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Halt And Catch Fire 4×08 – GoodwillTEMPO DI LETTURA 4 min

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Goodwill è una parola difficile da rendere in italiano: si può tradurre con ‘opera di carità’ o anche con ‘buona volontà’, è in qualche modo legata all’amicizia, alla benevolenza e alla gentilezza.
Dove vanno a finire tutte queste belle parole quando si è alle prese con una difficile elaborazione del lutto? Anche solo chiedere “Come va?” può essere vissuto alla stregua di una lama di spada nel cuore su una ferita ancora troppo calda per poter anche solo tentare di esprimere a parole un dolore così lancinante. Quindi quello che si fa è rispondere che va tutto bene, per quieto vivere e perché si sa che la maggior parte delle volte quella domanda è solo una forma moralmente nobile di ipocrisia.
Ed è questo il fulcro di uno dei migliori dialoghi di questo episodio, quello tra Donna e Cameron finalmente libere di esprimere i loro sentimenti senza dover interporre il loro devastante orgoglio. Tutto l’episodio comunque è pieno di splendidi momenti, non solo di dialogo ma anche di silenzi. Portando lo spettatore è ad essere sullo stesso piano dei protagonisti, tutti incapaci di gestire una situazione ingestibile.
Sarebbe stato facile cadere nel facile sentimentalismo partecipando al “bel funerale” di cui tutti parlano, invece l’attenzione si sposta a qualche giorno dopo, quando ricomincia la vita ordinaria, quando si comincia a preparare qualche scatola, caricandola di tutto quello che ci si vuole portare dietro e lasciando le cose che non hanno più valore.
Quando il silenzio non è una qualche forma di rispetto per il morto ma un rumore tra i più assordanti, soprattutto se i ricordi tornano alla mente senza avvisare e ci si trova nudi di fronte alla perdita.
Si fa quel che si può. Donna in questo è quella che ci prova, dando un ordine a tutto ma sbagliando più di tutti perché inizialmente non capisce come tutti, compresa lei stessa, abbiano prima necessità di sfogare il dolore che finora sembrava essere stato accantonato.
Dopo aver ammesso a Joe di essere rimasta sola prima di sapere di Gordon nello scorso episodio, rivelando una consapevolezza di sè oltre la barriera della donna dura e potente, in due occasioni mostra chi è veramente.
Quella donna caparbia che dice a Cameron di aver finito il suo gioco, ammettendo di averne apprezzato la difficoltà e il messaggio finale, dimostrando quindi di essere capace di andare oltre nella conoscenza delle persone, chiarendo a Cameron, prima di altri, che lei può vedere le cose più in grande di quanto il suo guscio protettivo le impedisce di fare. A questo attestato di stima e di apprezzamento aggiunge anche la necessità, il bisogno di avere amici, persone care accanto a lei. Prima fra tutti quella Cameron che sa ammettere di essere lei stessa la più stronza dell’universo. Questo riavvicinamento tra le due viene costruito a piccoli passi, senza risultare melenso.
Poi c’è Joe e il suo dolore. Anzi, la sua impreparazione. Mai come in questo momento la potenza di questo personaggio esce fuori travolgendo tutto e tutti, senza che questo avvenga in modo eclatante.
Quel maglione apparente irrilevante dopo essere dato via, una volta perso diventa importantissimo, ma purtroppo non verrà mai veramente ritrovato. Il rapporto di Joe con Gordon ha molte similitudini con questo, o almeno è quello che sembra pensare Joe in quello straziante viaggio di ritorno dalle opere di bene con Haely. Lui non è pronto,  o almeno crede di non esserlo, ma quel sorriso verso la fine a tavola con tutto il suo mondo sembra dargli una speranza. Una speranza che viene dopo aver respirato per buona parte dell’episodio un’atmosfera claustrofobica, anche dovuta ad una regia strettissima sui primi piani e giocata su luci dai colori spenti e quasi sfocati.
Sfuocato è anche il futuro di tutti. Nessuno infatti lascia trasparire certezza su cosa avverrà domani, che sia la scuola o l’università, la carriera o l’azienda da portare avanti. C’è solo spazio per la famiglia, quella disfunzionale nutrita a pane e chili preparato con amore paterno da Boz.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Lacrime in sottrazione che scorrono per tutto l’episodio, la miglior combinazione narrativa per uno splendido episodio.

  • Ogni personaggio sbaglia ma sono tutti perfetti

  • Che sta per finire…

 
Un altro episodio di livello altissimo che testimonia come dopo 4 stagioni questa serie abbia tanto da dire senza scadere in una narrazione scontata anche quando racconta uno dei momenti più “facili” su cui cadere in tentazioni. Una serie tra le più belle degli ultimi anni. A due episodi dal gran finale.
 

Who Needs A Guy 4×07 0.32 milioni – 0.11 rating
Goodwill 4×08 0.32 milioni – 0.08 rating

 

 

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Dopo miliardi di ore passate a vedere cartoni giapponesi e altra robaccia pop anni ’80 americana, la folgorazione arriva con la visione di Twin Peaks. Da allora nulla è stato più lo stesso. La serialità è entrata nella sua vita e, complici anche i supereroi con le loro trame infinite, ora vive solo per assecondare le sue droghe. Per compensare prova a fare l’ingegnere ma è evidentemente un'illusione. Sogna un giorno di produrre, o magari scrivere, qualche serie, per qualche disperata tv via cavo o canale streaming. Segue qualsiasi cosa scriva Sorkin o Kelley ma, per non essere troppo snob, non si nega qualche guilty pleasure ogni tanto.

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