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City On A Hill 1×01 – The Night Flynn Sent The Cops On The IceTEMPO DI LETTURA 6 min

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All’inizio degli anni 90 la città di Boston era una delle più pericolose degli USA. In particolare il traffico di droga e le bande armate giovanili erano la causa  principale di un’escalation di violenza incredibile (più di qualsiasi altra città americana). A tutto ciò contribuiva anche la corruzione e il lassismo imperanti all’interno della stessa polizia di Boston.
Da questo punto di vista il cappello introduttivo con cui si apre City On A Hill non lascia dubbi in proposito. Il riferimento al caso di Charles Stuart è l’incipit perfetto per il tipo si storia che verrà presentata da questo punto in poi, nonché un ottimo riassunto dello scenario socio-politico in cui si svolgono le vicende. Uno scenario che si rifà a una certa narrazione che rimanda inevitabilmente all’attualità e che il pubblico ha ormai imparato a riconoscere (e, per fortuna, ad apprezzare) grazie alla miniserie Netflix When They See Us, vera e propria sorpresa di questa stagione estiva.
City On A Hill, nuovo prodotto di Showtime da un’idea di Stefano Accorsi Ben Affleck e del produttore-regista Chuck MacLean, prende spunto sempre da quel clima d’odio razziale che si scatenò nell’ultimo decennio del XX secolo, ma stavolta sceglie un punto di vista veramente inusuale, ossia quello dei poliziotti. E non di poliziotti qualsiasi ma di quelli che, per l’appunto, quelli più avvezzi proprio ai metodi coercitivi e corrotti.

“You know, I got this Grassy Knoll theory about the night that this whole fucking city went to shit. It was the time that Mayor Flynn sent the cops on the ice. You remember that? Bruins/Canadiens? The fucking fight went all the way up in the stands. What used to make this city great was that it was run by bad men who understood that they were bad. And then some stupid fuck goes on the TV and tells everybody, “You can’t act like this anymore, not even in a Bruins game.” And now can’t even call a guy a faggot, he deserves it.”

City On A Hill parla, infatti, del cosiddetto “Miracolo di Boston”, un’iniziativa della polizia atta a far cessare (o perlomeno a diminuire) questa ondata di violenza tramite la collaborazione con le stesse gang giovanili. L’obiettivo era mappare il giro del commercio illegale di armi promettendo in cambio (a coloro che avessero deciso di collaborare) sconti di pena e/o l’immunità, salvo poi usare le informazioni ottenute come arma di ricatto nei confronti proprio dei “pentiti”.
La scelta di questo soggetto particolare, da parte del network e degli autori, può essere visto, soprattutto se messo a confronto con When They See Us, come una scelta certamente non scontata e banale. Se, infatti, nella miniserie di Netflix è abbastanza evidente il confine tra bene/male e tra buoni/cattivi, qui si esplora invece una zona grigia in cui viene più volte evidenziata la “necessità” delle polizia di scendere a patti con il crimine usando metodi coercitivi.
In pratica tutto questo primo episodio è incentrato nel rendere giustificabili e apprezzabili le azioni (ma soprattutto il pensiero) del protagonista Jackie Horn (un Kevin Bacon in stato di grazia), agente di polizia navigato e ovviamente immerso in questa cultura della corruzione e della violenza sempre giustificata. Nel corso delle vicende questo si trova a scontrarsi, e poi a collaborare, con il giovane assistente del procuratore distrettuale, Decourcy Ward (un altrettanto ottimo Aldis Hodge) che è molto più idealista e contrario a usare tali metodi, essendo, fra le altre cose, afroamericano, e quindi sensibile all’argomento.
Potrebbe sembrare, a prima vista, una storia trita e ritrita. Di accoppiate inedite con relativi scontri ideologici-generazionali tra forze dell’ordine ne è piena la storia del cinema e della tv. Si tratta, in definitiva, del solito rapporto di amore/odio tra poliziotto giovane idealista e poliziotto vecchio e corrotto. La vera novità però sta nel fatto che non si dà a nessuno dei due alcuna imputazione morale. Entrambi hanno il loro particolare background fatto di piccoli e grandi dilemmi quotidiani, e alla fine la collaborazione fra i due (che è comunque un altro tipo di corruzione) appare quasi come uno sviluppo naturale degli eventi. Addirittura il percorso evolutivo del giovane Decourcy consiste, in definitiva, nell’accettare la mentalità retrograda e vagamente fascista dell’agente e servirsene per i propri scopi, leciti o meno che siano.
Si tratta di una risposta da “realpolitik” a quello che è l’idealismo di When They See Us che certamente è destinata a far discutere ma che rientra appieno negli stilemi del genere hard-boiled e procedural di cui è intrisa la serie. Magistrali, in questo senso, le interpretazioni dei due co-protagonisti della serie, senza le quali non ci sarebbe alcuna credibilità nei confronti della vicenda. La coppia Bacon-Hodge si dimostra molto azzeccata per l’occasione, così come anche tutti i comprimari come i fratelli rapinatori Frankie e Jimmy Ryan (Mark O’ Brien e Jonathan Tucker) e l’ex moglie di Jack, interpretata da una sempre ottima Jill Hennessy.
Si vede che Showtime non lesina nulla e che l’obiettivo è quello di creare una serie di grande qualità. Non è solo il cast di alto livello, infatti, ma anche la regia di Michael Cuesta (almeno per questo primo episodio) che, fin dalla sigla iniziale, fa più di un omaggio a classici del genere come The Departed e The Town per lo stile frenetico della rapina (e chissà che lo stesso Affleck non ci abbia messo in mezzo il suo zampino).
Fanno da cornice i dialoghi pressoché perfetti dei due co-protagonisti (in cui gli autori fanno a gara con Tarantino a chi pronuncia più volte la parola “fuck”) e la soundtrack che contiene, fra le altre, la chicca di “More Than A Feeling” dei Boston (scelta casuale visto il nome?) di scrubsiana memoria.
Purtroppo tale perfezione di ritmo e regia non può fare a meno di una proverbiale lentezza narrativa, per cui tutto questo primo episodio è solamente un’enorme introduzione (con alcune scene che potevano tranquillamente essere omesse in realtà, poiché esulano dal contesto) per quello che avverrà da qui in poi. Quindi per l’azione vera e propria tocca aspettare i prossimi episodi, ma intanto l’obiettivo di intrattenere e incuriosire lo spettatore è stata ampiamente raggiunta.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Interpretazioni di Kevin Bacon e Aldis Hodge
  • Sigla e soundtrack (More Than A Feeling dei Boston è un tocco di classe non da poco)
  • Vari punti di vista all’interno della stessa vicenda
  • Dialoghi
  • Troppa lentezza narrativa
  • Episodio che funge da mero prologo e che, a volte, perde il focus della storia

 

La qualità presente in questa puntata pilota è direttamente proporzionale al numero di “fuck” pronunciati da Kevin Bacon nei soli dieci minuti iniziali dello show. Lo stesso Tarantino si è dichiarato scandalizzato da un tale eccesso di violenza verbale!

 

The Night Flynn Sent Cops On The Ice 1×01 0.53 milioni – 0.1 rating

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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