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Homecoming 1×05 – HelpingTEMPO DI LETTURA 4 min

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Arrivati al giro di boa, dopo quattro episodi senza dubbio gradevoli il nuovo prodotto Amazon con protagonista Julia Roberts intitolato Homecoming non aveva dato segnali importanti per quanto riguarda la scrittura, concentrandosi di più su un lato tecnico veramente notevole, aspettarsi lo sblocco di una situazione simile quindi non sembrava assurdo, e finalmente lo show ha manifestato i primi importanti segnali da questo punto di vista. La bellezza della doppia narrazione e del lato tecnico di questo prodotto ha cozzato in effetti un po’ con il basso minutaggio degli episodi che lascia ancora qualche dubbio sulla bontà dell’idea, tuttavia lo stato di definizione dei personaggi e dell’intreccio sta assumendo una linea ben precisa e molto promettente in vista delle rimanenti puntate.
Finalmente lo spettatore, grazie al contributo fondamentale offerto da “Helping” ha la possibilità di capire cosa effettivamente stia succedendo all’interno della struttura di recupero per i veterani e come si stiano muovendo gli addetti ai lavori. Protagonista assoluto all’interno di questo schema è Colin: il suo personaggio, già presentato nelle puntate precedenti come fortemente condizionato da se stesso e poco incline ad accettare l’opinione altrui, sta diventando sempre più una sorta di avvocato del diavolo. La sua attitudine è probabilmente quella peggiore per un leader, tanto egocentrico e nascosto dietro l’insicurezza da trascurare totalmente gli effetti collaterali e il parere dei dipendenti.
Per quello che abbiamo avuto modo di vedere fino ad oggi però il personaggio regge totalmente il ruolo all’interno dello schema narrativo che gli è stato affidato, il suo compito è quello di non fare troppe domande e di eseguire gli ordini che gli sono stati affidati, dal punto di vista dei creatori del progetto senza dubbio l’uomo giusto al posto giusto. Quindi non c’è da stupirsi se il suo dialogo con Heidi si tramuti in una sorta di rimprovero per aver affidato un’armonica ad un soldato, se lo scopo dei suoi superiori è ormai quello conclamato di curare il PTSD (Disturbo da stress post-traumatico che diventò celebre negli Stati Uniti a seguito della Guerra del Vietnam e quella del Golfo ma che in teoria può manifestarsi anche mediante atti di violenza più comune come violenza sessuale o incidenti d’auto) come se fosse una malattia che va estirpata e non semplicemente gestita, il comportamento di Heidi è totalmente inappropriato in quanto l’armonica potrebbe scatenare delle sensazioni difficili da contenere o addirittura potrebbe innescare una serie di ricordi dolorosi per i soldati, insomma basterebbe anche solo un piccolo passo falso per corrodere l’intero sistema allestito.
Da questo punto di vista quindi Colin sembra assolutamente coerente, Heidi è forse il personaggio più lontano da questa visione, non si conosce effettivamente quanto sia coinvolta nelle problematiche del suo capo o quanto voglia condividerle e accettarle, le sue motivazioni in relazione alla telefonata sembrano addirittura suggerire che la protagonista stessa possa essere all’oscuro di molto di quello che accade all’interno della struttura.
Il modo di operare della psicologa lascia volontariamente, per una scelta degli scrittori con molta probabilità, tanto da immaginare, ed è questo lo sforzo che si chiede al pubblico, c’è ancora un mistero molto fitto nella nebbia che ricopre il progetto Homecoming, sia dal punto di vista narrativo sia da quello più strettamente connesso alla psicologia dei personaggi, è possibile che neanche i protagonisti stessi abbiano sviluppato un pensiero preciso sull’argomento, lo show basa quindi le proprie fondamenta su questo tipo di storytelling molto vedo-non-vedo, tipico di Esmail, in modo da far lavorare lo spettatore esattamente allo stesso modo dei protagonisti.
Una piccola risposta potrebbe arrivare dalle scene del futuro, in particolar modo dalla visita di Thomas a Shrier, dove troviamo l’ex soldato in uno stato di salute mentale non propriamente eccezionale, sicuramente uno dei sintomi della gestione del progetto e di come poi le modifiche al trattamento abbiano influito sui veterani coinvolti.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Narrazione modello vedo-non-vedo molto adatta, lo spettatore può seguire direttamente dagli occhi dei protagonisti che sanno poco più di lui o lo stesso
  • Dialogo tra Colin e Heidi
  • Scena della sedia incollata
  • Scena del pellicano in ufficio
  • Recitazione di Bobby Cannaval
  • L’idea del PTSD come malattia curabile e non trattabile è sadica e interessante
  • Poco contributo da parte del resto del cast

 

In Homecoming c’è ancora molto da scoprire, se i primi episodi avevano più che altro sollevato un polverone su quello che il progetto stava cercando di creare, attualmente è possibile muoversi con una direzione leggermente più precisa. Le prime risposte alle domande più importanti stanno emergendo dai vari protagonisti, rimane da conoscere molto riguardo ad un’organizzazione all’apparenza spietata e poco incline alla collaborazione.

 

Redwood 1×04 ND milioni – ND rating
Helping 1×05 ND milioni – ND rating

 

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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