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Shameless 11×05 – SlaughterTEMPO DI LETTURA 6 min

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Shameless 11x05 Recensione

Finora gli episodi di questa undicesima stagione di Shameless sono sempre stati, bene o male, autoconclusivi, con legami molto labili o pressoché nulli tra di loro. “Slaughter” si differenzia in questo riprendendo direttamente alcuni degli eventi e delle trame aperte in “NIMBY”. Uno dei cardini dell’episodio è infatti la lotta di vicinato tra Gallagher e Milkovich, centrale anche nella scorsa puntata.
Pur essendo la sottotrama di Liam ben collegata con quelle di Frank e Carl, “Slaughter” vede nel complesso i Gallagher dispersi, occupati ad affrontare ognuno i propri dilemmi personali intrecciandosi poco o nulla con gli altri componenti della famiglia. Nonostante alcuni risvolti interessanti, ogni fan di Shameless che si rispetti sa però che la serie dà il meglio quando i Gallagher sono uniti. Aspetto che la banalità e noia di alcune storyline individuali sottolineano ancora una volta.

OLD LIP


Tra i protagonisti, due dei personaggi che sembrano faticare di più a trovare un proprio ruolo all’interno dell’ultima stagione della serie sono Lip e Tami. Finora ogni episodio li ha visti alle prese con una nuova trama e una nuova gatta da pelare sempre slegata da quanto accaduto loro negli episodi precedenti. Passando dai problemi di vandalismo a casa alla preoccupazione per il figlio di Brad, fino ad arrivare alla breve parentesi dell’ex professore (e amante) di Tami, questi due personaggi sembrano non riuscire ad avere una continuità lineare e coerente, andando semplicemente a riempire gli episodi con sottotrame sterili e/o incomplete.
Il titolo di questo quinto episodio è tuttavia dedicato proprio a loro e alle vicende che li vedono coinvolti, con la ricerca di una nuova casa e la visita alla cosiddetta “Slaughter house”, teatro di orrendi omicidi e probabilmente ora luogo infestato.
Nonostante la vicenda sembri inizialmente avere una conclusione semi-positiva, verso fine episodio pare chiarirsi la direzione che gli showrunner della serie hanno deciso di far intraprendere a Lip. Una direzione però a cui il personaggio non è nuovo e che anzi ha già preso più volte in passato.

Lip: “How long you been sober for?”
Brad: “About two and a half years.”
Lip: “Almost six months for me. You know, in the old days, if that shit had happened, I’d be at BornFree right now, stealing everything in sight. See, old Lip, he wasn’t the… upstanding citizen that he is today.”

E’ chiaro come l’alcolismo per Lip sia una tematica ricorrente, il che è comprensibile e realistico viste le difficoltà che si affrontano per uscire da questa dipendenza, ma il timore è che questo sia semplicemente un modo per tenere impegnato il personaggio in assenza o carenza di idee per un suo percorso differente.
Serviva comunque una spinta forte per far ricadere Lip nel vizio e in tal senso “Slaughter” vede bene di accanirsi contro il personaggio, dapprima sfrattandolo da una casa che ha tanto faticato per rendere confortevole, e infine privandolo anche del lavoro. Sicuramente un duro colpo per un personaggio che di duri colpi ne ha già subiti molti in passato, ma l’idea potrebbe essere quella di porre davanti a Lip l’ultimo ostacolo affinché possa uscire definitivamente da questa spirale di alcolismo prima del series finale.

“WHERE ARE ALL THE BLACK PEOPLE?!”


Altro personaggio che fatica a trovare il suo posto nella stagione è V, in questo episodio impegnata a migliorare la condizione di vita nel quartiere raccogliendo voti per la legge sugli affitti, così che le famiglie nere del Southside non siano costrette a trasferirsi altrove. Ancora una volta Shameless si propone di rappresentare una realtà difficile, stavolta attraverso l’infruttuosa ricerca di elettori a cui fare propaganda per le imminenti votazioni. V scopre infatti ben presto che quasi tutti i neri sono già andati altrove, probabilmente proprio a causa degli affitti troppo elevati, e che i pochi rimasti prendono informazioni da fonti di dubbia affidabilità. Cosa che li rende totalmente inutili alla causa.

Donna del Southside: “Obama’s from Kenya.”
V: “Ok.”

GALLAGHER VS. MILKOVICH


“This neighborhood is definitely going to shit.”

Tra le varie altre storyline che compongono l’episodio (Carl e il giovane ladro del negozio di vestiti, Debbie e le sue indagini su Sandy, Ian e Mickey alla ricerca di un nuovo mezzo sicuro per i loro spostamenti, ecc.) la più interessante è sicuramente quella aperta in “NIMBY” e che vede contrapposte la famiglia Gallagher e i Milkovich. Protagonisti di questa parte della storia sono da un lato Frank, deciso a trovare un modo per liberarsi dei nuovi vicini, e dall’altro Liam, terrorizzato dal dover vivere accanto a un gruppo di razzisti estremisti.
Tra una scena memorabile e l’altra – la marchiatura a fuoco e la testa mozzata del cervo in stile The Godfather in particolare la fanno da padrone – il focus particolare su Liam mette in risalto la tematica del razzismo e del terrore costante a cui la comunità afroamericana (ma non solo) è sottoposta, messa di fronte al bigottismo estremista di determinati membri della comunità. La chiusura di questa storyline (per il momento), così come dell’episodio, per quanto sopra le righe risulta geniale ed esilarante, con il proiettile di Liam che, sparato in aria, cade proprio addosso a Terry Milkovich.
Dal lato di Frank, invece, i suoi goffi e moralmente discutibili tentativi di scacciare i Milkovich per vie traverse non possono non far provare tenerezza nei confronti del personaggio. Ancora una volta però la serie suggerisce un piccolo indizio riguardo la probabile demenza (o alzheimer) del capofamiglia Gallagher, qui mostrato confuso e disorientato durante la conversazione con Kev. Probabilmente questo sarà uno sviluppo centrale più avanti nella stagione di cui gli showrunner stanno sapientemente gettando in modo molto cauto le basi episodio dopo episodio.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Abitudini dei Milkovich per iniziare bene la giornata: svastica marchiata a fuoco e un bel bicchiere di sangue di cervo di prima mattina sono un toccasana
  • Le goffe (dis)avventure di Frank
  • La giornata da incubo di Liam e il ritrovamento della testa del cervo
  • Officer Carl e la maturità acquisita dal personaggio
  • Il finale
  • Sottotrama di Debbie noiosa da morire e tirata troppo per le lunghe
  • Stesso dicasi per Ian e Mickey
  • Lip e Tami continuano ad avere trame totalmente slegate dagli episodi precedenti, anche se verso la fine la direzione dei personaggi sembra chiarirsi

“Slaughter” non conferma alcun salto di qualità da parte della stagione finale di Shameless, ma si assesta piuttosto sullo stesso livello di gran parte degli episodi precedenti. Una visione senza infamia e senza lode, che gode tanto di trame piacevoli e divertenti quanto di altre noiose e monotone. Se non altro alcuni piccoli tasselli vengono piazzati per futuri sviluppi potenzialmente interessanti.

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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