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Homecoming 2×03 – PreviouslyTEMPO DI LETTURA 4 min

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PREVIOUSLY on Homecoming…

Vivendo nell’età dell’oro dello streaming, il numero di show con i quali lo spettatore entra in contatto ogni giorno risulta potenzialmente infinito. Appare quindi lecito, di tanto in tanto, dimenticarsi di quanto visto nella stagione precedente di un telefilm, a maggior ragione se a distanza di un anno e mezzo dal precedente season finale, per giunta su una serie che fa della mancanza di memoria e dell’alternanza di linee temporali i suoi elementi principali.
Se quindi, in seguito a “People” e “Giant“,  pensavate – esattamente come noi – di trovarvi di fronte ad una serie antologica, al termine di questo terzo episodio non si può far altro che ricredersi e godere di questo cambio di prospettiva che serve a “completare” la scena del colloquio tra Audrey e Colin vista in “Stop” (che si concludeva con la sequenza post-credits in cui Audrey si applicava il “roller” sui polsi nel probabile tentativo di rimuovere parte della sua esperienza negativa), riprendendo poi la storyline di Walter da dove ci si era fermati l’anno scorso, con lui intento a lasciare la tavola calda dopo aver spostato quella forchetta, esattamente come il giovane era solito fare con la penna sulla scrivania durante le sedute con Wendy. Un finale molto toccante e aperto a varie interpretazioni e che probabilmente, dopo la breve visita post-incidente vista in questo episodio, possiamo interpretare come un gesto compiuto inconsciamente e non volontariamente. Finalmente tutto torna – anche Bobby Cannavale – e quanto visto nei primi due episodi trova una collocazione nella mente prima confusa dello spettatore. State quindi tranquilli, nessuno vi ha drogato il pranzo e non fate parte di nessun esperimento segreto volto a plagiare le vostre menti, siete solo spettatori compulsivi affamati di minutaggio.

Un’altra criptica amnesia da decifrare

Consumato l’effetto Memento che finalmente permette di rimettere ordine all’interno della trama, rimane poco da analizzare. Tutto appare piuttosto lineare e in pratica i primi venti minuti raccontano dell’ascesa di Audrey da semplice receptionist a nuovo Ron della situazione, mentre sul finale gli autori cercano di attirate l’attenzione – riuscendoci pienamente – aprendo la strada ad un possibile ritorno di Walter nell’equazione dopo la rivelazione del dottore in merito all’assenza di una fantomatica cicatrice che noi tutti sappiamo essere solo l’ennesima bugia raccontata al ragazzo.
L’unico elemento su cui ci si può soffermare ulteriormente è l’analisi dei nuovi character, in particolare la protagonista Alex e il fondatore del Geist Group Leonard Geist, due personaggi poco esplorati ma entrambi carichi di potenziale ancora – e speriamo solo per il momento – inespresso. Allo stato attuale delle cose è evidente che il nuovo personaggio interpretato da Janelle Monàe sia più debole della Wendy Bergman della Roberts, principalmente per la questione relativa alla perdita di memoria, escamotage narrativo molto difficile da usare (ma super-gettonato in Homecoming) e causa principale di un’eventuale mancanza di empatia da parte dello spettatore, che si trova senza elementi chiari e tangibili per schierarsi dalla sua parte. D’altra parte, la possibilità di trattare il personaggio come una tela bianca sulla quale gli autori possono dipingere letteralmente ciò che vogliono, contribuisce a tenere viva la componente mistery del telefilm, portando chi guarda a incuriosirsi per la condizione della ragazza e alle ragioni che l’hanno causata. I dubbi in merito al suo carisma scenico comunque restano, ma per fortuna si è ancora all’inizio ed è concesso essere speranzosi a riguardo.
Sul secondo, invece, non è al momento possibile sbilanciarsi più di tanto. Ciò che si è avuto modo di vedere finora è una figura molto particolare, un uomo eccentrico ma dedito al suo lavoro che difficilmente si può ancora collocare, ma che per il momento sembra essere schierato dalla parte dei “buoni”. L’interpretazione di Chris Cooper è certamente lodevole e l’alone di mistero intorno alla sua figura non può che far bene alla narrazione, soprattutto quando si parla di serie come Homecoming, dove scenari decontestualizzati e derive psicologiche possono portare qualsiasi personaggio da un estremo all’altro della propria scala di valori in un batter d’occhio.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Tutto torna!
  • L’ancora misterioso Leonard Geist
  • Il ritorno di Colin e Ron
  • Si riparte da quella forchetta fuori posto…
  • Ancora qualche dubbio in merito alla nuova protagonista di stagione

 

Con “Previously” Homecoming rimette sui binari la narrazione consentendo finalmente allo spettatore di godersi lo show con le dovute coordinate temporali. Qualche assenza importante e un inizio particolarmente disorientante avevano contribuito a cambiare la percezione dello show a livello spettatoriale, portandoci addirittura a pensare ad una possibile deriva antologica che, per fortuna, non è arrivata. Si pensi piuttosto ad un cambio di prospettiva utile a carpire meglio cosa si nasconde dietro le ombrose vicende del Geist Group.

 

Giant 2×02 ND milioni – ND rating
Previously 2×03 ND milioni – ND rating

 

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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