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DC’s Legends Of Tomorrow 4×01 – The Virgin GaryTEMPO DI LETTURA 4 min

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Legends Of Tomorrow sucked. We had to change it drastically. The writers, the creative team changed its course with a genius masterstroke. Now we have a show that embraces the absurdity, the farce and the brillian nature of its theme. […] I was not proud to be a part of this show originally, it was a dud. [Now] I’m more than proud to be a part of Legends, a wonderfully “Monty-Python-esque show”. […] No longer will I accept this slight utterance that #Legends is the in house joke, that we are the ugly stepsister in the #arrowverse tv shit… I know for a fact we are not seen as that within the cooperate structure. So shut the fuck up.

Parole forse un po’ dure, ma sicuramente molto in character, quelle scritte su Instagram quest’estate dall’attore Dominic Purcell, interprete di Mick Rory nello show. Parole che meglio di molti altri discorsi evidenziano sin dall’interno del cast come Legends Of Tomorrow sia cambiata nel corso di questi quattro anni. Guardarsi alle spalle e ricordare l’epoca di Vandal Savage, Hawkman e Hawkgirl, proietta nella memoria un prodotto completamente differente da quello venutosi a creare durante la passata stagione. Certamente quest’ultima avrà avuto qualche problema strutturale, qualche consueto buco di sceneggiatura, ma poco importa. Con molta più probabilità verrà infatti ricordata per la pazzia e il coraggio necessari per raccontare, all’interno di un universo narrativo dark e serioso, la storia di Beebo, il gigantesco pupazzo azzurro-coccoloso e della sua vittoria contro un superdemone del tempo dalla CGI discutibile.
Questa premiere allora riparte proprio da qui, dalla consapevolezza che il muro dell’assurdità è stato infranto, il vaso di Pandora scoperchiato, il trash più spinto sdoganato: il risultato non può che essere incredibilmente scoppiettante.

Sara: “Come on. We just met the Beatles and saved Fourth of July.
Nate: “It’s just all becoming… Old hat.
Ray: “We did spend all of last night year returning displaced people to their proper place in history.
Mick: “Four years doing the same old crap.
Zari: “Yeah, I’m beginning to think Wally had the right idea… taking time off, clearing his head, traveling the world…
Nate: “Look, all I know is, Costantine promised us new mysterious monsters, so where they all hiding?
Sara: “I’m confused. We are all happy that there was only one dragon, right? We don’t want to be fighting werewolves in the Alamo.
Ray: “Well, it would be good for our ratings.
Zari: “What ratings?
Ray: “Oh, you don’t know? The Time Bureau rates all their employees. But don’t worry. We have a few dedicated fans.
Mick: “Who gives a damn about Time Pig ratings? I want dragons.

“The Virgin Gary” non sarà un episodio da Emmy Awards, ma è difficilissimo trovarvi qualche difetto. Considerando l’appiattimento della tv generalista americana sui soliti e consueti stilemi narrativi, non può che risaltare una serie che abbia la possibilità di reinventarsi di settimana in settimana, rinnovando radicalmente ogni singolo aspetto, dai costumi e l’ambientazione fino alle tecniche di montaggio – lo schermo frazionato quando le Leggende arrivano a Woodstock non è un semplice esercizio di stile, ma un vero e proprio omaggio al documentario “Woodstock – Tre giorni di pace, amore e musica” del 1970.
Nel pieno della rivoluzione sessuale americana, si riesce ancora una volta a riproporre tutte le caratteristiche che hanno contribuito a trasformare “the ugly step sister in the #arrowverse” in un prodotto maturo e interessante, che anzi sta diventando sempre più indipendente, tanto che quest’anno (e qui è doveroso un “purtroppo”) non sarà parte dell’ormai consolidato evento crossover. Nella Woodstock del 1969, l’unico posto della storia dove i mostri possono nascondersi senza difficoltà, c’è spazio per citazioni pop ai grandi cantanti del periodo, dialoghi metanarrativi (bellissimo quello a inizio puntata riportato parzialmente qui sopra), un cameo di Thomas Wilson (il Biff Tannen di Ritorno al Futuro) e, come si diceva prima, tanto, tantissimo trash. Tra unicorni assassini che vomitano potenti allucinogeni, il ritorno di Axl il criceto in dimensioni spropositate, capezzoli divorati e antichi incantesimi recitati in lingue incomprensibili, anche la sfida più impegnativa (trovare un punto di commistione tra il citazionismo nerd di LoT e l’esoterismo di Constantine) risulta ampiamente vinta.
Peccato solo per i rating, che nonostante la proporzionalità diretta tra questi ultimi e i draghi teorizzata da Ray, arrivano a toccare il series low. Meno male che in casa The CW qualsiasi cosa respiri venga mandato in onda: proprio ora che Legends Of Tomorrow ha trovato la sua incasinatissima natura, sarebbe uno scempio non permettergli di esprimersi fino in fondo.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Axl e l’unicorno
  • “Trovare un esempio di castità a Woodstock” è il nuovo “cercare un ago in un pagliaio
  • Coralità e affiatamento del cast
  • Mix esplosivo di demenzialità e trash
  • L’integrazione di Constantine 
  • Series low

 

Proprio quando si poteva pensare che con Beebo si fosse toccato l’apice della demenzialità, “The Virgin Gary” arriva e scombussola ogni certezza. Sarà molto interessante vedere nel corso della stagione come si comporterà questa mina vagante della serialità generalista.

 

The Good, The Bad And The Cuddly 3×18 1.41 milioni – 0.4 rating
The Virgin Gary 4×01 1.01 milioni – 0.3 rating

 

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