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Extant 1×04 – 1×05 – Shelter – What On Earth Is Wrong?TEMPO DI LETTURA 7 min

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Il quarto episodio di Extant, intitolato “Shelter”, risponde alle domande con cui ci aveva lasciato “Wish You Were Here“: che fine hanno fatto John e Molly? Dove si sono rifugiati assieme a Ethan? Cercano riparo dal padre di Molly, Quinn – sprofondato nel vortice dell’alcol dopo la morte della moglie -, interpretato dal premio Oscar Louis Gossett Jr.
Dopo tre episodi in cui l’hanno fatta da padrone soprattutto tensioni psicologiche e noiose tirate sterili, una sorta di spirale in cui eravamo rimasti intrappolati e ingabbiati, finalmente in “Shelter” il ritmo diventa sostenuto e con esso cresce la suspense.
Il dramma sta montando e, a poco a poco, Extant diventa materia mobile, più viva e vibrante, almeno un po’ di più di quanto non sia stato fino ad ora: si intrecciano le sequenze “familiari” di Molly e John che, mentre cercano di sbrogliare la matassa, si uniscono sempre più e dall’altra parte ci immergiamo nel rapporto nonno-nipote, relazione che ci fa capire meglio il carattere di Ethan.
Se nei primi episodi il legame tra Molly e John era freddo e privo di spessore, ora invece scalda. Molly, nonostante la tempra di donna forte e combattiva, ha bisogno d’aiuto più che mai, e John, nonostante sia molto più debole della moglie, interessato soprattutto al lavoro, è pronto a darle una mano – in fin dei conti quella è la sua famiglia. Interessante è anche il rapporto tra nonno – anche se il personaggio di Quinn sembra un cliché – e nipote: i due poco avvezzi l’uno all’altro si parlano e si raccontano. Nasce uno dei momenti più malinconici e tristi di questi primi episodi: Quinn usa il nipote, scommettendo su di lui e il bambino, sentendosi fenomeno da baraccone, si sente perso, disperato e solo. Ethan è sicuramente uno dei personaggi meglio descritti e costruiti di Extant e probabilmente anche meglio interpretati.
È affascinante la commistione tra il volto di Pierce Gagnon e la delicatezza meccanica e malinconica del ruolo da lui interpretato: tenero il desiderio del bambino di essere “vero”, imperfetto, “normale”, non un robot speciale dalle fattezze umane, lo sguardo triste dell’umanoide stringe il cuore, come anche quegli occhi spalancati, curiosi e spaventati insieme, che guardano intorno alla scoperta del mondo. Lo spettatore non può non essere toccato dalla paura, dallo spavento e dalla mortificazione di Ethan, che fugge, come farebbe qualsiasi altro coetaneo, dal momento che non riesce a sopportare le urla e la delusione del nonno.
Extant qui fa un lavoro ineccepibile, la tensione monta di sequenza in sequenza e lo spettatore teme per la sorte di Ethan che è scomparso e poi temerà per Molly, “rapita” dall’ISEA – in un climax ascendente il groviglio complottista si fa sempre più intricato. Moglie e marito iniziano le ricerche ed è interessante come i due si comportino proprio come genitori, non “possessori” di un robot, si mescolano dunque elementi sentimentali ed emotivi – il timore di Molly e John che non sanno dove sia il loro figlio – con quelli “tecnologici” – quel bambino in realtà non è fatto di carne, ossa, odore, e infatti per gli altri è solo un robot, i cani non potranno fiutare nessun tipo di traccia.
Paura, dolore e spaesamento negli occhi di Ethan prima di cadere in un “sonno profondo” lasciano il segno, lo sguardo rivolto in alto del piccolo ci fa tornare in mente la storia raccontatagli da Molly all’inizio dell’episodio, quella delle Sette Sorelle, le Pleiadi, figlie di Atlante e Pleione e questo risulta essere uno dei momenti più drammatici della stagione, è evidente che tra noi e Ethan si è instaurato un legame. Continua la dicotomia tra bambino vero – è talmente tanto “patetica” l’immagine da farci dimenticare che quello non è un umano, ma un robot – e umanoide – si utilizza il linguaggio delle macchine, infatti Ethan viene disattivato – ; ma non si è ancora però raggiunto l’apice: il robot è solo una pedina in mano all’ISEA per raggiungere Molly che, trovato il figlio, viene rapita,
analizzata, studiata. Ancora tesi e spaventati ci chiediamo che cosa ne sarà del bambino che porta in grembo. Dunque ancora molte interrogativi restano irrisolti in “Shelter”, interrogativi che troveranno risposta solo nell’episodio successivo.

Il ventre di Molly è vuoto, lo dicono le analisi fatte in ospedale, non c’è traccia di nessun bambino; è questo l’inizio del quinto episodio di Extant “What On Earth Is Wrong?”, che fin dal titolo punta a smuovere le coscienze: che cosa c’è di sbagliato
sulla terra? Questo episodio caleidoscopico, ansiogeno e intricato, è tutto incentrato sulla costruzione di una falsa verità: L’ISEA non si fa scrupolo di “rubare” il feto, farlo suo e in un gioco perverso far credere a Molly di essere pazza. Si intrecciano due filoni: da una parte il “lavoro” che la donna fa per dimostrare al marito che la gravidanza non è un’allucinazione, ma è realtà, dall’altra il risveglio di Ethan. Tanto si gioca sulla corsa contro il tempo di Molly che sente il fiato sul collo di coloro per cui ha lavorato, tanto si teme che Ethan non si “risveglierà” mai dal “coma” in cui è caduto.
Dal punto di vista dei personaggi quello tra moglie e marito è uno schema oramai chiaro, perché fin da subito è apparso evidente che Molly è il personaggio trainante, John è quello trainato, almeno nella dinamica di coppia – mentre nell’ambito lavorativo l’uomo non ha “paura” di far sentire la sua voce, anzi, si dimostra di polso. La donna sa, conosce la verità ed è in grado di dimostrarla, invece il marito è come una banderuola, disarmato e spaesato in questa situazione.  Mentre John è al “capezzale” del figlio, ed appare scosso e tormentato per tutto ciò che sta accadendo, la moglie cerca di trovare soluzioni – è lei a trovare la via d’uscita per dimostrare che era veramente incinta -, mentre l’uomo inizia a credere che Molly sia folle veramente – in fin dei conti lei stessa ha ammesso di avere delle allucinazioni, forse anche la gravidanza era frutto della sua mente instabile -, la donna gli chiede solo fiducia.
Convince abbastanza la costruzione di “What On Earth Is Wrong?”, nonostante alcune digressioni inutili, più interessante è invece il modo in cui Molly si scaglia come una guerriera contro il nemico, non si può fidare di nessuno, neppure dell’amica Sam, oramai dall’altra parte della barricata. Se all’inizio di “What On Earth Is Wrong?” i nostri sembrano in ginocchio, sopraffatti da un turbine di menzogne, alla fine si è tornati ad uno “pseudo-equilibrio” – Ethan è stato riattivato e può finalmente tornare nella sua casa, Molly riesce a farsi credere, almeno dal marito -, ovviamente c’è ancora un grande interrogativo per i due genitori: dove è il feto?

 

PRO:

  • Finalmente c’è un po’ d’azione
  • La sequenza in cui Molly mette a letto il figlio e gli racconta delle Sette Sorelle
  • La fuga di Ethan  e il momento in cui viene disattivato
  • Il momento in cui Molly viene rapita
  • La tensione costruita intorno alla gravidanza di Molly
CONTRO:
  • Ancora molte sono le cose che non vanno: tutto viene comunque raccontato con il contagocce
  • Il personaggio di Quinn è banale e con poco spessore, nonostante nella storia sia importante
  • L’Isea con tutte le sue ombre: sembra che non ci sia l’intenzione di fare luce, ma solo di aggiungere elementi, complicando la situazione

 

Nonostante gli ascolti siano sempre più bassi, qualcosa di buono in “Shelter” ed in “What On Earth Is Wrong?” c’è, finalmente qualcosa accade, azione e movimento si uniscono al mistero, forse anche troppo, perché molto di Extant non è stato spiegato ancora. Rispetto ai primi episodi quello di “Shelter” e di “What On Earth Is Wrong?” è già un grande passo avanti, gli episodi sarebbero sicuramente migliori se ci si fosse concentrati maggiormente sulla storia centrale e non su storie parallele. Sempre buona l’interpretazione dei personaggi.

 

Wish You Were Here 1×03 6.48 milioni – 1.1 rating
Shelter 1×04 5.92 milioni – 1.0 rating
What On Earth Is Wrong? 1×05 5.94 milioni – 1.0 rating

VOTO EMMY

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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