda la voce narrante della poesia che accompagna molte delle scene del flashback e che lo stesso Nucky legge dal “Golden Days For Boys and Girls”: “Be honest and true, boys. Whatever you do, boys. Let this be your model through life. Both now and forever, be this your endeavour, when wrong with the right is at strife.”
La realtà però è che se sei ad Atlantic City mentre è governata dal Commodoro Louis Kaestner, allora non c’è posto per bontà e onestà. Nucky se ne rende conto e si fa trascinare a lavorare per lui, iniziando il percorso che l’ha visto arrivare dove è ora. Ma dov’è ora Nucky? Geograficamente a Cuba. Temporalmente, anno 1931, 7 anni dopo il season finale della quarta stagione. Nel dettaglio, cercando di concludere accordi con politici in previsione di quello che lui crede sarà l’annullamento del Volstead Act, che gli permetterebbe di dedicarsi al commercio di alcolici in maniera legale.
Terence Winter ha dichiarato che la decisione, presa  insieme a Howard Korder, di accorciare la serie di una stagione rispetto ai piani iniziali e di fare questo salto temporale all’anno dell’inizio del declino del Proibizionismo, deriva dal fatto che storicamente non sono accaduti eventi rilevanti in quell’intervallo temporale (fatta eccezione per un paio di cosucce come la strage di S.Valentino del ’29 e la morte di Arnold Rothstein!). La storia di Nucky aveva preso una piega che secondo gli autori non avrebbe richiesto una stagione più lunga, né tanto meno due, e si sarebbe corso il rischio di ritrovarsi ripetitivi, di allungare troppo il brodo con vicende già viste. Buone le intenzioni degli sceneggiatori la cui onestà intellettuale è stata sempre il biglietto da visita di questo show che ha spesso e volentieri subordinato i desideri del pubblico al dispiegarsi razionale della storia (vedi le morti di Jimmy e Richard). Ma si sa, la strada verso l’Inferno è lastricata di buone intenzioni. Pensandoci e ripensandoci infatti la scelta non appare particolarmente condivisibile o perlomeno per quello che è il risultato di questa prima puntata.
Innanzitutto, almeno per quanto riguarda i pochi personaggi mostrati (ci torneremo dopo), questo salto temporale ha portato tutti in altri lidi e verso altre storie ma non ci è ancora dato sapere come. Se la “fuga” a Cuba di Nucky e Sally, la cui relazione è ancora, come sette anni fa, a metà tra amorosa e lavorativa, si profilava anche in fine quarta stagione, cosa invece ci faccia lì Meyer non  lo sappiamo ancora. Ma il problema è che nemmeno possiamo tentare di immaginarcelo visto che in 7 anni può essere successo di tutto e di più. Quindi la rivelazione finale della finta moglie che fa capire a Nucky che Meyer non è lì in vacanza non cambia nulla allo spettatore perché, nonostante lo sguardo accigliato del primo, non sappiamo se questo significhi guai in vista per lui e per i suoi affari o che semplicemente Meyer sia lì, minding his own business, senza voler dare nell’occhio. Allo stesso modo, avevamo lasciato Chalky ritirarsi in campagna distrutto dalla morte della figlia e lo ritroviamo ai lavori forzati, taciturno e imbronciato, costretto a sopportare le angherie dei carcerieri e i tormenti di un compagno stranamente gioviale – salvo poi capire che giovialità va a braccetto con la pazzia. Nonostante gli spettatori non siano gli unici a voler sapere come sia arrivato lì, (potrebbe esser tanto dovuto alla collaborazione di Narcisse con l’FBI quanto a un possibile tentativo di vendetta o a un qualche affare finito male; sette anni possono essere pieni di avvenimenti anche per le persone normali, figuriamoci per dei gangster degli anni ’20!) non ci viene rivelato niente se non un laconico “Mi sono fatto prendere”. Questo comunque non toglie, anzi rafforza, l’idea che le scene di Chalky sono forse le più intense, tese e accattivanti di tutto l’episodio. I silenzi, le sue mosse lente e calibrate, gli sguardi torvi ai carcerieri; il tutto sapientemente costruito sul sottofondo canoro di uno dei detenuti, mal celante il seme della follia esplicatosi nel finale, hanno reso un senso di tensione inquietante ma pur sempre piacevole per uno spettatore di Boardwalk Empire. Applausi con cingolio di catene a Michael Kennet Williams per l’espressività di questo Chalky “Breaker of chains” White!
Mirabile interpretazione anche per il sempre troppo poco presente Vincent Piazza nei panni di Luciano. L’uccisione di Masseria rappresenta storicamente un importante passo segnando la fine della guerra Castellammarese ma anche l’ascesa di Charles “Lucky” Luciano che vediamo inginocchiarsi di fronte al nuovo capo dei capi, Maranzano, con tanto di patto di sangue che fa subito “intoccabili” (e non quelli del film di Brian De Palma, ma questi). Curiosamente il salto temporale non sembra confondere troppo in questo caso, dato che il tradimento nei confronti di Masseria era dietro l’angolo anche nella scorsa stagione ma non mostra affatto la sopracitata guerra tra i due boss.
Alla luce di tutto ciò quello che ci aspettiamo dalle prossime puntate sono flashback del passato di Nucky che, da protagonista della serie all’avvicinarsi della chiusura, ha tutto il diritto ad uno spazio a lui riservato per mostrare la sua evoluzione prima di diventare l’Enoch Thompson che conosciamo dalla prima serie. Ma per colmare i gap è chiaro che a caratterizzare la stagione saranno anche i flashback sugli altri personaggi in questi sette anni, a meno che non si ricorra, e Dio ce ne scampi, a “spiegoni” mai visti per far capire al pubblico cosa è successo finora.
Oltre al problema della suddivisione dei canonici 45 minuti per dar spazio a tutti i personaggi, che anche al netto delle decimazioni, sono tanti e tutti caratterizzati da proprie storyline da sviluppare e completare, questi flashback su Nucky hanno potenzialmente il problema del timing. Non solo nel senso di lunghezza, ma anche di posizione all’interno degli episodi. I flashback che riescono meglio sono quelli che sono appositamente inseriti in un determinato episodio perché mostrano parallelismi o contrasti con qualcosa che succede ai personaggi presenti in esso o comunque in quel frangente della loro storia. Questo era stato fatto per Jimmy quando gli autori avevano deciso di mostrare l’influenza che la madre aveva avuto su di lui prima della guerra, proprio nel periodo in cui Gillian stava di nuovo poggiando le sue grinfie su di lui e gli spettatori potevano necessitare di una spiegazione del perché tale influenza fosse così forte. Così non è stato, o perlomeno in questa ultima premiere, per Nucky. Questi flashback, che peraltro danno solo parzialmente nuove informazioni, come si legano all’episodio se non per il finale in cui Nucky ricorda le parole della poesia di cui sopra? Non sarebbe stato meglio distribuirle lungo la stagione in modo da guadagnare anche preziosi minuti di questo episodio da dedicare a personaggi completamente assenti? Non era più corretto inserire in questo episodio scene che fossero in qualche modo riconducibili, o per contrasto o per parallelismo, al flashback, al posto dei “trenini che non portano da nessuna parte” (cit.) nel bar di Sally? Vedremo come gli autori hanno deciso di gestire questi flashback, per ora è un ni.
La puntata nel complesso si muove lentamente, rimbalzando da un posto a un altro senza che si sveli o riveli niente di particolarmente importante per il pubblico; eccezion fatta per le morti di A.R. e Masseria, di cui comunque la prima viene solo accennata e la seconda non ha un grosso impatto emotivo sullo spettatore che non riesce né ad amare né ad odiare un personaggio che appariva sullo schermo a comparse. Come tradizione vuole per la première di stagione di Boardwalk Empire, salvo il pilot di Scorsese, la regia è affidata a Tim Van Patten, il quale si lascia andare a questo ping pong tra New York, Cuba, la vecchia Atlantic City, che sembra rispondere ad uno studiato, quanto mancato, obiettivo di mantenere elevata l’attenzione dello spettatore, come se le storyline dell’episodio fossero legate tra loro e solo nel finale si dovesse svelare l’intreccio. In realtà dato che le poche storyline procedono parallelamente e non sembrano in alcun modo legate tra loro, ci si chiede in base a quali criteri siano state scelte queste piuttosto che altre. E’ infatti superfluo rimarcare che ci siano stati grandi assenti in questo inizio di stagione: Eli, Capone, Van Alden, Gillian, ma anche Narcisse, e Willy. E’ vero che gli autori non hanno fatto mistero della priorità di questa final season di chiudere il cerchio su Nucky, che sarà quindi il centro della stagione, soprattutto considerando il ruolo quasi marginale che ha avuto nell’ultima, ma sembra alquanto ingiusto che non si dedichi spazio a personaggi che, soprattutto nelle ultime due stagioni, si sono fatti protagonisti delle vicende più accattivanti.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Ambientazioni e costumi sempre a livelli superbi
  • Charlie Luciano si ribella e pone le basi del suo futuro
  • I lunghi silenzi ed espressioni di Michael Kennet Williams alias Chalky White
  • I flashback su Nucky sono una buona idea ma realizzata nei tempi e modi sbagliati
  • Nucky che fa il trenino alla festa per accontentare Sally
  • Salto temporale e relative conseguenze
  • Grandi assenti per una première
  • La dipartita off-screen di A.R. significa che non vedremo più Michael Stuhlbarg o che comparirà come flashback? In entrambi i casi si tratterebbe di un “thumb down”

 

Un inizio di stagione un po’ deludente per i ritmi ed i livelli a cui Boardwalk Empire ha abituato i suoi spettatori, tra grandi assenti, salti temporali e flashback mal gestiti. Certo non mancano anche brillanti interpretazioni, scenografie e scene ad alta tensione che fanno sentire la mancanza dello show “at its best” però è innegabile un certo gap ma non ci resta che credere nelle garanzie che il team Van Patten, Winter e Korder ci ha fornito in questi quattro anni.
This season no one goes quietly.” recitano i poster promozionali delle ultime settimane. Confidiamo valga anche per gli autori.

 

Farewell Daddy Blues 4×12 2.18 milioni – 0.7 rating
Golden Days For Boys And Girls 5×01 2.37 milioni – 0.9 rating

 

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