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Fargo 3×02 – The Principle Of Restricted ChoiceTEMPO DI LETTURA 5 min

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Freddo, vendetta e violenza. Rancore, sensi di colpa e loschi traffici. Queste sono solo alcune delle spinte che reggono il secondo episodio di Fargo, intitolato “The Principle Of Restricted Choice”. La scelta è limitata per i protagonisti di Fargo, lo è per Ray e Nikki, lo è per Emmit e lo è anche per Gloria. Non c’è salvezza immediata e neppure possibilità di fuga, quasi tutti sono messi di fronte ad una unica fallimentare strada che porterà sicuramente a catastrofiche conseguenze. Dopo “The Law Of Vacant Places” si è innescato il classico meccanismo alla Fargo: un errore, una scelta sbagliata, l’irruenza di qualcuno che non ragiona, il Caso che terribile spariglia le carte. Nulla può salvare i personaggi dal Fato che agisce brutalmente sulle sue creature, povere criste, mosse verso un futuro oscuro (cosa succederà a Ray e Nikki?), in bilico tra l’oblio e il nulla (per Ray e la sua donna ci sarà una qualche salvazione?), tra il successo e la caduta.
“The Principle Of Restricted Choice” si costruisce intorno al triangolo Ray-Nikki-Emmit (i dissapori tra i fratelli e il necessario furto del francobollo) da una parte e dall’altra alle ricerche di Gloria, ex capo della Polizia di Eden Valley, circa la morte del patrigno. Ma non accade solo questo: il fratello imprenditore e Sy, suo braccio destro, fino a poco prima gradassi perché convinti di avere il potere nella loro giurisdizione, ora sono stati declassati da V.M. Varga che manda i tirapiedi a lanciare l’avvocato di Emmit dal tetto e così via… In “The Principle Of Restricted Choice” siamo di fronte ad un labirinto spaventoso dove ogni gesto è legato indissolubilmente a un altro e a un altro ancora. Succede infatti tantissimo nell’episodio, eppure non si sente il peso di tutti gli avvenimenti, proprio perché a sostenerli c’è una sceneggiatura orchestrata alla perfezione e un montaggio esemplare.
Dopo la première, questo secondo episodio mostra agli spettatori le nuove regole del gioco, Fargo rimette in campo elementi cari anche alla serie antologica ma sembra addirittura moltiplicare la tensione narrativa, esasperare la malvagità dei personaggi e triplicare la portata delle coincidenze. Sono le due donne a brillare per forza, Gloria e Nikki, alle prese con le sue indagini, un patrigno di cui scoprire luci e ombre, e uomini con una “fragile” spina dorsale (è nella natura di Ray essere così, c’è un problema sul suo “Chi”); se la prima però indaga seguendo le regole, mettendo i puntini sulle i, l’altra è immersa nell’illegalità e nella rabbia (grottesca la vendetta della donna che lascia nel cassetto del “cognato” un regalino: uno sporco assorbente interno) e passa tra scene in cui si evincono i sentimenti per il compagno e la sua mala fede nell’istigarlo contro il fratello.
Al centro c’è soprattutto il rapporto complicato tra i fratelli interpretati dal bravo McGregor: l’attore intreccia e scioglie verità e menzogne, storie e fraintendimenti, in questo caso rappresentati perfettamente dal dialogo tra gli Stussy. I fratelli si raccontano falsità mostrandole come verità e viceversa, entrambi però credono o sperano che siano reali. Ray dice di sentirsi in colpa – e lo si evince, da una parte ci crede -, si scusa per ciò che è accaduto (nel profondo del cuore, è vero), per le liti, per la lontananza – e nello sguardo suo e del fratello c’è il bene che si vogliono – e Emmit ne è felice.
Emmit e Ray Stussy sono, almeno ad un primo sguardo, lontanissimi, ma non è poi così vero: se Emmit, il Re dei parcheggi del Minnesota, sembra ricco, potente, pieno di capelli, possiede tutto e anche di più (anche il famoso francobollo), Ray invece, con un’incipiente calvizie, sembra un vinto, con poche prospettive per il futuro, insicuro di sé, oppresso dai rimorsi (la morte di Maurice) e tartassato dal mondo (i colleghi e il fratello), ha bisogno di riscatto e per lui sinonimo di ciò è Nikki, la sua bella, giovane e coraggiosa fidanzata. Emmit potrebbe essere l’eroe, ma gli elementi sono mutati o si sono chiarificati, e anche lui si trova in una condizione d’impotenza (si pensi a V. M. Varga, ma anche il rapporto con il socio Sy) tanto da avvicinarlo a Ray, l’antieroe della stagione – come lo erano stati Lester nella prima e i coniugi Blumquist nella seconda.
Gli uomini, in quel dialogo, sembrano di fronte ad uno specchio, non sono poi così distanti. Basterebbe poco per riunirsi, e Ray ammette che quel parlare con il fratello dopo tanto tempo sia stato bello, ma la realtà è un’altra: in casa c’è Nikki in “tenuta da lavoro” per rubare il francobollo. Il gioco prende forma di fronte ai nostri occhi, il pubblico sa e capisce.
Ancora una volta viene presentata un’umanità deteriorata e difettosa, abbarbicata su un muro di idiozie, malvagità e rancori. Si cade in Fargo e non si riesce a risollevarsi perché non c’è mai fine al peggio. Nikki, e di conseguenza Ray, credeva di potersi salvare rubando il francobollo ma quando al suo posto trova il disegno di un asino la sua rabbia monta. Quando Emmit trova l’assorbente interno e il messaggio scritto sul quadro comprende che quello è solo l’inizio, dopo la morte del suo avvocato  è chiaro che V.M. Varga sarà il suo antagonista. Gloria è consapevole che deve scoprire ancora molto sul suo patrigno.
Il Minnesota è ormai un campo di battaglia in cui i personaggi sono pronti alla guerra.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Nikki e Gloria
  • Il dialogo tra i due fratelli
  • La sceneggiatura perfetta 
  • Praticamente nulla

 

“The Principle Of Restricted Choice” è un buonissimo episodio che pone le basi per un’ottima terza stagione.

 

The Law Of Vacant Places 3×01 1.42 milioni – 0.4 rating
The Principle Of Restricted Choice  3×02 1.05 milioni – 0.3 rating

 

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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