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New Girl 6×20 – MiseryTEMPO DI LETTURA 4 min

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“You’re my dad. You’re my mum and my dad.”

Il percorso di una serie tv potrebbe tranquillamente essere accostato alla parabola della carriera di un atleta. Esistono sportivi che dosano le loro forze, fanno una vita sana ed equilibrata, arrivando così alla soglia dei 40 anni ancora in perfetta forma, adattandosi nei diversi periodi della carriera a ricoprire ruoli con cui rendere al massimo. Esistono poi quegli atleti che fanno della potenza e dell’esplosività una caratteristica vincente, limitando però il meglio della loro carriera al periodo di maggiore splendore fisico e atletico.
Le serie tv costruiscono il loro percorso anche grazie alla scelta della modalità con cui “dosare le forze”. The Big Bang Theory o Friends – nel male e nel bene – hanno impostato numero di personaggi e ambientazione in modo da non far esaurire rapidamente la fiamma che potesse spingere la produzione a dilungare le stagioni. Ovviamente non si entra nel merito dei risultati più o meno riusciti di allungamento del brodo di una serie e dell’altra.
Si potrebbe obiettare che per New Girl il discorso è lo stesso: un appartamento, un gruppo di amici, un universo narrativo aperto a milioni di cambiamenti e capovolgimenti di fronte, potenzialmente da poter far durare oltre le 10 stagioni. Saranno tutti d’accordo nel dire che New Girl, in partenza, ha una fiamma che brucia assai lentamente e non è la vampata improvvisa di Breaking Bad, serie con una storia per forza di cose delimitata, in quanto a estensione della trama.
Però New Girl è una serie che ha sempre fatto della velocità un suo punto di forza. New Girl è stata la serie capace di creare episodi in cui letteralmente ogni fotogramma è assurdo ed esilarante, ma anche episodi di stanca improvvisa, con una comicità pigra e ripetitiva. New Girl ha vissuto di fiammate improvvise e di scatti brucianti, salvo dover poi rifiatare in altri momenti. Scatti brucianti non solo nella verticalità delle gag dei suddetti travolgenti episodi, ma anche di svolte di trama orizzontale. Ormai passate alla storia (?) le nostre critiche alla terza stagione e alla storia tra Nick e Jess, che ha monopolizzato l’intera stagione. Ma un discorso del genere lo si potrebbe fare anche con il matrimonio tra Cece e Schmidt, con relativi cambi di status.
Ecco. Cece e Schmidt. Enigmatica la gag della loro presenza nel loft, non compresa dagli altri, quasi molesta. Gag comica, come tutti i momenti di New Girl in cui non si capisce bene quello che succede. Soprattutto perché Cece sta regalando, negli ultimi episodi, degli apporti comici niente male, in fatto di mimica facciale. L’impressione regalata è quella di un enorme grido da parte degli sceneggiatori, come a dire: “Siamo stati troppo frettolosi! E mo’ che gli facciamo fare a questi?”. A onor del vero potrebbe essere vista anche come sottile inside joke in cui i due si ricollocano, senza nessun motivo, nello scenario principale che caratterizza lo status quo della comedy.
Non è un caso che gli elementi migliori dell’episodio siano proprio quelli in cui è inserito un elemento di novità. La mamma di Winston, ma soprattutto il focus sulla coppia più “giovane” della serie, brillano di luce propria in quanto a potenzialità future. Il riferimento al padre di Winston potrebbe essere visto come una sorta di chiusura, soprattutto con la notizia del lavoro in comune tra Bishop senior e junior. Potrebbe però essere anche visto come un crudele tentativo di iniettare nuova curiosità nello spettatore, inducendolo a sperare in un rinnovo, anche se ormai convintissimo che si stiano tirando le fila del finale.
Da apprezzare la parentesi di Nick con Reagan, soprattutto per il risultato quasi drammatico, per niente scontato, con la ciliegina sulla torta dell’improvviso sfogo di Nick. C’è però un problema. La strada verso la fine della storia tra Nick e Reagan è un’autostrada luminosissima piena di insegne e luci sgargianti. In tal senso, la marginale storyline di Jess si può considerare come costola della linea Reagan/Nick. Da applausi la citazione da Stephen King nel titolo, inerente alla “prigionia” in cui è tenuto il padre di Jess (interpretato da Rob Reiner, regista del film “Misery Non Deve Morire” – coincidenze?), così come apprezzabile la verve comica e la freschezza nei dialoghi tra padre e figlia.
New Girl, in queste ultime sue battute di sesta (e ultima?) stagione, continua a vivere di fiammate, trovando i migliori risultati proprio nelle importanti imbeccate alla trama orizzontale, purtroppo non potendo quasi più usufruire di quella comicità devastante che caratterizzava interi episodi, oggi forse potenzialmente ripetitiva.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Jess come Kathy Bates
  • Rob Reiner che cita il suo stesso film
  • L’assurda situazione di Cece e Schmidt
  • Elementi di freschezza nella storyline di Winston
  • La trasmissione radiofonica di Winston
  • Svolta drammatica di Nick
  • Divertente la gag marginale di Cece e Schmidt ma quasi – forse – un’ammissione di colpa degli sceneggiatori
  • Telefonata la direzione Nick-Reagan

 

“Misery” è un buon episodio che scorre con un buon mix di elementi di trama orizzontale e con una comicità che comunque non sfigura con quella delle migliori occasioni.

 

Socalyalcon VI 6×19 1.79 milioni – 0.8 rating
Misery 6×20 1.98 milioni – 0.8 rating

 

 

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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