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Fosse Verdon 1×03 – Me And My BabyTEMPO DI LETTURA 3 min

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Fosse Verdon 1x03Do you know the story of the little angel boy?

L’avere ottenuto un ruolo a teatro, in una commedia non musical (come viene sempre ben sottolineato), porta Gwen a scavare nel proprio vissuto personale, per interpretare meglio la parte. Sembra, all’inizio, solo un confronto tra il ruolo materno da interpretare sul palcoscenico e quello della vita reale, con i problemi di gestione della figlia Nicole. Né lei né il marito, molto presi da impegni pressanti, riescono sempre perfettamente ad averne cura e, quando la bimba viene lasciata sola, per una mezz’oretta, con un amico del padre, la preoccupazione della madre suona quasi come un eccesso di perbenismo. Molto strano per chi vive nell’ambiente dello spettacolo, ma in effetti c’è di più.
Emerge, così, il nodo forse più doloroso dell’esistenza di Miss Verdon: rimasta incinta giovanissima, a soli 17 anni, di un giornalista che l’aveva avvicinata all’epoca dei suoi primi successi (nella sua breve apparizione questo primo marito Jim Henaghan, non ci fa una grande figura). Essendo il 1942, scattò l’imprescindibile matrimonio riparatore, destinato a breve durata, perché lei presto abbandonò il marito, ma soprattutto il figlio, per seguire il suo sogno di diventare una grande ballerina. Come però mostra l’episodio, mischiando il pianto di un bambino allo scrosciare degli applausi, Gwen portò sempre dentro di sé il peso della dolorosa scelta compiuta, anche nei momenti di massimo successo.
Tutto questo già appare triste di per sé, ma una tristezza ulteriore viene aggiunta durante la scena in cui Bob le dice di far cambiare il figlio che lei dovrebbe avere nella commedia in una figlia, come la loro Nicole, perché “lei non sa cosa vuol dire tirar su un figlio maschio”. Qui non si capisce se si tratti di semplice insensibilità da parte di lui o del fatto che lei non gli abbia parlato del suo precedente matrimonio. In ogni caso, lascia davvero l’amaro in bocca.
Non è di per sé una scusa lo stress a cui il regista coreografo è sottoposto, mentre cura il montaggio del film Cabaret. Per lo meno, quest’ansia offre lo spunto per uno spumeggiante numero musicale di apertura. La danza sembra davvero il mezzo per evadere da una triste realtà in un mondo tutto più semplice, divertente e colorato, come si vede anche nello straordinario numero messo in scena dai ballerini del locale in cui Gwen, da giovane, va a sedersi.
Notare poi, come tanto più i due coniugi prendono le distanze l’uno dall’altra dal punto di vista emotivo e personale, quanto più hanno bisogno l’uno dell’altra dal punto di vista professionale. Bob, infatti, pensa solo alla moglie quando gli serve qualcuno a cui rivolgersi per farsi aiutare con un’operazione lunghissima, complicata e dolorosa per lui come il montaggio di Cabaret. Ogni puntata aggiunge un tassello alla rappresentazione di un rapporto eccezionale e particolarmente complesso, di cui molto probabilmente non si arriverà mai a sviscerare pienamente il mistero.
Dopo un episodio simile, è quasi logico vedere il cupo conto alla rovescia a cui la miniserie ha abituato i suoi spettatori toccare anche Gwen, con i 28 anni intercorsi fra il 1972, epoca in cui si svolsero le vicende narrate e la sua morte, nell’ottobre 2000.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Lo straordinario numero di danza nel locale
  • Il numero di apertura
  • La battuta di Bob sul figlio maschio

 

Bob Fosse aveva tutti i suoi difetti e i suoi problemi. Purtroppo anche l’unica persona capace di stargli accanto personalmente e forse ancor di più professionalmente non era esente da problemi e difetti, essendo pure lei umana. Questo viene detto in un episodio dove si rappresenta un dolore vero, costante e profondo, come gli americani stanno imparando a fare dopo decenni di eroi del West e melodrammi super strazianti. La ricetta della serie risulta ben bilanciata da eccezionali numeri di danza, coreografati col gusto della ricostruzione d’epoca.

 

Who’s Got The Pain 1×02 0.4 milioni – 0.1 rating
Me And My Baby 1×03 0.4 milioni – 0.1 rating

 

 

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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