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Snowpiercer 2×09 – The Show Must Go OnTEMPO DI LETTURA 4 min

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Snowpiercer 2x09 recensioneArrivati al penultimo episodio stagionale, Snowpiercer regala un’ulteriore conferma del suo stile attendista. Una tendenza resa terribilmente chiara sin dalla scorsa stagione ma che in questi nove episodi correnti ha addirittura alzato il tiro.
Naturalmente il continuo procrastinare messo in mostra non risulta neanche una sorpresa dato che la serie si presenta già forte di un rinnovo anticipato per la terza stagione.
Tuttavia, quel che porta lo spettatore alla quasi esasperazione durante la visione, è la netta mancanza di un piano ben preciso. Snowpiercer, infatti, così come il treno eterno rappresentato nella narrazione, dà l’impressione di continuare a correre a vuoto sui binari senza avere chiaro alcun obiettivo prefissato da raggiungere.

UNO PSICOPATICO AL COMANDO


Eppure le premesse di questo secondo ciclo di episodi lasciavano intravedere uno spiraglio positivo per il seguito della serie. Su tutti, l’ingresso in scena di Mr. Wilford con un casting d’eccezione nella forma di Sean Bean, aveva dato a questa stagione input decisamente più entusiasmanti. Peccato che il risultato sia stato ben diverso.
Sicuramente il personaggio di Wilford al momento rimane il migliore in assoluto tra il cast (considerando anche l’assenza prolungata di Melanie) e l’interpretazione di Sean Bean continua a dare lustro al character che catalizza l’attenzione in ogni scena, aumentando il potere di ogni mossa grazie al carisma e all’imponenza che permea da ogni sua azione o dialogo.
Chiunque abbia visto l’omonimo film del 2013 di Bong Joon-ho da cui la serie è tratta sicuramente è già a conoscenza dei tratti psicopatici che caratterizzano la figura di Mr. Wilford. La serie sta svolgendo un egregio lavoro da questo punto di vista, dando un’ottima rappresentazione megalomane del personaggio. E forse, lo sta facendo anche troppo.
Ciò che emerge da “The Show Must Go On” infatti, è quasi un’esasperazione di ogni fattore/situazione all’interno del treno che raggiunge anche la figura di Wilford. L’esaltazione e la superbia dell’uomo giungono infatti ad un livello di pazzia quasi estremo che rischia di rendere il tutto fin troppo artificioso. In tutto ciò poi, non aiuta di certo l’immobilità della trama. La psicopatia messa in mostra dal proprietario del treno avrebbe un riscontro sicuramente maggiore se non rimanesse fine a sé stessa. Organizzare cene e minacciare gente per portarli dalla propria parte è sicuramente utile per il mantenimento del potere, ma per una serie che pecca della mancanza di svolte narrative restringere uno dei migliori personaggi a semplici giochetti e poco altro di funzionale è sicuramente uno spreco bello e buono.

UP AND DOWN DEI PERSONAGGI


Wilford a parte, come già sottolineato parecchie volte, il resto dei personaggi stenta ancora a decollare e, giunti ormai alla fine della seconda stagione, sembra inutile mantenere alte le speranza a tal proposito.
La differenza tra i personaggi appare ancora maggiore quando si mettono a confronto due character presenti sin dal pilot e che hanno seguito percorsi differenti. Prendendo in considerazione l’attuale team delle fogne, appare palese il diverso sviluppo subito da Layton e Ruth. Se quest’ultima ha affrontato un cambiamento totale rispetto a come era stata presentata all’inizio, e per questo riesce a risultare un personaggio decisamente più apprezzabile perché risultato di un’evoluzione, discorso diverso va invece fatto per Layton.
Quello che ad inizio serie dove essere il protagonista principale insieme a Melanie, è caduto sempre più in un letargo profondo fatto di zero evoluzione narrativa e caratteriale che lo ha portato ad apparire spesso piatto e tedioso. Caratteristiche che di certo non dovrebbero rappresentare colui che ha in mano il punto centrale della narrazione.
Con già una trama impersonale dunque, il minimo richiesto sarebbero stato personaggi con una certa verve che qui invece manca del tutto. A parte i già super citati Wilford e Melanie infatti, tra le altre evoluzioni si ha solo quella di Audrey, passata si dall’altro lato della barricata, ma almeno protagonista di un cambiamento vero e proprio. Tutti gli altri, da Alex a Josie, rimangono ancora impallati in una staticità che non può entusiasmare nessuno.

QUALE CLIFFHANGER?


Con il penultimo episodio stagionale ormai andato, ci si interroga su cosa possa riservare il finale e i dubbi restano molteplici. Tenendo in considerazione quanto anticipato in “Many Miles From Snowpiercer” riguardo il recupero di Melanie, il resto degli elementi a disposizione restano fortemente limitati e di poco conto. Certo, ci sono Ruth e Layton dalla stessa parte e intenzionati a smuovere le cose, c’è il messaggio di Melanie che ha finalmente raggiunto il treno, tuttavia questi input che si accavallano negli ultimi minuti di “The Show Must Go On” appaiono decisamente deboli. La promessa di rivalsa viene fuori in modo quasi fiacco, le prospettive di qualcosa di più esaltante nel finale al momento sembrano fragili, e ci si approccia all’ultimo appuntamento con un cliffhanger del tutto povero.
Si spera che gli ultimi 45 minuti riescano a smentire tali previsioni, ma dato l’andazzo della stagione le speranze non sono poi così tante.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Evoluzione del personaggio di Ruth (almeno qualcuno si evolve)
  • La psicopatia di Mr. Wilford…
  • Sean Bean resta sempre una delle poche cose positive 
  • Layton sempre fiacco e poco propositivo 
  • …seppur a volte esasperata e fine a sé stessa 
  • Un penultimo episodio che non accende gli animi per il finale 

 

Snowpiercer si appresta a svoltare l’ultima curva di stagione ma ancora una volta sembra essere a corto di elementi fondamentali quali svolte narrative e hype.

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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

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