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Leonardo 1×03 – Episodio 3TEMPO DI LETTURA 3 min

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Leonardo 1x03Con il terzo episodio, Frank Spotnitz e Steve Thompson proiettano il pubblico nel pieno della vita milanese di Leonardo dopo l’allontanamento da Firenze nel precedente episodio. Si tratta dei suoi inizi alla corte di Ludovico il Moro e, come nei due episodi precedenti, il personaggio di Freddie Highmore porta avanti una storia parallela, quella della sua indagine riguardo al presunto omicidio di Caterina da Cremona ad opera del protagonista.
L’azione viene inquadrata a undici anni prima e subito si vede Leonardo nel tentativo di conquistare Milano e, in particolare, Ludovico Sforza. Questa è l’occasione per presentare un lato diverso di Leonardo, quello legato all’ingegneristica bellica, che, però, qui si lega indissolubilmente all’arte attraverso una sua particolare declinazione.

BELLEZZA E VERITÁ: IL TEATRO


È in occasione della realizzazione dello spettacolo teatrale per il duca di Milano che Leonardo, per conquistare Ludovico Sforza, deve dare il meglio di sé e l’utilizzo di una macchina scenica è il modo migliore per farlo. La realizzazione dello spettacolo di Orfeo ed Euridice occupa l’intero episodio e mostra il lato meno sanguinario degli Sforza, in grado evidentemente di apprezzare l’arte, e lo sforzo immaginativo di Leonardo che tenta di adattarsi alla situazione. Il quadro idillico che ne viene fuori sembra uno spettacolo nello spettacolo ma soprattutto la concezione di rappresentazione globale è la carta vincente che permette al protagonista di realizzare un inedito spettacolo in multidimensione.
Da questo punto di vista, il dialogo tra Leonardo e Ludovico il Moro su bellezza e verità risulta illuminante e anticipatore degli sviluppi dell’episodio: si tratta di una forte presa di posizione da parte di entrambi e mostra concezioni dell’arte diametralmente opposte. Questo gioco dei contrari si rivela positivo ai fini della caratterizzazione dei personaggi di Aidan Turner e James D’Arcy.
Alla rappresentazione teatrale, e quindi ad un Leonardo che si muove tra forme d’arte tanto diverse tra loro, si va ad aggiungere la sperimentazione di una delle ossessioni del protagonista: il volo degli uccelli e, in questo caso, il suo. Particolarmente riuscite risultano le sequenze della sua conversione all’arte teatrale: da una mente geniale come la sua non ci si poteva aspettare diversamente.

QUALCHE INCRINATURA


La linea narrativa parallela di Giraldi non riesce a catturare lo spettatore. Inoltre, questo fare da cornice risulta un po’ stonato rispetto alla storia raccontata, soprattutto se si pensa al fatto che in quei tempi figure simili non esistevano e non erano minimamente pensabili. Bisogna comunque riconoscere il tentativo di attualizzazione operato dagli autori che non avevano l’obiettivo di raccontare fedelmente la realtà storica ma valorizzare in modo diverso una figura così affascinante quale è Leonardo. Rimane comunque il fatto, però, che il personaggio di Caterina da Cremona è il vero problema: la donna che muove i fili per Leonardo dal primo episodio non risulta assolutamente verosimile, nemmeno in un contesto di questo tipo.
Questa incrinatura risulta, quindi, perdonabile grazie alla performance generale, all’ottimo lavoro di costumistica, svolto magistralmente da Alessandro Lai, e alla ricostruzione storica dei luoghi.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La rappresentazione degli Sforza come uomini di sangue e arte
  • Lo spettacolo teatrale ad opera di Leonardo e, in particolare, l’utilizzo di una sorta di ekkyklema, forse prototipo di una futura macchina da guerra
  • Leonardo che si muove tra forme d’arte profondamente diverse tra loro
  • La vicenda di Ludovico il Moro
  • Caterina che sembra risolvere ogni problema di Leonardo e che, se da un lato rende più umano il personaggio, dall’altro smonta un genio del Rinascimento italiano
  • La detective story di Giraldi è molto fuori dal tempo e stona con la storia generale raccontata

 

Nel complesso Leonardo si tiene in piedi e la visione fugace della concezione del dipinto L’ultima Cena alza l’asticella di questo prodotto Rai.

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La notte sognivaga passeggia nel cielo ed il gufo, che mai dice il vero, sussurra che sono in me draghi ch'infuocano approdi reali e assassini seriali, vaghi accenti d'odio feroce verso chiunque abbia una voce e un respiro di psicosfera che rende la mia indole quanto mai nera. Però sono simpatica, a volte.

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