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Perry Mason 1×07 – Chapter SevenTEMPO DI LETTURA 4 min

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Perry Mason, sin dal pilot, non è mai voluto essere soltanto uno show che raccontava le origini di uno degli avvocati più celebri nella storia della televisione. Come spesso accade, soprattutto negli ultimi anni, c’è stata anche la volontà di raccontare la società dell’epoca e le sue problematiche – in primo luogo il razzismo e la discriminazione, ma anche il decadimento dei valori liberali ottocenteschi, come analizzato nella recensione del quarto episodio.
Inoltre, vanno sottolineati anche i tentativi di analizzare il funzionamento di una congregazione religiosa degli anni ’30, la quale ha avuto successo combinando l’elemento tradizionale per eccellenza (la religione) con gli strumenti della modernità, come ad esempio la radio, la quale fa arrivare nelle case di molti fedeli i discorsi di Sister Alice (in un certo senso, l’oratoria davanti alla folla acclamante e l’uso della radio erano anche elementi cardine di alcuni regimi dittatoriali di quell’epoca). L’intento è sicuramente lodevole, e anche la realizzazione – in pieno stile HBO – è stata di alto livello.
Tuttavia, a un episodio dalla fine della prima stagione, bisogna anche trarre delle conclusioni. In particolare, bisogna notare come, nonostante i sopracitati pregi, sia presente anche un importante difetto: il season finale dovrà chiudere diverse storyline, molte delle quali hanno ancora bisogno di essere sviluppate (in primis il processo, che è ancora nelle fase iniziali). Nonostante l’ampio minutaggio – eccessivo – di ogni puntata, gli autori sembrano non aver calibrato bene le tempistiche, dato che l’ultimo appuntamento stagionale dovrà accelerare considerevolmente il ritmo, con il rischio di generare un imbuto che porterà a una conclusione parziale e insoddisfacente di alcune vicende lasciate in sospeso.

LE INDAGINI


Il cuore dello show, più che le vicende giudiziarie, è sempre stato rappresentato dalle attività di indagine svolte da Perry, da Pete Strickland e – di recente – da Paul Drake. In questa puntata, sono finalmente arrivate le prime importanti risposte a molti interrogativi. Avendo già appurato da tempo il ruolo centrale del detective Ennis, in quest’occasione si capisce finalmente il collegamento tra George Gannon, Eric Q. Seidel e lo stesso Ennis. Inoltre, sono svelati anche il movente del rapimento – il quale certifica anche l’estraneità ai fatti di Herman Baggerly – e la causa che ha involontariamente provocato la morte del piccolo Charlie.
In poche scene, Perry riesce dunque a trovare il bandolo della matassa e a ricostruire gran parte della vicenda. Tuttavia, i progressi nelle indagini non corrispondono automaticamente ai progressi nelle aule di tribunale. Infatti, sebbene in un paio di casi Perry sia riuscito a mettere in difficoltà l’accusa, l’assoluzione di Emily sembra ancora molto lontana. Perry, infatti, avrebbe bisogno della testimonianza di Seidel – il quale però è morto – e di Ennis, ma non è detto che ciò possa avvenire.
Sempre con riferimento al filone investigativo, va sottolineato il litigio tra Perry e Pete, che ha portato il primo a dover far affidamento su Paul Drake, il quale sembra diventato un vero e proprio partner del protagonista. Questo litigio difficilmente avrà forti ripercussioni nel prossimo episodio, ma potrebbe rivelarsi importante nella seconda stagione (sempre che, a questo punto, il personaggio interpretato da Shea Whigham sia presente anche il prossimo anno).
L’ascesa di Drake era probabilmente inevitabile, dato che non si può parlare degli anni ’30 senza analizzare il tema del razzismo e della discriminazione. In questo episodio, sono due gli avvenimenti da considerare: il primo è avvenuto nel motel, quando la direttrice – non appena lo vede – gli dice subito che tutte le camere sono prenotate, in modo da impedirgli di soggiornare lì. Il secondo, invece, è avvenuto nel bordello che frequenta Ennis. In questo caso, è stato mostrato come l’atteggiamento discriminatorio nei confronti degli afroamericani fosse presente anche tra alcune minoranze (in questo caso la comunità cinese).

LA (NON) RESURREZIONE


Oltre alle indagini e al processo, l’altra storyline principale è quella relativa a Sister Alice. Giunti finalmente al fatidico momento della resurrezione, si possono trarre importanti conclusioni su questa vicenda. In primo luogo, Alice è abbastanza sincera nella sua fede: nel corso della puntata, infatti, si vede l’evoluzione del suo stato d’animo. Pur mossa da un’iniziale convinzione nella capacità di far risorgere il bambino, lei ha visto i suoi dubbi crescere minuto dopo minuto. La madre, invece, non è mossa dalle convinzioni della figlia, ma da motivazioni molto più concrete. Per questo, avendo già presagito la disfatta della mancata resurrezione, ha organizzato una messinscena ben congegnata. Il piano, però, difficilmente avrà successo, soprattutto perché la reazione di Alice mostra chiaramente come lei abbia capito subito l’inganno.
Con riferimento alle indagini, non è da escludere che Alice – sconvolta per il sotterfugio della madre – possa decidere di aiutare Perry a fare finalmente luce sulla vicenda e distruggere definitivamente la congregazione.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • I nodi stanno venendo al pettine
  • Le scene in tribunale 
  • Verità sulla morte di Charlie
  • Alleanza Perry – Drake
  • Le varie discriminazioni quotidiane subite da Drake
  • Il piano di Mother McKeegan 
  • La fuga finale di Alice
  • La scena della resurrezione scenicamente perfetta
  • Nonostante le puntate molto lunghe, l’ultima puntata avrà il compito di chiudere molte vicende lasciate in sospeso. Forse si sarebbe potuto gestire meglio il minutaggio 

 

A un episodio dal season finale, Perry Mason conferma le sue qualità, mostrando però anche una gestione non ottimale del minutaggio. In attesa degli ultimi fuochi di artificio, continuiamo a ringraziare.

 

Chapter Six 1×06 0.96 milioni – 0.1 rating
Chapter Seven 1×07 1.04 milioni – 0.1 rating

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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.

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