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The Flash 1×11 – The Sound And The FuryTEMPO DI LETTURA 8 min

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Ciò che sta contraddistinguendo le nuove serie a tema superoistico targate CW è la ricchezza, in termini sia numerici che qualitativi, del team che sta dietro alle individuali gesta del protagonista.
Se nel precedente show di riferimento della stessa emittente, infatti, abbiamo assistito per gran parte del tempo ad un Clark Kent che agiva perlopiù in solitaria (prima dell’avvento della Watch Tower e della Justice League), già con Arrow si è potuto notare un netto cambiamento di rotta, fin dal principio. Scelta giudicata vincente, evidentemente, visto che è stata replicata di sana pianta anche in The Flash.
Scelta che la sequenza iniziale di “The Sound And The Fury” va dritto a testimoniare, mediante la collaborazione al solito diretta ed efficace tra Barry e i genietti degli Star Labs. Fin dall’intro, quindi, e dal successivo (e improbabile) selfie dell’intero team, ci viene subito messo in chiaro quale sarà l’argomento principe che verrà, di lì in poi, approfondito. D’altronde, dove in Arrow la formazione della squadra di “aiutanti” occupa il corso dell’intera stagione d’esordio, in The Flash questa avviene nell’arco dei quaranta minuti di pilot. Il Dottor Wells, Cisco e Caitlin lavorano insieme già da parecchio tempo, tanto è vero che, stavolta, è il supereroe ad aggiungersi a loro, e non viceversa.
Lo spettatore, pertanto, non è a conoscenza delle modalità dell’unione dei tre scienziati. Il compito di rimembrare il misterioso passato viene così affidato al villain della puntata, quell’Hartley fugacemente introdotto dalle parole di papà Rathaway della settimana scorsa: “I haven’t a son” (e che la nostra rubrica aveva già prontamente annunciato).
La domanda “Who is Hartley Rathaway?” diventa così il pretesto per riportare a galla annose questioni, in particolare la rivalità che, con l’assunzione di Cisco avvenuta due anni prima, si scatena tra quest’ultimo e il presunto “chosen one” del Dottor Wells. In un flashback nostalgico, ambientato durante l’apice dell’autorevolezza, tecnica ed economica, degli Star Labs, ci viene così mostrato il primo giorno di Cisco, dove l’allegria e la sagacia di Ramon vanno poco d’accordo con la serietà e il turbolento carattere del futuro Pied Piper, innescando un conflitto che si ripercuote anche nel presente.
Tra tecnicismi scientifici, concettuali partite a scacchi e una proprietà di “seconde” e “terze” lingue non indifferente, la battaglia tra cervelli è senza dubbio avvincente ed emozionante. Al pur brillante Barry Allen non resta che intraprendere il ruolo di spettatore inerme e, all’occorrenza, fungere da “braccio” delle suddette menti geniali. Esplicativa, a questo proposito, la scena che lo vede assistere al loro duello verbale (il quale abilmente varia tra lo spagnolo, il francese e il latino) incapace di coglierne un minimo significato: “God, i would choose the language to the high school”.
La comparsa del vecchio pupillo, però, è anche l’occasione per portarci ad una ben più interessante domanda, ovvero: Who is Harrison Wells? La duplicità del personaggio, d’altronde, è probabilmente il vero tema ricorrente di questa prima stagione di The Flash, la quale ha monopolizzato, difatti, la gran parte della totalità dei cliffhanger di fine episodio (quest’ultimo compreso). E’ l’uomo che vediamo impietosamente allontanare Hartley, con tanto di crudeli minacce, oppure quello che fa mea culpa davanti alle telecamere e all’intera città (e, intanto, costruisce un rapporto sempre più profondo e di reciproco rispetto con il protagonista)? Dopo aver posto la questione a noi spettatori fin dal pilot, ora sono gli stessi personaggi dello show a cominciare a chiederselo. Se la fiducia dei propri compagni di lavoro sembra esser stata subito riconquistata, quella di Joe e del partner Eddie, invece, appare essersi irrimediabilmente incrinata. Dati gli ispiratori discorsi da mentore di Wells e i suoi cenni d’intesa con Barry, l’indagine segreta del padre adottivo e maestro di vita sfocerà, con ogni probabilità, nel più classico degli scontri ideologici. Resta solo da vedere, a questo punto, solo il “quando” tutto ciò avverrà.
Solita immancabile pecca, piuttosto, è rappresentata dalle dinamiche degli scontri “fisici” tra Flash e l’avversario di turno. Più che sul comparto tecnico, di tutto rispetto considerando che si tratta di uno show televisivo, colpiscono negativamente certe scelte piuttosto ingenue e “facilone” in fase di scrittura. Va comunque fatto presente che The Flash, diversamente dalla sorella Arrow, sia come spirito che come atmosfera, si accosta più allo stile sensazionalistico e leggero della recente filmografia Marvel (Iron Man, Avengers), anzichè a quello iper-realistico e dark della stessa DC (e, quindi, della trilogia del Cavaliere Oscuro di Nolan).
 

L’angolo del Nerd della fumetteria all’angolo

 

Poteva RecenSerie non sbattersi per voi e raccattare tutte le curiosità e le ammiccate d’occhio per questa incarnazione live-action della città più malfamata dei fumetti? Ma certo che no, doveva eccome! Per la gioia dei nostri carissimi lettori, come abbiamo fatto per Marvel’s Agents Of SHIELD, Marvel’s Agent Carter, Gotham e Constantine, ecco a voi la “guida” a tutti i vari easter eggs e trivia disseminati nella puntata.

  1. La maglietta di Cisco non solo è una memorabile citazione di Star Wars, ma è sopratutto un rimando ad una della più accese diatribe nerd degli ultimi anni. Se non sapete a cosa ci si riferisce con la frase “Han Shot First”, vi si consiglia l’esaustiva pagina Wikipedia inglese sull’argomento.
  2. Fa un breve cameo un celebre gruppo di villain DC della Justice League: la Banda Della Scala Reale. La Royal Flush Gang compare per la prima volta su Justice League Of America #43 del 1966 e, come molti gruppi e/o personaggi dei fumetti, ha avuto diverse incarnazioni con conseguente ricambio organico di membri affiliati, cambiati di formazione in formazione. Ma al di là delle molteplici versioni della squadra e dei suoi componenti, la Banda Della Scala Reale è principalmente un gruppo di super criminali vestiti da carte da gioco, i cui nomi in codice si basano sulla scala reale presente nel gioco di carte del poker (Asso, Re, Regina, Fante e Dieci). Nell’ “Arrow/Flash-verso” non è la prima volta che si vedono, dato che fecero il loro debutto televisivo nell’episodio “Legacies” di Arrow; non ci è dato sapere se siano gli stessi membri precedentemente mostrati o nuovi individui che hanno rilevato il nome.
  3. Fa il suo debutto ufficiale il villain Pied Piper, fidanzato del Capitano David Sigh e figlio rinnegato dei coniugi Rathaway. Comparso per la prima volta su The Flash #106 del 1956, Hartley Rathaway sviluppò una vera e propria ossessione per il suono, dopo che il facoltoso padre ne curò la sua sordità grazie a delle ricerche scientifiche da lui effettuate. Le ricerche di Hartley divennero, col tempo, sempre più macchinose e mirate, portandolo spesso e volentieri a strabilianti scoperte del campo del suono: prima fra tutte, l’invenzione di una tecnica d’ipnotismo attraverso la musica. Sempre più annoiato dalla vita privata, decise di utilizzare questa tecnica per battersi contro Flash, nel tentativo di dare quel brio in più alla sua sempre più monotona esistenza rifacendosi a Il Pifferaio di Hamelin: la fiaba tradizionale tedesca, trascritta, fra gli altri, dai fratelli Grimm nota anche come Il Pifferaio Magico. Non c’è bisogno di dire che la carriera di Hartley è disseminata di sonore sconfitte da parte del Velocista.
  4. Fa il suo debutto il Picture News: il “Daily Planet di Central City”, nonché più importante quotidiano della città.
  5. Quando Iris West chiama il suo principale “cheif” è un riferimento al fatto che, nel Daily Planet, tutti chiamano Perry White con quel nomignolo.
  6. A proposito del capo del Picture News. Poco ma sicuro, questo è un “easter egg” involontario da parte del serial The Flash e certamente non intenzionale, ma il pubblico Italiano (sopratutto quella folta schiera che legge Dylan Dog) potrà trovare nella battuta del capo del giornale riguardo al suo umorismo, un rimando ad una serie di battute tipiche dell’Ispettore Bloch legate a ciò che non fa più (esempio: “Non rido più dal ’46”). Come già detto, è difficile che la produzione abbia voluto omaggiare uno dei comprimari più amati dell’Indagatore Dell’Incubo, ma è comunque impossibile non vederci una certa somiglianza.
  7. Viene ufficialmente introdotto il concetto di Forza di Velocità. Noi di RecenSerie abbiamo (nuovamente) anticipato il concetto, e se volete saperne di più, vi consigliamo l’Angolo Nerd di questa recensione, in cui se ne è parlato in lungo e in largo.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La battaglia tra i “cervelli” dello Star Labs
  • La gestione dei brevi stralci di flashback
  • Positiva la scelta del casting per Pied Piper (secondo acquisto, dopo l’attore che interpreta Joe, dalla sfortunata serie Smash)
  • La duplicità del dott. Wells, stavolta in linea con la tematica dell’episodio
  • La citazione dello stesso Harrison, durante la conferenza, ad Arrow: “I’ve failed this city
  • Il “selfie”, simpatico, ma improbabile
  • Gli scontri fisici di Flash, ancora abbastanza ingenui, a differenza di quelli efficaci dei primi episodi
  • La storyline di Iris al Daily Planet (o, se vogliamo, al Daily Bugle) di Central City, per ora poco originale

 

Episodio d’approfondimento per i comprimari del Velocista Scarlatto, che c’informa di vecchie interessanti questioni, aprendone di nuove, decisamente intriganti. The Flash, comunque, ancora non sbaglia un colpo, dimostrandosi sempre piacevole ad ogni visione. La speranza, date certe premesse, è solo quella di non vedere lo show cadere nei più stanchi e ritriti clichè.

 

Revenge Of The Rogues 1×10 3.8 milioni – 1.4 rating
The Sound And The Fury 1×11 4.0 milioni – 1.3 rating

 

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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