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Into The Dark 2×05 – My ValentineTEMPO DI LETTURA 3 min

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Nel nuovo episodio della serie horror antologica Into The Dark, il protagonista è una relazione tossica e malsana, in contrapposizione con la festività che ha ispirato questa puntata, ovvero San Valentino, celebrazione dell’amore e degli innamorati.
Valentine Fawkes (Britt Baron, “Glow”) è una brillante cantante pop dai lunghi capelli azzurri che ritorna sulle scene dopo una pausa di cinque anni. Durante questo periodo un’altra cantante si è affermata al suo posto, Trezzure (Anna Lore, “Doom Patrol”). Una cantante che le assomiglia in tutto e per tutto: dall’acconciatura, allo stile, dalle canzoni al timbro di voce. Valentine sostiene che dietro questo plagio ci sia Royal (Benedict Samuel, “Gotham”), il suo ex fidanzato e manager. La ragazza, infatti, lo descrive come un manipolatore psicopatico che le ha rovinato la vita, derubandola delle sue canzoni e della sua dignità. Il concerto di “debutto” della cantate sarà occasione per una definitiva resa dei conti tra lei ed il suo ex amante.
La regista Maggie Levin porta sulla scena un amore malato, fatto di vessazioni sia fisiche che psicologiche, dove l’uomo abusa della donna per soddisfare il proprio ego e le proprie insicurezze recondite. Royal è egoista, meschino, violento, narcisista, mentre Valentine è la vittima che non riesce a staccarsi da lui e si auto-convince di essere la causa di ogni scatto d’ira del fidanzato. Giunta al limite mentale della sopportazione, la ragazza decide di troncare la relazione e Royal ne esce distrutto, ma desideroso di ripetere il suo modus operandi con un’altra donna dalla poca autostima.
Into The Dark aveva già preso una posizione espressamente femminista contro una società fatta di patriarcato, mascolinità tossica e machismo assoluto; basti pensare ad alcuni episodi della prima stagione, come per esempio “Treehouse” e “Pure”.
In questo caso le buone intenzioni sono evidenti, così come il tentativo di smuovere le coscienze e far riflettere su un argomento che, purtroppo, trova ancora troppo spazio nelle cronache quotidiane, ma il risultato lascia alquanto a desiderare. Apprezzabile è la vena pop data alla regia e alla fotografia, con effetti glitterati, luci fluo e spezzoni di video musicali che prendono in giro la superficialità di alcune star contemporanee, così come le rivisitazioni comiche alle quali vengono sottoposte le scene più gore e splatter. Tutto questo, però, non basta a far funzionare un episodio ed il fine ultimo di “My Valentine” si perde per via dell’esecuzione generale.
Il personaggio di Royal, infatti, risulta troppo caricaturale, così come quello di Trezzure ed i dialoghi non hanno né capo né coda. Molte scene sono al limite del comico e surreali, sicuramente intenzione voluta da parte di Maggie Levin (qui anche in veste di sceneggiatrice), ma totalmente sbagliate nel complesso. “My Valentine”, quindi, non suscita nessun tipo di emozione e si perde nel calderone di altri episodi mediocri.
Un curioso Easter Egg, però, va menzionato: durante il video musicale in onda dopo i titoli di coda, appare per alcuni secondi Pooka, già protagonista dell’omonimo episodio della scorsa stagione. Una strizzata d’occhio da parte della regista Maggie Levin, ad una delle puntate più acclamate dalla critica.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Ambientazione pop, con interni dai toni rosa, blu e fluo
  • Regia pop
  • Tematica reale ed importante
  • Soundtrack
  • Video musicale dopo i titoli di coda
  • Personaggi troppo caricaturali
  • Dialoghi non all’altezza della regia
  • Confusione generale
  • Personaggi secondari totalmente inutili e fastidiosi

 

Into The Dark prende una posizione nuovamente a favore delle donne con un episodio pop dai contorni umoristici. Ma Maggie Levin, purtroppo, brancola nel buio e non riesce a confezionare un prodotto all’altezza delle sue intenzioni.

 

Midnight Kiss 2×04 ND milioni – ND rating
My Valentine 2×05 ND milioni – ND rating

 

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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.

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