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Castle Rock 1×01 – SeveranceTEMPO DI LETTURA 5 min

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Stephen King è senza dubbio uno dei più importanti scrittori contemporanei, soprattutto per quanto riguarda la narrativa a tinte (più o meno marcatamente, a seconda dei casi, horror). Da grandi libri, però, non scaturiscono sempre grandi adattamenti televisivi e cinematografici; questa affermazione si è mostrata attendibile in innumerevoli occasioni (Eragon e The Great Gatsby sono due degli esempi più celebri) e, nel caso delle opere del Re, si è dimostrata ancora più veritiera che negli altri casi. Negli anni, infatti, ci sono stati capolavori come Le Ali Della Libertà, alternati a buoni prodotti, come Mr. Mercedes e 11.22.63 (con il primo che, forse, è il miglior adattamento televisivo di King, fino a questo momento) e ad una moltitudine di film e serie tv ai limiti dell’inguardabile (Under The Dome e The Mist, fino ad arrivare a La Torre Nera, annunciata con grandissimo hype e risoltasi in un’ora e 35 minuti di mediocrità, nonostante la presenza di Matthew McConnaughey e Idris Elba nel ruolo dei protagonisti).
Alla luce di tutto ciò, ci si è approcciati alla visione di Castle Rock, nuova serie Hulu. Esprimere un giudizio definitivo prendendo in considerazione solo il pilot non è certo raccomandabile; per questo motivo al momento ci si limiterà a dire che l’inizio è stato certamente incoraggiante e, quindi, la speranza è che la memorabile maestria di King venga finalmente riflessa anche su schermo.

Boyd: “That’s not Henry Deaver.”
Zalewski: “Who the fuck’s Henry Deaver?”
Boyd: “It’s a long story.”

Castle Rock è un adattamento molto particolare in quanto non è ispirata da nessuna opera in particolare; al contrario, è basata su tutta la produzione narrativa del celebre scrittore statunitense. Non appare sorprendente, quindi, che la vicenda si svolga a Castle Rock, fittizia città del Maine, utilizzata già come ambientazione per romanzi come The Dead Zone, Cujo, The Dark Half e Needful Things. Quello che può sorprendere è che, nonostante ci si muova nell’universo narrativo del Re, siano presenti ben pochi personaggi da lui creati in cui il più celebre è, fino a questo momento, Alan Pangborn, ex sceriffo della città e presente in The Dark Half, Needful Things (nell’adattamento cinematografico è stato interpretato dal premio Oscar Ed Harris) e The Sun Dog. Questa scelta dei due creatori, Sam Shaw e Dustin Thompson (che sono anche gli sceneggiatori dei primi due episodi), riflettendoci bene, potrebbe rivelarsi azzeccata: in questo modo si avrà molta più libertà di movimento nel costruire e articolare le varie storyline; inoltre, introdurre troppi personaggi iconici avrebbe rischiato di sortire un effetto simile a quello di una squadra composta da tanti top player ma senza alcun amalgama e spirito di gruppo.
Il protagonista è Henry Matthew Deaver, interpretato da André Holland (noto per il ruolo di Algernon Edwards in The Knick, Andrew Young in Selma e Kevin Jones in Moonlight), un avvocato penalista specializzato nel difendere i detenuti nel braccio della morte. Sebbene egli lavori in Texas è originario proprio di Castle Rock ed è al centro di uno dei più grandi misteri legati alla città: nel 1991 il giovane Henry sparì per 11 giorni e poi fu ritrovato da Pangborn. La vicenda è piena di stranezze: il bambino non mostrava alcun segno di congelamento sebbene la notte ci fosse una temperatura di -35°; inoltre non ricorda nulla di quanto successo. Per questa serie di motivi, in città vinse la tesi dell’abbandono volontario e si iniziò a guardare con disprezzo Henry, dato che suo padre era morto nel tentativo di cercarlo.

Hey, killer.

Alla luce di tutto ciò, si capisce bene come mai Henry abbia deciso di andare a vivere il più lontano possibile. A farlo tornare a casa ci pensa, però, un giovane ragazzo trovato in una gabbia situata in un’ala abbandonata della prigione privata della città (il nome Shawshank farà sicuramente riaffiorare dei ricordi ben definiti a tutti gli amanti del grande cinema), il quale pronuncia unicamente tre parole: Henry Matthew Deaver. Va sottolineato che il ragazzo è interpretato da Bill Skarsgård, figlio di Stellan (Good Will Hunting, Dogville, The Hunt For Red October), fratello, tra gli altri, di Gustav (Vikings, Westworld) e Alexander (Big Little Lies, per il quale ha vinto un Emmy e un Golden Globe, True Blood) e, soprattutto, celebre per aver interpretato Pennywise nel recente It, tratto dal romanzo capolavoro di King. In questo caso non interpreta il celebre clown ma si tratta comunque di un ruolo misterioso, considerando dove è stato trovato, l’assenza di tracce della sua esistenza e il continuo pronunciare di sole tre parole, e molto macabro, a giudicare dalla carneficina che ha chiuso l’episodio, avvenuta sotto gli occhi sconvolti dell’agente Zalewski (Noel Fisher, il Mickey Milkovich di Shameless).
Ovviamente, essendo un pilot, l’obiettivo principale è quello di introdurre le storyline e creare una sensazione di suspense e mistero. Fino ad adesso i dubbi sono molto superiori alle certezze; uno dei pochi punti fermi è che il suicidio dell’ex direttore del carcere (Terry O’Quinn, il John Locke di Lost) non è dovuto alla mancata accettazione del pensionamento, ma è collegata al character del giovane Skarsgård e, in qualche modo, entrambi sono legati a Henry.  Più che la trama, in questo episodio era importante constatare la validità di molti elementi tecnici, come la regia (molto solida, e non potrebbe essere altrimenti, considerando che il regista è Michael Uppendahl, che ha diretto episodi di Fargo, American Horror Story, Turn: Washington’s Spies, Legion e Mad Men). Inoltre, si segnala la presenza di un elemento fondamentale per una serie di questo tipo, ossia un’atmosfera tesa, cupa e misteriosa. Ciò è un fattore positivo in ogni caso, ma lo è ancora di più in un prodotto tratto dai lavori di Stephen King. È vero che una serie (o un film) non devono necessariamente essere iper fedeli al libro, ma guardare un qualcosa ispirato alle opere del Re e sentire lo stesso brivido che si provava sfogliando le pagine di un suo capolavoro è imprescindibile e, fino ad adesso, Castle Rock ci sta riuscendo alla grande.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Ambientazione
  • L’ottimo cast
  • Henry Deaver
  • Shawshank
  • La carneficina finale
  • I misteri legati al 1991
  • Nulla di particolare, se non un montaggio a volte leggermente impreciso

 

C’era molta attesa per Castle Rock e, fino ad adesso, queste aspettative non sono state tradite. Col passare degli episodi, proseguendo in questo modo, le benedizioni arriveranno come se piovesse. Per adesso, ci limitiamo ad un ringraziamento molto sentito.

 

Severance 1×01 ND milioni – ND rating

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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.

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