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Evil 2×07 – S Is For SilenceTEMPO DI LETTURA 4 min

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Evil 2x07 recensioneDopo oltre un mese di pausa, lo show di CBS Paramount+ ritorna per riprendere dagli eventi visti in “C Is For Cop” che mostravano il trio di protagonisti pronto ad entrare in un monastero di frati in cui vige un rigoroso silenzio. Il ritorno di Evil non è solo avvolto da un velo di curiosità vista la curiosa scelta di orchestrare una puntata nel più estremo silenzio, ma anche perché la creazione dei coniugi King ha ottenuto il rinnovo per una 3° stagione proprio durante questo hiatus stagionale. Tante ottime notizie quindi.
“S Is For Silence”, pur con delle chiare limitazioni dovute all’assenza di dialoghi, conferma tutte le vibrazioni positive che si erano sperimentate immaginando i possibili sviluppi grazie a questo mutismo diffuso. I King, qui di ritorno sia alla scrittura (Michelle e Robert), sia alla regia (solo Robert) come non accadeva da “Genesis 1“, fanno del loro meglio per soddisfare queste premesse e ci riescono pienamente, nonostante una chiusura un po’ troppo frettolosa del caso che avrebbe potuto essere gestita meglio.

Shhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!

VISIONE RELIGIOSA


In un episodio che segna la pesante assenza di Michael Emerson nel ruolo di Dr. Leland Townsend (anche se non deve essere letta come nota negativa vista la bontà della puntata), Evil si isola completamente dal mondo esterno per affrontare tutti i segreti nascosti all’interno del monastero in cui vige nessuna parola è stata pronunciata da oltre 130 anni.
La spiegazione del vero motivo dietro questa regola è tradotta nella necessità di non risvegliare un presunto demone catturato all’interno di uno scrigno. Una motivazione che ovviamente trova forte scetticismo da parte di due dei tre protagonisti e che, ovviamente, spinge Ben a cercare una motivazione scientifica valida e ragionevole. Partendo da questo presupposto è interessante constatare come i coniugi King abbiano di fatto preso i tre personaggi principali e li abbiano nuovamente divisi facendoli vivere storyline separate pur in uno spazio così ristretto come quello di un monastero.
L’accusa di maschilismo neanche tanto nascosta nei confronti della chiesa (e che arriva dopo quella altrettanto visibile contro i poliziotti) è un’ottima motivazione per prendere Kristen e farla legare a Fenna ma il suo apporto alla puntata è piuttosto limitato e non va al di là di esperienze personali, elemento che coincide anche con la storia di David, praticamente utile solo ad enfatizzare le debolezze della carne di un futuro prete che vive in un mondo di tentazioni. In tutto ciò Ben è veramente, ed ancora una volta, la chiave di volta per la trama.

Buuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuh!

VISIONE SCIENTIFICA


Nel pieno stile di Evil, anche in questa “S Is For Silence” c’è la chiara scelta degli showrunner di non concedere alcuna risposta chiara al proprio pubblico per lasciare la possibilità a tutti di credere a ciò che vogliono. L’idea che ci sia un demone chiuso dentro uno scrigno è intrigante, non confutabile e pompata anche dall’improvviso malessere di tutti (con tanto di insetti, segni sulla pelle e sangue) proprio dopo che Kristen pronuncia un fatidico “Buh” ad uno scheletro, parola che fa aprire lo scrigno.
Le coincidenze qui si sprecano e lasciano propendere per una chiara presenza del demone, cosa che però è allo stesso tempo spiegata dalla teoria di Ben. La regia di Robert King lascia sottintendere che effettivamente ci fosse veramente un demone all’interno dello scrigno, quindi sembra che velatamente i King supportino questa teoria religiosa ma al tempo stesso continuano a giocare (anche un po’ troppo) con una negazione che spesso arriva repentinamente e chiude trame che potrebbero anche rimanere aperte. La teoria degli insetti di Ben non spiega la conservazione del corpo del monaco, così come non spiega la presenza della “gelatina” dentro lo scrigno. Chiaramente con 40 minuti a disposizione i King hanno fatto ciò che potevano ma l’impatto del finale fa uscire la puntata un po’ malconcia nel complesso. E non è la prima volta.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Fenna, suora olandese interessante
  • This place is so fucking anti-women
  • Regia molto curata di Robert King
  • Spiegazione scientifica
  • Lo scheletro che si pulisce i denti
  • Kristen ubriaca che pulisce botti
  • I segni della crocifissione sul corpo di Fenna
  • Immagini mentali proiettate
  • Flusso di coscienza di David in chiesa
  • Finale troppo frettoloso e totalmente svilito dalla visione scientifica fornita da Ben
  • Non spiegata la conservazione del corpo

 

Nel complesso questo è un ottimo episodio che però non eccelle proprio a causa di un finale troppo frettoloso ed impattante. Peccato.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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