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The Following 1×09 – Love HurtsTEMPO DI LETTURA 6 min

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Altra puntata, altro recensore ed altro giudizio, ed ecco il parere di “una voce fuori dal coro”, ossia di una che non si è fatta incantare dal Professore.
Nelle recensioni passate è stato ampiamente discusso il fatto che, aldilà di tutto, questa serie tv viaggia sul filo del rasoio, appesa a questo famoso filo vacilla molto spesso dall’essere grandiosa all’essere ricca di personaggi stereotipati e di storie al limite del verosimile. Ed anche in questa puntata il
tutto non si è smentito. The Following presenta un nuovo stile di telefilm, si aggira tra il genere thriller e il genere drammatico, e fino a qui direi che non fa una piega. La vera novità sta nel come i personaggi vengono strutturati e trattati, in pratica siamo ben oltre la classica sfida bene – male, cattivo – buono. I volti che animano questo serial sono spesso normali, come dice lo stesso Ryan: sono casalinghe, poliziotti, insegnanti, insomma sono personaggi che potrebbero tranquillamente somigliare al nostro vicino di casa, con la differenza dei seri disturbi psicologici. Ora, proviamo per questa volta a non osannare il professor Carroll, come? semplicemente sottolineando il fatto che circuire, soggiogare e ammagliare delle personalità borderline, uomini e donne disadattati che non hanno nulla che li tenga con la ragione sulla terra, potrebbe essere una cosa non troppo complicata. Detto questo, aldilà della prestazione dell’attore James Purefoy, che reputo molto buona, in questo personaggio non ci trovo nulla di eccezionale, sarà perché sono portata a scegliere la parte del perdente, però non mi sono lasciata affascinare dal fascino malefico di Joe.
Altro discorso invece riguarda il personaggio Ryan Hardy, di sicuro il suo volto spesso non trasmette sensazioni, appare freddo come un iceberg e agisce come un supereroe dedito al suicidio. Ebbene, provando ad analizzare il tutto vorrei pronunciare una teoria diversa, magari non è corretta ma potrebbe essere una possibilità. Diciamo che gli autori non volessero ritrarre l’immagine di un buono stereotipato, uno di quelli che si vedono ovunque ed in qualsiasi film poliziesco, persino in uno di terzo ordine, mettiamo che invece Kevin Williamson volesse creare Ryan così com’è, con il solo obiettivo di dare un equilibrio differente al tutto. Ammettiamo che se così fosse il risultato sarebbe riuscito. Non è assolutamente nuova neanche l’idea di creare una storia in cui non per forza debba piacere l’uomo buono, allora vorrei citare un altro personaggio del mondo seriale con cui fare un breve paragone. Facendo questa citazione l’intento è di muovere una critica ben precisa a The Following. Porto in esempio Dexter, personaggio dei nostri giorni, lui e Joe hanno in comune le simpatie degli spettatori, in pratica noi (chi più chi meno), e la mania omicida, hanno saputo sedurre le nostre menti e far si che fossimo dalla loro parte. La differenza? semplicemente che è facile essere pro – Dexter, ma non lo è altrettanto per quanto riguarda Carroll. In particolare mi riferisco ad alcune scene piuttosto cruente che abbiamo visto in varie puntate, la crudeltà e l’inutilità all’omicidio che domina le menti malate degli abitanti del fantastico villaggio degli assassini, a volte possono essere fastidiosi. Il punto è, che questa confusione di ruoli avviene per un preciso intento degli autori, che per portare avanti una serie intera, incentrata su questa trama, hanno bisogno che il pubblico sia diviso tra chi tiene ai buoni e chi tifa per il cattivo. Quello che contraddistingue The Following da Dexter, e che lo rende unico nel suo genere, è proprio che qui non c’è nulla di scontato per quanto riguarda i ruoli, ma i telespettatori possono fare il tifo per chi vogliono, tanto i protagonisti sono i buoni e i cattivi in ugual misura.  
Passando alla puntata, sotto il punto di vista delle trame non ha portato a nessuna novità, Carroll si fa osannare dai suoi seguaci, Ryan si getta in un altro intervento suicida, Claire è ancora nascosta e Weston è ancora senza sensi. L’unico personaggio per cui le cose stanno andando male è senza dubbio Emma. Infatti il ritorno inatteso, per mano di Roderick, di Jacob a quanto pare non le ha fatto molto piacere, dato che era occupata a cercare di infilarsi di nuovo nel letto di Joe. Ed è così che la cara ed odiosa Emma nella prossima puntata potrebbe avere qualche problema. Abbiamo salutato anche Paul che ci ha detto addio dopo aver dichiarato amore al suo fidanzatino, soffocando poi per mano dello stesso. Interessante, invece, è vedere come adesso sia il turno delle storie degli adepti di Carroll, probabilmente le prossime puntate saranno dedicate ognuna ad uno di essi: un adepto, una puntata. Il followers di questa puntata, una donna con dei seri disturbi mentali, ha messo in atto il capitolo “Uccidiamo tutte le Claire Matthews” perché l’amore fa male, e si parla di male fisico. La donna infatti, agisce per mano di un pratico fucile. Come sempre, dopo vari omicidi, a risolvere a situazione ci pensa Ryan che come di consuetudine agisce in solitudine perché gli altri, non si sa come, sono sempre altrove e arrivano quando è tutto risolto o quasi. Un piccolo apprezzamento va fatto anche a Kevin Bacon, infatti è sembrato sciogliersi un po’ durante la rivelazione dei sentimenti provati dal suo personaggio nei confronti di Claire.
La puntata merita la sufficienza, nonostante la pura follia di attimi inverosimili, come può una persona ucciderne un’altra nel bel mezzo di un bar, con un mucchio di persone, e dopo alzarsi e andarsene? Più in generale la puntata ha rappresentato al meglio lo stile The Following, perché ora c’è anche questo, fatto di personaggi e di storie contraddittorie. L’esempio più lampante di ciò è rappresentato da Carroll; nella sua follia risulta lucido e calcolatore, è un uomo, un marito, ama e smuove i monti per riavere la sua donna, e poi finisce a letto con Emma. Forse c’è qualcosa che gli sfugge però, ossia che Claire non lo ama più, e suo figlio lo teme. Non è forse questo che lo rende un personaggio già sconfitto in partenza sotto il punto di vista affettivo? Hardy al contrario, con le sue mosse avventate se non altro è sempre coerente, e per quanto sia sfortunato in partenza, della serie sono capitate tutte a lui, è un personaggio che può ancora sperare in una rivalsa nei confronti della vita. 

PRO:

  • Ogni follower ha un suo capitolo.
  • Purefoy e la sua recitazione: il suo modo calmo e lento di parlare e scandire le parole, in questo modo non ti perdi una virgola di quello che dice. Questa caratteristica accentua e sottolinea il meccanismo tramite cui Joe incanta i suoi adepti.
  • Kavin Bacon e la dichiarazione d’amore nei confronti di Claire: per una volta esprime un minimo di sentimento.
  • Il ritorno di Jacob e la morte di Paul che rappresenta il suo primo omicidio.
  • Roderick. Credo che questo sia un personaggio da tenere d’occhio perché in futuro potrebbe, in qualche modo, mettersi in primo piano.
  • Il bel gruppetto di assassini che vive felice e contento, insomma, c’è chi vive in comunità amish e chi in una comunità di assassini.
    CONTRO:
    • Weston non si è ancora rivisto.
    • Come al solito attimi di pura follia inverosimili.
    • Dai Ryan continua così, prima o poi il chiodo in testa qualcuno te lo spara davvero!

    In conclusione la puntata non ha portato a molte novità ed è tutto come prima, vedremo se Claire è stata davvero rintracciata e cosa accadrà. In generale credo che la serie tv anche se con grandi contraddizioni funzioni, e anche chi non ne fosse stato conquistato totalmente, né da Carroll né da Hardy, in qualche modo aspetti di vedere dove Williamson ed i suoi vogliono andare a parare.

    VOTO EMMY

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    Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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