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Downton Abbey 6×08 – Episode EightTEMPO DI LETTURA 7 min

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Un episodio come non se ne vedeva da secoli. Downton Abbey si congeda dai suoi spettatori per sempre (not quite, actually; rivedremo ancora la Abbey e i suoi protagonisti nello speciale natalizio) con una puntata “praticamente perfetta sotto ogni aspetto”, per citare la connazionale nanny per antonomasia. Qualche leggera stortura l’annoteremo perché ci piace essere puntigliosi, ma nel complesso se ne devono necessariamente tessere le lodi. Sembra impossibile che un episodio di tale pregiata fattura possa essere scaturito dalla stessa mente di episodi come “Episode Five”. Ma basta ricordare le indimenticabili puntate delle prime stagioni per rendersi conto che l’abilità di Julian Fellowes di creare prodotti così coinvolgenti e brillanti come i 72 minuti di questo finale di stagione non era sparita ma solo sopita. Mentre l’accuratezza di scenografie, costumi e dettagli avevano accompagnato indistintamente le 6 stagioni di Downton Abbey, la capacità dello show di catturare il pubblico così come aveva fatto, in modo dirompente, all’inizio era ormai indubbiamente scemata portando lo spettatore a proseguire la visione di questa sesta stagione più per abitudine che per reale voglia di spendere quell’ora settimanale insieme ai Crawley e alla loro servitù. Se nelle recensioni delle precedenti puntate continuavamo a sperare in un recupero che tardava inesorabilmente ad arrivare, giunti quasi completamente sfiduciati (in “Episode Seven” si era intravisto lo spiraglio di luce) a questa ultima puntata non possiamo che ritenerci sorprendentemente soddisfatti di come lo show sia tornato sui binari giusti. Non temete, non si si dimenticano e non si perdonano a Fellowes le tribolazioni che il pubblico è stato costretto a subire per arrivare alla soddisfazione per questo bel finale; allo stesso tempo non si possono non elogiarne gli elementi che l’hanno reso tale.
Le storyline portate avanti negli episodi, in modo spesso raffazzonato e semplicistico sono confluite tutte in quest’ultimo episodio dove si sono amalgamate perfettamente trascinando lo spettatore da una parte all’altra senza confonderlo o sopraffarlo con la quantità di eventi susseguitisi. Questo è stato possibile grazie principalmente a due elementi: la saggia scelta di dare il giusto peso a certe storyline, a certi personaggi piuttosto che ad altri; l’aver creato e mantenuto per tutto l’episodio un’atmosfera di tensione crescente ma mai forzata, stemperata da parti più leggere (Mrs. Patmore e la “house of ill repute“, Spratt e Cassandra Jones) senza però sospenderla brutalmente. L’esempio più calzante è sicuramente quello di Mary e Edith, indiscusse protagoniste dell’episodio ma anche di una delle scene più attese non solo della stagione ma dell’intera serie: lo scontro. La liberazione di Edith che si sfoga nei confronti della sorella in un modo diretto e sfrontato come non si era mai visto nell’ambiente composto e formale di Downton è palpabile e così comprensibile che se non ci fosse stato avrebbe lasciato un senso di incompiuto anche nello spettatore. E’ per questo che a molti sarà apparso come una forzatura il ritorno di Edith per il matrimonio di Mary. Si sarà avuta la sensazione che tutta la parte relativa ad Edith, considerato anche il triste epilogo, sia stata in realtà solo funzionale a dare il lieto fine a Mary. Da una parte, se queste fossero state le intenzioni di Fellowes, non dovremmo sorprendercene molto. Per quanto Downton Abbey si sia sempre proposta come una narrazione corale che ha distribuito story arch e minutaggio tra i vari protagonisti lungo le stagioni, è indubbio che a Mary Crawley sia stata sempre riservata una posizione privilegiata. In quest’ottica si interpreta la scelta del far “sfumare” con facilità quello che apparentemente era stato uno scisma insanabile tra le due sorelle come la scelta narrativa di incentrarsi su Mary e sulla sua storyline e darle, grazie al ricongiungimento con Edith, un senso di chiusura pacifico e completo, come un finale di serie in cui tutti gli ostacoli sono superati, le ferite sanate e lo spettatore è consapevole di lasciare per sempre i personaggi in questo nuovo equilibrio rassicurante. E’ questo quello che si fa in questo episodio di Downton: chiudendo il cerchio su Mary si chiude il cerchio sullo show, perché effettivamente lei ne è sempre stata più protagonista di quanto non fossero gli altri. Allo stesso tempo le scene finali che inquadrano Edith (per quanto, doveroso dirlo patetiche e fuori luogo – Edith che guarda con serenità ai bambini che giocano intorno alla tomba di Sybil? WTF?) e le parole del padre ci dimostrano come non sia del tutto vero che il personaggio di Edith sia passato totalmente in secondo piano rispetto alla sorella. Se, come presumibilmente sarà, è alla sua storyline che verrà dedicato lo speciale natalizio, vorrà dire che Fellowes le ha riconosciuto l’importanza acquisita nelle ultime stagioni dedicando proprio a lei il vero finale; a quel punto sarà invece l’ending affrettato della storyline di Mary ad essere in funzione di un appropriato finale per Edith. Volendo azzardare un paragone un po’ forzato – ma nemmeno tanto, date ambientazioni e tradizioni british – con Ragione e Sentimento, potremmo associare  – con le dovute precauzioni – le due sorelle Crawley alle due sorelle Dashwood protagoniste del romanzo di Jane Austen. A Mary/Marianne, la sorella le cui questioni amorose si ergono a centro della narrazione si contrappone la più umile e riservata sorella Elinor/Edith, relegata ai margini con la sua storia più discreta e funestata da eventi contrari, finché non si giunge alla fine della storia ed è quest’ultima ad ottenere il lieto fine per eccellenza. Chissà che in Downton Abbey non si sia cercato di calcare le orme della Austen e far sì che dopo tante tribolazioni sia proprio sulla sfortunata Edith che si concentreranno le forze per un gran finale? Non possiamo far altro che attendere Natale per scoprirlo!
Last but not least, un commento è dovuto al grande protagonista maschile della stagione – o meglio della sua seconda parte, visto che ci lamentavamo della sua assenza ancora in “Episode Two” e “Episode Three” – : Matthew Goode. La classe e l’eleganza dell’attore inglese si sono confermati nella sua apparizione in questo show facendone subito un personaggio amabile per il pubblico (non solo per Mary), obiettivo difficile da raggiungere quando si sta prendendo il posto di Dan Stevens/Matthew Crawley la cui morte televisiva genera ancora scompensi emotivi. Quindi, come avevamo già detto: Well done!, a Fellowes per la scrittura del personaggio e dei suoi dialoghi e all’attore per essersene impossessato con maestria: la scena della dichiarazione di Mary è esempio lampante del buon lavoro svolto in così poche puntate, tra le parole scelte, la costruzione della scena con i due amanti agli angoli opposti della stanza e le interpretazione dei protagonisti.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Edith e il finale in sospeso
  • Il litigio tra Mary e Edith, la scena che aspettavamo da sempre
  • La dichiarazione di Mary a Henry
  • You’re a coward Mary, like all bullies you’re a coward!
  • Kings are like anyone else.” Siamo d’accordo con Mr.Bates che il povero Molesley ha finalmente ottenuto una ricompensa per la sua bontà
  • Bistrattato per bistrattato, almeno si è permesso al povero Barrow di sopravvivere
  • Al povero Barrow una “fine” preannunciata dalla disperazione sul volto che lo accompagnava nelle ultime puntate. Resterà vana e irrisolta la considerazione sulle molteplici opportunità che il suo personaggio presentava
  • La storyline di Edith: solo funzionale alla chiusura di quella di Mary?
  • Tom Branson è tornato solo per fare da Cupido; un altro “Tom” dello show a cui non è stata data la dovuta importanza
  • Scena finale di Edith alla tomba di Sybil

 

Si ride, si piange, si resta sgomenti e piacevolmente sorpresi. Sebbene con i difetti cui abbiamo accennato, l’ultimo episodio pre-speciale natalizio di Downton Abbey non può non suscitare emozioni forti nello spettatore, tanto più quando questo non se le aspettava, partendo sfiduciato da una stagione davvero debole. Si ringrazia Julian Fellowes per quello che vorremmo fosse un congedo per averne il ricordo intatto nella sua bellezza, ma resta ancora lo speciale natalizio a farci stropicciare le mani. Si potrà replicare l’ottimo risultato ma il rischio della ricaduta finale e di un addio a Downton al di sotto del suo merito ci terrà sulle spine fino al 25 dicembre. God save Downton Abbey!

 

Episode Seven 6×07 7.88 milioni – ND rating
Episode Eight 6×08 8.87 milioni – ND rating

 

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