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Sharp Objects 1×03 – FixTEMPO DI LETTURA 3 min

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Sharp Objects procede con quella che si può tranquillamente definire, ora che si è giunti alla terza puntata, tediosa narrazione. Il caso della doppia sparizione, il ritrovamento della bambina ed i dubbi che iniziano a calare come una nube misteriosa su di una cittadina che si riscopre luogo di un vero e proprio crimine efferato, altro non sono che puri e semplici elementi di sfondo di quello che è il vero fulcro centrale della narrazione: la riscoperta da parte di Camille delle proprie origini e di quel passato tumultuoso di cui lo spettatore ha sentito molto vociferare dai personaggi i scena.
Ecco quindi che il focus investigativo si sposta e viene posto su Camille piuttosto che sulle due giovani ragazze scomparse a Wind Gap. Sharp Objects si fa forte di questa chiara volontà di intimismo, ma finisce per non convincere proprio per l’abuso eccessivo di questa tipologia di narrazione: voler far ruotare tutto attorno a Camille potrebbe essere un elemento che da solo funziona (specialmente se si tiene in considerazione che il personaggio è interpretato da Amy Adams), ma mentre questo filone di trama fiorisce rigoglioso, il caso sul quale l’intera storia si poggia viene malamente tenuto in gioco ed a tratti snobbato.
Sembra una riproposizione di quanto si era già fatto notare con la recensione della scorsa puntata ed infatti anche in “Fix” continua la mal gestione della narrazione, nonostante fotografia, regia e recitazione siano di alto livello e non lascino mai a desiderare.
Tuttavia sono cinquanta minuti vacui e privi di impatto. Quanto meno per quanto concerne l’impatto narrativo, dato che come impatto visivo Marti Noxon decide bene di inserire delle pesanti e difficili da digerire scene di autolesionismo che non cercano di colpire lo spettatore alla mente, lasciando all’immaginazione il grosso del lavoro: no, tagli, sangue ed il puro e semplice dolore vengono trasposti e trovano nell’episodio ampio (e giustificato, visto che occorrono per caratterizzare ulteriormente Camille) spazio.
Forse anche per far empatizzare ulteriormente lo spettatore con Camille si è deciso di dar maggiore spazio ai personaggi di Adora ed Amma: madre e sorellastra che fanno capire come mai Camille giri per la città sempre in compagnia di una ricolma bottiglia di vodka. Proprio la questione dell’alcolismo perenne, fattore che rende il personaggio poco lucido ed incrementa il mix tra passato e presente, risulta una perfetta rappresentazione scenica del famoso detto “affogare i dispiaceri nell’alcool”: nel momento in cui il passato ritorna a farsi sentire, oppure Adora si dimostra acida e sconsideratamente cattiva, ecco che l’alcool torna ad alleviare quei dolori interiorizzati e sepolti che ogni tanto affiorano dalla debole armatura che Camille sembra essersi faticosamente costruita.
L’articolo mandato in pubblicazione nel precedente episodio sembra non aver aizzato troppo gli animi di una cittadina assuefatta dalla quotidianità ed incapace, probabilmente, di razionalizzare quanto sta avvenendo. Solo Adora, chiaro personaggio “antagonista” di Camille, si mostra scandalizzata dal racconto sconsiderato della figlia. Ma questo suo stato d’animo, più che per vero dispiacere, potrebbe essere dettato dalla vergogna di dover rendere conto agli altri compaesani di ciò che Camille scrive e racconta della cittadina. Un modo di relazionarsi con la propria figlia che viene ampiamente mostrato e sottolineato specialmente quando Adora cerca di incolpare la giovane reporter di ogni elemento che sembra sfuggire dal suo controllo (la disobbedienza di Amma, per esempio).
Occorre fare menzione speciale delle parole che, oltre a dar titolo ai singoli episodi, sono riscontrabili all’interno della serie: a volte incisi a pelle come scarnificazioni su Camille, altre volte ancora semplicemente riportate in cartelli, auto o poster.
Curioso come il cartello che indica St Louis sul finire di episodio, nel frame precedente diventi “spiteful”, ossia dispettoso, maligno, cattivo. Una parola che descrive alla perfezione le continue visioni di Camille ed i fantasmi che sembrano assillarla ovunque essa si trovi.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Dettagli, dettagli e solo dettagli: troppo poco
  • Tediosità generale

 

Questa settimana Sharp Objects si salva. Ma semplicemente perché a sopperire della grande mancanza di storia ci pensano i dettagli sempre ottimamente gestiti.

 

Dirt 1×02 1.10 milioni – 0.3 rating
Fix 1×03 1.03 milioni – 0.3 rating

 

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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