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Game Of Thrones 3×04 – And Now His Watch Is EndedTEMPO DI LETTURA 7 min

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Dalle terre selvagge oltre la Barriera fino alle montagne di Dorne, dalle isole di Ferro a Capo Tempesta, la magia era ormai solo un eco lontano, i draghi e i non morti vivevano solo nei libri polverosi dei maestri della Cittadella, e gli dei avevano smesso di ascoltare le preghiere degli uomini. Ma qualcosa si è svegliato, Bran Stark sogna un corvo a tre occhi, Daenerys Targaryen è madre degli ultimi draghi sulla Terra, i morti inseguono i vivi e il Dio della luce guida secondo la sua volontà i preti rossi, Thoros di Myr e Melisandre di Asshai. Ma il vero mistero, in questa serie e saga, non è la magia ma il cuore degli uomini; in Game of Thrones non si sceglie di stare dalla parte del bene o del male, dalla parte del giusto o dell’ingiusto, dell’ onesto o del disonesto, si sceglie da che parte stare e basta, si sceglie a chi donare la spada e la vita, si scelgono gli altri o si scegli semplicemente sè stessi.
E proprio sulle scelte di vita o di un attimo vorrei analizzare i Guardiani delle Notte, raccolti a casa di Craster; alcuni di loro scelgono di vegliare sulla Barriera altri sono costretti, ma una volta lì ognuno può scegliere di nuovo che tipo di persona essere. Non tutti sono contenti della situazione che si è venuta a creare sotto il tetto di Craster, e nonostante il malcontento si respirasse già da un po’, alcuni uomini scelgono di ribellarsi al loro ospite e soprattutto si ribellano a Lord Mormont che piega la testa davanti alle palesi ingiustizie di Craster: nella confusione generale la scelta deve essere istantanea, ma Samwell non si schiera e decide che è il momento giusto per aiutare Gilly e il suo bambino a scappare. Mormont è morto “and now his watch is ended”.
Theon continua a scappare insieme al misterioso ragazzo che dice di essere anche lui un uomo di ferro: tutta la vicenda di Theon è basata sulle scelte, lo dice lui stesso, ha fatto la scelta sbagliata e ha perso tutto. L’erede di Balon Greyjoi apre il cuore all’aiutante sconosciuto e in un monologo straziante rivela che Ned era il suo vero padre nonostante non ci sia il legame di sangue a legarli, rivela che ha sbagliato tutto e che è pentito. Alfie Allen fa venire i brividi, mi ha commosso profondamente, ma altrettanto bravo è Iwan Rheon: quando la situazione si ribalta e ricompare la croce sulla quale veniva torturato Theon, il ragazzo cambia espressione si leva i panni del dolce e gentile arciere e indossa il ghigno della malvagità. Perfetto, estremamente perfetto. Chi ha letto i libri sa già chi è il ragazzo misterioso che si è divertito sadicamente a torturare psicologicamente Theon, gli altri dovranno aspettare, ma l’attesa e la suspence sono alquanto ben resi.
Un altro toccante e improbabile duo sono Jamie e Brienne; se durante il corso delle prime due stagioni è quasi impossibile provare un minimo di empatia per lo Sterminatore di re, qui lo ritroviamo senza la mano della spada e, come gli rammenta Brienne, per la prima volta ha avuto un assaggio del vero mondo, dove il nome che si porta vale poco o nulla, dove la crudeltà è gratuita, e dove non basta essere uno dei più grandi spadaccini dei sette regni per vincere ma bisogna essere interiormente forti. Lei lo scuote verbalmente e gli dice di non abbattersi perché non è questa la soluzione: in questo punto preciso della storia la Brienne telefilmica mi piace di più rispetto alla testarda ragazzona tutta onore e odio per Jamie, e ogni volta che compaiono sullo schermo sono motivo di risate e di riflessioni, in questo episodio solo di riflessioni però.
Gli altri Lannister invece li abbiamo ritrovati dove li avevamo lasciati la puntata precedente, ad Approdo del Re: le scene tra re Joffrey e la futura regina Margaery sono fini a loro stesse e servono a farci capire quando disturbato sia il giovane sovrano (non che non lo avessimo già capito dalla 1° stagione comunque) e quanto astuta manipolatrice con la faccia d’angelo sia lei. Cersei questo non lo può sopportare, come non può sopportare di essere considerata meno dei suoi due fratelli maschi e andrà a farlo presente al caro papà Tywin. Charles Dance ha una presenza scenica pazzesca, riesce a bucare lo schermo anche solo scrivendo delle lettere e chiunque non abbia un grande amore per la regina reggente ha esultato udendo la frase tagliente con la quale Tywin Lannister liquida la figlia: “I’m not trust you because you are not smart as you think you are“, ed un applauso è venuto spontaneo.
Tyrion fa una breve comparsata in un dialogo con Varys, durante il quale aggiungiamo pezzi mancanti alla vita dell’eunuco, anche se tutto questo non ha niente a che vedere se confrontato con il meraviglioso botta e risposta avuto con Lady Oleanna: ancora trame, sotterfugi e dialoghi che vedono coinvolta non direttamente la giovane Sansa Stark. La bella fanciulla del Nord ha preso in simpatia la reginetta, che vuole diventare sua cognata proponendole di sposare Loras, un intrigo non da niente visto che la giovane Tyrell vorrebbe scavalcare il volere della Regina reggente. Approdo del Re è una fossa di serpenti e le parole a corte uccidono più della spada.
In effetti le parole più delle azioni tengono insieme la trama, e con discorso ad effetto entra in scena anche Lord Beric Dondarrion, il vero leader della Fratellanza. In tutta la sua magnificenza, nonostante l’aspetto malandato, si palesa davanti al Mastino, accusato di omicidio. La volontà della Fratellanza, o meglio del Signore della Luce, è quella di fare un processo per singolar tenzone in cui si dimostrerà l’innocenza o la colpevolezza dell’ex cane di Joffrey; Arya ancora una volta dimostra di essere forte e, nonostante assista alla scena immobile, fa valere le sue ragioni sostenuta da Dondarrion che si offre come avversario di Sandor Clegane. Il confronto verbale tra i due è stato pregnante e significativo, ancora una volta si parla di scelte, in questo caso Lord Beric, Thoros e gli altri scelgono di essere imparziali (“né lupi, né leoni”) e di portare giustizia incondizionatamente in tutto il regno. Combattono una guerra dalle retrovie, senza onori né gloria, semplicemente da fuorilegge e forse per questo sono i più ammirevoli. Dall’altro canto Clegane ha scelto di vivere la sua vita servendo i Lannister, non discute e fa tutto quello che gli viene detto di fare, compreso ovviamente uccidere e per questo dovrà pagare, se Dio Rosso decreterà così.
Altro Stark altra sequenza, sulla quale non vorrei sprecare troppe parole, anche perché su una scena così inutile sono stati sprecati già minuti preziosi. Capisco la necessità che hanno di alternare i personaggi e di lasciarne qualcuno fuori, non capisco però perché delle volte inseriscano i personaggi a forza con scene totalmente inutili. Sappiamo già del corvo, sappiamo già che Jojen vuole cercarlo con lui, insomma niente di nuovo, solamente un sogno nel quale Bran rivede sua madre. Ne avremmo fatto volentieri a meno visto che ce ne sono di cose più importanti da mostrare…
Ho lasciato la sequenza finale per ultima ma non per importanza perchè infatti è tutto fuorchè irrilevante. Dany riesce con un ingegnoso stratagemma a prendersi gli Immacolati, riprendersi il Drago e mettere letteralmente a fuoco e fiamme Astapor, città schiavista. La scena lascia letteralmente senza respiro, nonostante io sapessi già cosa sarebbe accaduto sono comunque rimasta con il fiato sospeso; carismatica, energica, Daenareys è una forza della natura, e quando si gira ordinando all’esercito di uccidere gli schiavisti e al Drago Dracarys di incenerire il mercante di schiavi è stata al pari se non migliore di quando si butta nella pira funeraria e ne riesce non bruciata. La madre dei draghi (per gli amici anche MODILF) finalmente ha un esercito al seguito, ha i draghi e la forza d’animo necessaria per regnare. Nonostante io non sia una grande fan di Dany ho amato la forza di queste sequenze dalla prima all’ultima e l’evoluzione che Emilia Clarke ha saputo imprimere al personaggio nel corso di queste stagioni. Bravi tutti insomma.

 

PRO:

  • Finale fire and blood per Daenerys.
  • Twyn Lannister è sempre fantastico.
  • Lord Beric Dondarrion.
  • La sequenza di Theon, da brivido il monologo.
  • Brienne che cerca di sostenere Jamie.
CONTRO:
  • Sogno di Bran alquanto inutile.

 

Episodio quasi perfetto, questa terza stagione entusiasma e convince. In ogni caso gli autori ci devono una cosa: non vogliamo sapere chi siederà sul Trono di Spade alla fine di tutto, per quello ci sarà tempo, per il momento siamo solo curiosi di sapere cosa ha fatto Podrick alle tre ragazze tanto da far chiacchierare tutta la Fortezza Rossa al riguardo. Lo vogliamo sapere.

 
VOTO EMMY

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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