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R.I.P. (Recenserie In Peace) – Normal PeopleTEMPO DI LETTURA 6 min

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Normal People serie recensioneTratta dall’omonimo romanzo di Sally Rooney, Normal People è una serie tv irlandese nata dall’unione tra BBC Three, Element Picture e Hulu. La serie ha riscosso un immediato successo aggiudicandosi quattro nomination agli Emmy (incluso il premio per Miglior Attore e Miglior Regia) e due nomination ai Golden Globes come Miglior Attrice e per la Miglior Miniserie O Film Per La Televisione, senza riuscire a portarsi a casa nessuna statuetta.
Le dodici puntate abbracciano la storia tra Marianne e Connell (interpretati da Daisy Edgar-Jones e Paul Mescal) dal liceo fino al college, una relazione d’amore e di formazione atipica.
In Italia la miniserie è sbarcata su Starz Play la scorsa estate.

“it’s not like this with other people.”

LA RIVOLUZIONE DEI TEEN DRAMA


Nel 2007 l’uscita di Skins ha urlato forte e chiaro che il panorama seriale stava cambiando. Lontano dall’essere un capolavoro, si distanzia però da prodotti in stile The O.C. e Dawson’s Creek cercando di portare sullo schermo problemi giovanili lontani da cliché o tabù. Da quel momento in poi la televisione, soprattutto quella inglese, ha imboccato questa via e negli anni successivi sono uscite serie tv sempre più innovative, come My Mad Fat Diary e In The Flesh.
Abusi, droghe, relazioni tossiche, situazioni familiari al limite, paura per il futuro sono diventati tra i temi più toccati.
Nel panorama contemporaneo i teen drama sono all’ordine del giorno e non è raro trovare qualche punta di diamante nel mazzo. Serie come Euphoria e We Are Who We Are parlano dell’adolescenza adottando una narrazione asciutta e sincera.
L’età dei protagonisti è tra le più delicate: lo scontro con la società, con il mutamento della propria persona, le aspettative genitoriali, l’orientamento sessuale, l’identità di genere e la salute mentale sono il perno attorno al quale girano le teen series degli ultimi anni.
Normal People affronta problematiche simili adottando uno stile delicato ed elegante, senza cadere in cliché.
Marianne e Connell sono agli antipodi, l’unico punto apparentemente in comune è il liceo che frequentano: lui è popolare, gioca nella squadra di calcio gaelico della scuola, ad aspettarlo c’è un futuro radioso anche se la sua famiglia ha limitate risorse finanziarie. Marianne non ha problemi economici, ma è solitaria quanto isolata, vittima di bullismo a causa del suo carattere chiuso e del suo amore per lo studio e la lettura. Ciò che li unisce è la sensazione di inadeguatezza che provano. Connell è sempre assieme al gruppo dei bulli della scuola anche se non prende parte alle loro battute infelici; l’unico motivo che lo frena dal distanziarsi dalle sue amicizie discutibili è la paura di restare solo. Marianne, al contrario, non si sognerebbe mai di passare del tempo con loro, ritenendosi una persona troppo differente – e a tratti superiore – per poter aver qualcosa da spartire con loro.
La paura di Connell lo spinge a chiedere a Marianne di non dire nulla su loro due, la loro relazione ha solo una regola: durante le ore scolastiche devono far finta di non conoscersi, fuori possono essere una coppia. Da questa premessa nasce la loro travagliata storia, fatta di incomprensioni, litigi, ma anche di immenso affetto.
I due muovono i primi passi assieme, scoprendo man mano ogni aspetto della vita di coppia, tra cui la vita sessuale. Le scene di sesso in Normal People hanno suscitato reazioni contrariate poiché molto esplicite (tanto che su Pornhub era apparso un video con alcune delle scene salienti, poi cancellato dopo le “velate” minacce da parte dei produttori di Hulu e BBC per l’uso di materiale coperto da copyright). Scavalcando la sensibilità di alcuni spettatori, nessuna scena – che sia di sesso o meno – è stata creata per sconvolgere o meno, anzi ogni argomento viene trattato con un occhio di riguardo per la narrazione. In Normal People, il sesso è una delle componenti fondamentali della coppia. Attenzione particolare viene data al consenso e all’importanza del dialogo. Le incomprensioni e le parole non dette tra Connell e Marianne sono il carburante degli episodi, ma non nei momenti d’intimità dove viene prediletta la sincerità assoluta.

I THINK WE’LL MAKE IT


Il tempo (dai 25 ai 35 minuti a puntata) è interamente dedicato ai due protagonisti. Non ci sono sottotrame, i personaggi secondari si sviluppano interamente in funzione alla storia originale. Tra incomprensioni, litigi e allontanamenti, Marianne e Connell si rincontrano sempre, in un modo o nell’altro.
Lo stile asciutto e sobrio ben si sposa  con gli eventi drammatici che i due vivono: dagli abusi, alle relazioni tossiche, ad un ambiente familiare disfunzionale fino a toccare il tema del suicidio e della depressione, la serie si apre a molteplice tematiche diverse senza mai cadere nella leggerezza.
Punto di forza dell’intera miniserie è la costruzione strutturata dei due protagonisti: Connell e Marianne sono due individui che non si fondono quando sono assieme, non sono due metà di una mela. Sono completi e complessi come ogni essere umano.
Marianne si è costruita una corazza d’ostilità e superiorità che nasconde una profonda fragilità e il pensiero logorante di non essere mai abbastanza, rinchiusa in un ambiente (familiare e non solo) che non la fa sentire apprezzata né tantomeno ben voluta. Connell si allontana dal cliché tipicamente americano del protagonista maschile forte ed inflessibile: popolare e amato da tutti, la sensazione che lo imprigiona è quella di sentirsi costantemente fuori luogo.
Entrambi con i loro problemi, la loro storia personale finisce per intrecciarsi l’una all’altra in una relazione a tratti atipica e disfunzionale: le incomprensioni e la scelta di farsi del male a vicenda allontana Normal People da qualsiasi altra serie romance.

CROSSOVER E CORTOMETRAGGI


Per l’organizzazione di beneficienza irlandese RTE Comic Relief sono stati creati ben tre cortometraggi.
Il primo è un crossover con la serie Flaebag, uscito in occasione di una raccolta fondi la scorsa primavera, durante il primo lockdown irlandese (e non solo). Il cortometraggio ha come protagonisti Connell, Marianne e il Prete protagonista di Fleabag interpretato da Andrew Scott (anche lui irlandese). Nel breve sketch entrambi i ragazzi, all’insaputa l’uno dell’altra, vanno a confessare i propri peccati al Prete. Connell è il primo ad aprirsi con il sacerdote e a raccontargli la sua travagliata storia d’amore, ammettendo di aver paura di aver fatto soffrire la ragazza di cui è innamorato. Gli interrogativi e la confessione del ragazzo sono familiari al Prete, che ha i suoi stessi timori, creando così una strana tensione all’interno del confessionale quando quest’ultimo si lascia andare ad un flusso di coscienza sulla sua vita amorosa. Poco dopo è il turno di Marianne che confessa di aver rubato la collanina di Connell, senza sapere che il ragazzo la può sentire. Il video è di facile reperimento su Youtube.
Prima del crossover, Daisy Edgar-Jones, Paul Mescal e il regista Lenny Abrahamson (che ha diretto le prime sei puntate) si erano già riuniti per girare altri due sketch per la medesima organizzazione benefica dall’emblematico titolo Normal Older People. I due sketch, dai toni decisamente più comici rispetto alla serie, mostrano cosa è successo ai due ragazzi 40 anni dopo gli eventi della serie.

 

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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