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Ratched 1×03 – Angel Of MercyTEMPO DI LETTURA 4 min

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Quando Netflix annunciò il progetto di una serie tv basata sul personaggio di Mildred Ratched, la Grande Infermiera del romanzo Qualcuno Volò Sul Nido Del Cuculo, moltissimi estimatori dell’opera di Ken Kesey – rafforzata dalla trasposizione cinematografica di Miloš Forman – si mostrarono desiderosi di vedere come il sodalizio tra Evan Romansky e Ryan Murphy avrebbe gettato luce sul passato della donna, rivelando il disastrato percorso interiore che l’avrebbe portata a diventare la glaciale e diabolica infermiera che tutti conoscono.
Superare la maestosità della pellicola vincitrice di ben cinque statuette agli Academy Awards, nonché l’incredibile interpretazione di Louise Fletcher, è quanto di più difficile possa esistere per un regista ed un attore. Qualcuno Volò Sul Nido Del Cuculo, infatti, viene considerato come uno dei migliori film mai realizzati: un doloroso e brutale spaccato di vita all’interno degli ospedali psichiatrici di metà novecento, dove i malati venivano considerati alla stregua degli animali e soggiogati dalla paura e dal potere di coloro che si consideravano sani. Mildred Ratched, la caporeparto dell’ospedale dell’Oregon – ambientazione del libro e del film – è un villain atipico: pur non essendo sanguinaria nel senso più figurato del termine, l’infermiera rappresenta uno degli antagonisti più famosi del cinema mondiale.
La Ratched è una impiegata modello, scrupolosa, metodica, con evidenti manie di controllo. Il suo reparto è il riflesso della sua anima: sterile, asettico, dove ogni cosa funziona seguendo un proprio ordine, come in un meccanismo perfettamente oliato. Mildred è consapevole del proprio potere e della paura che la sua figura incute nei pazienti dell’ospedale ed utilizza questa paura a suo favore: i malati, infatti, oltre a venire privati della libertà, si ritrovano spogliati anche della dignità e della volontà di alzare la testa contro soprusi e torture. Apparentemente imperturbabile e calma, l’infermiera si aggira tra le corsie come un avvoltoio, cibandosi del timore, debolezza ed inadeguatezza dei degenti, trattandoli come esseri inferiori e combattendo affinché tutto rimanga immobile, immutato e sotto il suo comando. Una donna, in poche parole, completamente priva di emozioni, empatia e sentimenti positivi; un automa che vigila e controlla, impone ed avvilisce. 
Considerate queste premesse, la creatura di Romansky e Murphy doveva porsi come prequel alle vicende del libro/film e far conoscere una Mildred forse diversa, magari più umana. Nonostante gli autori – come già detto nella recensione del pilot – non abbiano spinto particolarmente sul paragone tra questo prodotto e Qualcuno Volò Sul Nido Del Cuculo, si fa ancora fatica a considerarle due opere distinte, in quanto il marketing per il lancio di Ratched si è basato quasi esclusivamente sull’emblematica Grande Infermiera.
Quest’arma a doppio taglio, è stata gestita molto bene nel primo episodio, dando modo alla Paulson di mostrare tutta la sua bravura ed al comparto tecnico di respirare a pieni polmoni. Una regia da manuale, fotografia e scenografia legate a doppio filo, ma allo stesso tempo contrapposte alla vera anima dark dello show. Colori saturi ed atmosfere quasi oniriche trasmettono una sensazione di tranquillità solo apparente, lasciando intravedere ombre oscure ed un abisso profondo di inquietudine e crudeltà.
Purtroppo, giunti alla terza puntata, si ha la sensazione che quest’ottima base di partenza sia stata sprecata e la narrazione cominci a perdersi in un caos di troppe storylines. “Angel Of Mercy” indaga sul passato del dottor Hanover che nasconde (ovviamente) un orribile segreto che ha sconvolto la sua psiche e dal quale non sembra riuscire a liberarsi. Si apprezza lo sforzo degli autori di affidare il minutaggio anche ad altri personaggi, ma l’arco narrativo della vendetta contro Richard Hanover non sembra funzionale ai fini della trama principale. La sequenza del viaggio allucinogeno del dottore e di Henry Osgood rappresentano al meglio la maestria di Nelson Cragg – regista dell’episodio – e una strizzata d’occhio alla famosa scena di Ash Williams e la motosega.
Nonostante un comparto tecnico eccellente, dunque, Ratched sembra ancora vagare in un limbo, senza riuscire ad incanalarsi in una direzione precisa. La figura di Mildred risulta ancora misteriosa ed ermetica, contraddicendo se stessa in più occasioni (la lobotomia al prete ed il trattamento delle vasche) e sebbene la Paulson valga l’intero episodio, ci si aspettava un’introspezione maggiore del personaggio. Ratched dovrebbe essere un thriller dark ma soprattutto uno studio ed una analisi sul passato della Grande Infermiera e, fino ad ora, di tutto ciò si è visto gran poco.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Tutto il comparto tecnico, dalla regia alla fotografia
  • Interpretazione della Paulson, sempre sopra ogni aspettativa
  • La sequenza sotto LDS
  • La musica che accompagna perfettamente le scene chiave
  • Arco narrativo del dottor Hanover e del sicario
  • Non è obbligatorio ficcare il politically correct dappertutto
  • Dolly ed Edmund: futuri e telefonatissimi Bonnie e Clyde
  • Assenza di una direzione precisa

 

Ratched, pur essendo un prodotto di buona qualità, sembra viaggiare con il freno a mano tirato e non convince del tutto.

 

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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.

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