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Evil 2×08 – B Is For BrainTEMPO DI LETTURA 3 min

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Evil 2x08 RecensioneSi è concluso da poco The Good Fight, altra creatura dei King e, a voler sintetizzare la fotografia del loro momento creativo, è possibile ravvisare un po’ di pigrizia diffusa. Soprattutto in una serie il cui universo narrativo è stato abbondantemente esplorato.
Evil è invece uno show tuttora giovane e sotto certi punti di vista garantisce ai suoi autori una libertà di manovra non indifferente.
Ed è ciò che accade in questo episodio, dove si espande liberamente il lato psichedelico/introspettivo/allucinatorio, viene approfondito il nuovo lato oscuro di Kristen, ma allo stesso tempo rimangono statiche alcune dinamiche che permangono da un po’ di tempo.

KRISTEN E FAMIGLIA


La figura del marito di Kristen, immagine quasi più ingombrante nella sua assenza che in presenza, serve a creare una cartina a tornasole per il particolare momento della protagonista. Indubbio che in questo episodio il tutto sia stato accentuato solo per riportare ciò in auge (nei precedenti episodi non c’era sesso con maschere di animali o sconosciuti picchiati con surgelati).
Vero anche che il fil rouge della stagione, ovvero l’omicidio di LeRoux, aveva bisogno di tornare in superficie. L’evoluzione della protagonista passerà anche dal confronto per il senso di colpa di quanto commesso, soprattutto ora che la giustizia ha smesso di indagare.
Il confronto tra marito e madre di Kristen lascia il tempo che trova, se non fosse per lo strano dialogo che la suocera ha con il pupazzo vicino alle candele. Inutile dire che altre scene regalano gioie: dalla sfuriata in supermercato, al già citato sesso con maschere, fino alle bruciature autoindotte.

INTROSPEZIONE E VISIONI


Nulla di nuovo sotto il sole per quanto riguarda l’aspetto più mistico-lisergico, oltre che per il dibattito fede-scienza che suscita. Altro non è che il caso di giornata, ovvero un esperimento di realtà aumentata che ha implicazioni spirituali, nonché terapeutiche dal punto di vista psicologico, ma che può però anche mostrare l’inferno.
Il tutto è interpretabile come scusa per approfondire i personaggi ed il loro particolare momento. Ben sta muovendo i suoi primi passi verso la spiritualità, da ateo convinto quale è, ma allo stesso tempo sta affrontando il trauma di essere rimasto intrappolato in un inquietante sotterraneo. La sua visione è quella più suggestiva, se non altro per l’arricchimento che ne riceve il personaggio.
Con Kristen (e apparentemente David) si gioca molto su virtuosismi narrativi. Intanto viene mostrato per la prima volta, esplicitamente, l’omicidio perpetrato da Kristen, il tutto in una finta visione di David che si rivela essere la visione della stessa Kristen. La protagonista addirittura estrapola una possibile seduta con il suo psicoterapeuta con risposte che egli stesso nella realtà poi non le darà. Tutto questo viene condito da un eccezionale gioco di illusione anche per lo spettatore che non sa mai qual è la realtà e quale la finzione.
Per concludere: la “vera” esperienza con lo stimolatore di David. Se Ben sta incontrando piano piano la sua spiritualità, David allo stesso tempo sta incontrando la sua umanità, arrivando ad essere l’unico a non avere visioni, accrescendo la “crisi mistica” che si porta avanti da un po’.

LELAND


Si può anche apprezzare il ritorno di Leland, con le sue schermaglie con la suora. C’è da dire però che tali schermaglie, così come la caratterizzazione del personaggio interpretato da Michael Emerson, rimangono statiche. Ciò che spesso affligge i King è quello di regalare una brillantissima fotografia di un personaggio, ma poi non riuscire a dargli una terza dimensione. Il fatto che Leland sia stato messo da parte per diversi episodi, e appena accennato qui, lascia pensare che il percorso dei protagonisti possa forse prescindere da lui.
Questo è senz’altro un vizio che si spera che i King possano superare, magari già regalando all’antagonista principale uno spazio e uno sviluppo degno di nota.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Maschere di animali
  • Kristen che picchia il tizio al supermercato
  • Bruciature di croci
  • Psichedelia generale
  • Confusione tra realtà e visioni
  • Persegue un staticità generale, soprattutto nella figura di Leland che sembra ormai un po’ fuori posto

 

Indubbiamente un buonissimo episodio che si lascia ben guardare quasi esclusivamente per la sua ottima fattura. Purtroppo ad un certo punto questo non potrà più bastare e si pretenderanno sviluppi degni di nota e qualche risposta.

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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