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Mr. Mercedes 3×01 – No Good DeedTEMPO DI LETTURA 4 min

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Mr. Mercedes 3x01 - No Good Deed“If I go to prison for what I did to Brady, then Brady wins. We go to trial.”

 

In una stradina di campagna una macchina viaggia ad alta velocità sotto la pioggia, rischiando di mettere sotto un cervo che stoicamente rimane immobile, quasi fosse lì apposta (primo presagio che qualcosa andrà sicuramente male). All’interno dell’auto i due rapinatori Michael e Morris stanno progettando di rapinare il famoso scrittore John Rothstein (un iconico Bruce Dern), che da anni vive da recluso nella sua baita isolata dal mondo (una sagace parodia/omaggio di Stephen King a J.D. Salinger?).
Ma quello che appare come un piano semplice e rapido (rapinare un vecchio demente in una casa isolata da tutto e tutti) diventa ben presto una lenta e complicata carneficina che mostra tutte le sue conseguenze nella scena finale in cui l’unico sopravvissuto, Michael, uccide il suo ex-benefattore, il quale impara così una regola fondamentale di tutte le storie del Maestro dell’Orrore: quando vedi uno sconosciuto che appare al’improvviso sanguinante da un bosco è bene lasciarlo perdere, non si sa mai qual sia il suo background!
Con questa intro mozzafiato (accompagnata dalla colonna sonora emblematica dei REM, che fa a gara con quella del “Pilot” della serie come miglior soundtrack per un episodio) si apre la terza stagione di Mr. Mercedes, la serie di Audience Network basta sull’omonima trilogia di romanzi a cura dell’autore del Maine.
Terza e ultima, dal momento che le vicende narrate si rifanno al terzo volume, End Of Watch (da qui la canzone dei REM risulta ancora più azzeccata), a meno di un ritorno da parte dell’Autore per un ulteriore volume e di un nuovo interessamento da parte del network. Soprattutto molto dipenderà dal successo o meno di questa terza stagione, la quale ha il difficile compito di portarsi avanti nonostante la dipartita del suo miglior co-protagonista, l’inquietante killer Brady Hartsfield (Harry Treadway).
La mancanza di Brady, infatti, si sente molto in questo “No Good Deed” in cui, nonostante una nuova storyline molto accattivante (le vicende legate alla morte dello scrittore Rothstein) e il ritorno dei personaggi che lo spettatore ha imparato ad amare nelle precedenti stagioni (il solito e ottimo Brendan Gleeson nei panni del tormentato ispettore Bill Hodges), la storia fatica a decollare del tutto.
In parte per colpa di un minutaggio molto ampio per quanto riguarda la “nuova storyline” principale, che però è ancora troppo acerba per poter suscitare quell’empatia necessaria per proseguire nella visione. E ancora non è ben chiaro come questa possa ricollegarsi alle vicende di Hodges e della sua squadra investigativa. S’intuisce che ci debba essere stato qualcosa nel passato che ha legato Hodges alla figura dello scrittore ucciso, ma è ancora troppo poco per giustificare un coinvolgimento-collegamento tra le due storylines che, ad oggi, appaiono come due serie completamente diverse fra loro.
Dall’altra parte la narrazione prosegue con le vicende relative al processo di Lou (un’altrettanto ottima Breeda Wool), la quale dopo l’uccisione di Brady deve affrontare le conseguenze del suo gesto. E qui si ha una prima presentazione di quelli che, con molta probabilità saranno i futuri “recurring characters” di questa terza stagione (l’avvocato difensore, l’accusa, il giudice-Big Boss della Corte). Questi ultimi, però, al momento sono risultati particolarmente stereotipati e fin troppo prevedibili nei rispettivi ruoli e nelle rispettive battute e appare così scontata la piega che prenderà questa storyline per le prossime puntate. Il che è un peccato perché il personaggio di Lou qui diventa ancora più sfaccettato del solito, e, di conseguenza, anche Hodges risulta ancora più tormentato e in preda ai sensi di colpa.
Una bella prova d’interpretazione che sicuramente rilascerà altrettante sorprese anche nei prossimi episodi, ma il tutto senza il co-protagonista/villain principale dello show è molto vuoto (e i dialoghi tra i personaggi non fanno che ribadirne la nostalgia), e sarà un vuoto che necessiterà di tutto lo sforzo possibile, da parte del duo KelleyBender, per riempirsi.
Ma si tratta pur sempre di un prodotto che affonda le basi sul lavoro del Re del Terrore per cui c’è da aspettarsi che, da una trama semplicistica, ci sia sempre un plot twist che sviluppi la narrazione a metà tra il thriller e il paranormale, e vista la morte di Brady, una sua ricomparsa nello show non potrà non avvenire in questi termini. Ed è ciò che, in fondo, si aspetta (e spera) anche lo spettatore!

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Intro e scena finale
  • Bruce Dern
  • Lou Linklatter (Breeda Wool)
  • Il solito Bill Hodges
  • Soundtrack
  • Mancanza di Brady
  • Due storylines principali ancora troppo poco amalgamate

 

Inizio e cliffhanger finale di tutto rispetto, come al solito si vede l’impronta kinghiana nella narrazione (e dei suoi adattatori televisivi). Ma è comunque troppo poco per fare a meno di Brady Hartsfield, il tutto si giocherà nei successivi episodi. Per il momento si può solo godere della colonna sonora dei REM, qui più che mai azzeccata.

 

Fade To Blue 2×10 ND milioni – ND rating
No Good Deed 3×01 ND milioni – ND rating

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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