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Romulus 1×02 – RegereTEMPO DI LETTURA 4 min

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Nel Primo Re ho raccontato la leggenda di Romolo e Remo come se fosse vera, qui il lavoro è stato diverso. Ci siamo immaginati, al contrario, la genesi di questa leggenda: a livello storico non si hanno notizie condivise sul quel periodo antico e al riguardo ci sono tante scuole di pensiero archeologiche che lavorano sulla mitografia e quella romana ci ha aiutato.” (Matteo Rovere)

 

E’ doverosa questa citazione del regista della serie per rispondere alla domanda che tanti spettatori si stanno ponendo: dove sono Romolo e Remo? La risposta è molto facile visto che semplicemente non ci sono, almeno per ora.
La nuova serie di casa Sky è un prodotto differente dal film e nonostante alcuni evidenti richiami, la storia non segue le dinamiche della pellicola cinematografica, andando per la sua strada in piena autonomia, motivo per cui le critiche subite sull’aver riscritto completamente il mito dei celebri fratelli sono da respingere al mittente, poiché prive di fondamento.
Bisogna sottolineare l’immenso coraggio dimostrato da Sky nel produrre un prodotto televisivo così particolare, che evidentemente si rivolge sin da subito a una piccola nicchia di spettatori, per uno show peculiare che entusiasmerà molti appassionati del settore ma, al tempo stesso, non sarà mai visto dalla gran parte del pubblico italiano.
Tuttavia, se solo qualche anno fa qualcuno avesse detto che in Italia, patria degli 8 milioni di spettatori a puntata per Don Matteo, avremmo visto una serie in proto-latino, sicuramente si sarebbe gridato alla follia. E invece no, è tutto vero, a riprova di un certo coraggio dimostrato dall’emittente nell’investire in produzioni fortemente innovative, come era già stato per ZeroZeroZero. Una scelta radicale, ma splendida, quella di girare lo show in proto-latino, che rende la storia narrata molto più veritiera e contribuisce ad immergere lo spettatore nell’atmosfera mistica dell’epoca, grazie anche alle splendide location, soprattutto per quanto riguarda quelle prettamente naturalistiche, che fanno da sfondo alle vicende sanguinose di Alba.
E’ giusto anche sottolineare come le fonti in nostro possesso, sino ad ora, non consentano una ricostruzione precisa e dettagliata dell’epoca pre-romana nella penisola italiana, nonostante molto sia documentato dai numerosi reperti archeologici rinvenuti in Italia. Partendo quindi da questo dato di fatto, è evidente come la produzione abbia consultato numerosi esperti del settore, per una serie che appare molto attenta alla ricostruzione storica, per quanto possibile, non divenendo uno show patetico, storicamente parlando, come tanti se ne sono visti negli ultimi anni, con Knightfall e Britannia a guidare le fila per citare due tra le più famose.
Dopo un primo episodio introduttivo ma già pieno di eventi, la trama avanza senza perdere tempo, grazie a un buon ritmo narrativo, con Yemos che incontra subito i Luperci guidati da Cnaeus, guadagnandosi in fretta la libertà. Il principe di Alba Longa stringe inoltre uno strano rapporto con Wiros, la cui sottotrama per ora delude le aspettative, ma è lecito aspettarsi un miglioramento in tal senso grazie a un maggior minutaggio a disposizione del personaggio che non dovrebbe tardare ad arrivare nei prossimi appuntamenti.
E’ sicuramente da lodare l’ottima prova attoriale di Sergio Romano che riesce a dar vita a un personaggio complesso e sfaccettato come Amulius che, nonostante i delitti di cui si macchia per prendere il potere, mostra comunque una certa umanità e fragilità, soprattutto nella sfera privata.
Discorso a parte invece merita Ilia, Vestale e figlia di Amulius, che ricopre un ruolo importantissimo nella società dell’epoca: infatti le vestali erano fanciulle vergini, scelte tra i 6 e i 10 anni e appartenenti esclusivamente a famiglie patrizie, le quali ricoprivano il sacro ruolo di custodi del fuoco di Vesta che doveva sempre rimanere acceso poiché rappresentava la vita stessa e l’essenza primaria della città.
Le sacerdotesse erano intoccabili e godevano di numerosi privilegi, salvo che in due unici casi: lo spegnimento del fuoco sacro e le relazioni sessuali, visto che la verginità delle stesse era ritenuta sacra. In questi due casi la vestale, che non poteva essere uccisa da nessun uomo poiché sacra alla dea, veniva quindi sepolta viva.
Nel finale di puntata si assiste quindi alla tumulazione di Ilia, che è resa splendidamente a livello visivo, ma che lascia presagire una sua sopravvivenza alla sepoltura, una soluzione narrativa non solo poco veritiera ma anche oltremodo forzata vista l’estrema importanza che tale rito ricopriva nella società di allora.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Qualcuno ha detto proto-latino?
  • Le splendide location
  • Un ottimo Sergio Romano nei panni di Amulius
  • Yemos che incontra Cnaeus senza troppo attendismo
  • Splendida la tumulazione di Ilia…
  • La sottotrama riguardante Wiros per ora non entusiasma
  • …ma una sua sopravvivenza sarebbe alquanto fuori luogo

 

Un ottimo episodio per la nuova serie di casa Sky che si conferma un prodotto televisivo fortemente innovativo e di grande qualità, nonostante qualche difetto sicuramente vi sia. Romulus è destinato senza dubbio a essere una delle serie più interessanti di questo 2020, con tanti elementi positivi che la contraddistinguono e che fanno optare per una valutazione molto alta delle puntata. In attesa del massimo dei voti, gli appassionati del genere possono finalmente godere nella visione di una serie tv di stampo storico degno di tal nome. Meglio tardi che mai. Grazie Sky.

 

 

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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.

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