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Outlander 4×13 – Man Of WorthTEMPO DI LETTURA 4 min

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Questa quarta stagione è stata senza dubbio differente rispetto alle precedenti: il cambio radicale di location e il maggiore screen time dedicato a Roger e Brianna ha mutato la trama orizzontale dello show, di solito abbastanza focalizzato su Jamie e Claire. Dopo il viaggio nel tempo e il successivo matrimonio avvenuto in “Wilmington” e il ricongiungimento della famiglia Fraser in “The Birds And The Bees“, la serie di casa Starz ha assicurato alla figlia di Claire e consorte un ruolo di primo piano nell’ultima fase della stagione, dove in particolar modo Roger si è distinto e ha ricevuto un vasto apprezzamento tra i fan.
Con un breve salto temporale, presente anche a fine episodio tra l’altro, questo tredicesimo appuntamento si è presentato con la fuga più disastrosa di sempre, risolta dopo varie avventure con il sacrificio di Ian. Un personaggio che non è mai stato fondamentale per l’economia della serie e la scelta di farlo rimanere tra i Mohawk è sicuramente azzeccata, trovando uno scopo a un character per ora non entusiasmante e non legando troppo a lungo Jamie alla tribù nativa, visto che, come si evince dal finale, Mac Dubh avrà presto ben altri problemi a cui pensare.
Infatti, dopo una breve parentesi romantica per Murtagh che conquista Jocasta (una scena breve ma girata nel modo giusto) senza cadere nel patetico e rinnegare i propri ideali, sembra sia infine arrivato il momento della resa dei conti per il ribelle scozzese.
Nel secondo episodio si era ipotizzato un coinvolgimento dei Fraser nella futura Rivoluzione Americana e, guardando al finale di puntata, nella prossima stagione ci sarà sicuramente spazio per un’evoluzione di questo genere.

“Many years ago, before I was born, a man came to us. He would not tell us from whence he came. He spoke instead of from “when” he came. His name was Tawineonawira, Otter Tooth. He talked of war, warning us of our future. “Kill the white man, or the white man will kill you, he said”.[……..] “The Nations of the Iroquois will be no more. No one will tell your stories. Everything you are will be lost”. The men turned toward home, but his voice followed them. They cut off his head so he would talk no more, but still they heard his voice.”

La storia di Dente di Lontra risulta veramente affascinante e ricorda le vicissitudini di Geillis che era tornata indietro nel tempo per cambiare le sorti della Scozia. Il suo tentativo (risultato vano) di avvertire i Mohawk sull’infausto destino che li avrebbe attesi rientra ancora una volta nella grande tematica dei cambiamenti storici in corso d’opera. Questi due personaggi non sono riusciti a cambiare il corso della storia e forse, come sostenuto da Roger in “Common Ground“, non sarebbe nemmeno giusto farlo.
Il ritrovamento dello scheletro e relativa pietra in “The False Bride“, terzo episodio della stagione, e gli sviluppi conseguenti emersi in questo tredicesimo episodio rappresentano l’ulteriore dimostrazione dell’ottimo lavoro svolti dagli autori. Una scrittura mai prevedibile e scontata, per una narrazione lenta ma in stile Outlander che con i suoi tempi non lascia nulla al caso e riesce sempre a sorprendere lo spettatore, senza cadere mai nel banale.
Complessivamente è innegabile l’alta qualità di questa quarta stagione, tuttavia alcune soluzioni narrative riguardanti Roger in questo tredicesimo appuntamento non hanno convinto completamente: il ritorno da Bree rappresenta una conditio sine qua non imprescindibile per l’avanzamento della storia nella quinta stagione. Ma la scena del ritorno, a pochi minuti dal finale di puntata, è stata un pò troppo telefonata, dopo il salto temporale di due mesi. Si poteva ottenere lo stesso risultato, ma con un espediente narrativo più audace. Si tratta comunque di piccoli dettagli, proprio a voler cercare il pelo nell’uovo in 60 minuti soddisfacenti sotto tutti i punti di vista, ma non eccelsi come altri episodi stagionali.

“He’s ordered me to muster and lead a militia to fight the Regulators. My first mission is to hunt down and Kill the fugitive Murtagh Fitzgibbons.”

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Sia questo episodio che l’intera stagione sono stati di alto livello
  • Dente di Lontra
  • Il sacrificio di Ian, un buona soluzione narrativa
  • Si può viaggiare nel tempo, ma non riscrivere la storia, Geillis docet
  • Murtagh e Jocasta, breve ma intenso
  • E’ arrivata la resa dei conti, Jamie dovrà schierarsi nel confronto tra la Corona e i Regolatori.
  • Per essere il final season ci si aspettava qualcosa in più
  • Il ricongiungimento tra Roger e Bree gestito in maniera non ottimale, si poteva ottenere lo stesso risultato utilizzando diverse soluzioni narrative

 

Un ottimo episodio per Outlander, l’ennesimo di grande qualità sotto tutti gli aspetti tecnici, la scrittura e l’interpretazione degli attori. Tuttavia per questo final season ci si aspettava qualcosa in più, forse perchè Outlander ha abituato a livelli talmente alti che ormai è difficile accontentarsi anche di ottime puntate come questa. La valutazione è alta e sfiora il massimo dei voti, sicuri di rimandare tale scelta alla prossima stagione.

 

Providence 4×12 1.27 milioni – 0.2 rating
Man Of Worth 4×13 ND milioni – ND rating

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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.

2 Comments

  1. Appena finito l’ultimo episodio…splendido come sempre ma anche io mi aspettavo un incontro tra Roger e Brianna con più patos
    Ora aspetto con ansia la prossima stagione nel frattempo credo leggero i libri sicuramente sapranno farmi entrare nel mondo OL molto più intensamente

  2. Si poteva fare di più sul versante Roger-Bree. Ora visto che la nuova famiglia sembra si sia riunita, resta da capire, tumulti politici a parte, dove andrà a parare la quinta stagione e quale sarà il motore narrativo della trama. Personalmente non ho letto i libri e quindi ho una certa curiosità al riguardo.

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