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The Good Lord Bird 1×06 – Jesus Is WalkinTEMPO DI LETTURA 3 min

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The first man killed at Harpers Ferry was a colored.

Harpers Ferry è una cittadina in West Virginia di solo 281 abitanti (stando al censimento del 2018) diventata famosa per il raid che vide coinvolto John Brown ed il suo gruppo di abolizionisti tra il 16 ed il 18 Ottobre 1859.
Come si può evincere dall’evoluzione di questo assedio/raid, e come si può anche immaginare se si ha studiato un po’ di storia, l’abolizione della schiavitù non si raggiunse con quest’assedio e John Brown non era presente quando accadde, diversi anni dopo. Tuttavia, gli eventi occorsi in questi tre giorni di Ottobre, in connubio con l’idea di un mondo dove bianchi e neri fossero uguali e con gli stessi diritti, furono la miccia che scatenò la Guerra Civile Americana dal 1861 al 1865. È per questo che John Brown ed i suoi 22 commilitoni sono così importanti.
Il titolo dell’episodio, ovviamente, non è casuale.

You fighting for the coloreds? It’s about time somebody did. We’ll bring flowers to your funeral.

Ethan Hawke continua a recitare sontuosamente in ogni episodio e “Jesus Is Walkin” ne è l’ennesima riprova. I monologhi che spaziano da ira a calma, da Onion alla battaglia, il tutto in poche frasi, sono un ottimo climax per chiarire lo status mentale di un uomo non più completamente lucido ma follemente credente. Un uomo con un carisma devastante ma anche cieco di fronte all’evidenza dei fatti.
La spirale di eventi che si innescano con la confisca dell’arsenale di armi ad Harpers Ferry è veloce, impressionante e totalmente senza via d’uscita. John Brown è un credente, ha una fede cieca e disperata in Dio, un Dio che lui sà di essere dalla sua parte nel processo dell’abolizione della schiavitù. Nonostante i fatti e gli errori indichino uno ed un solo risultato per questa missione suicida, Brown ha fede in Dio ed è sicuro che le sue “api” arriveranno, come dice lui stesso “you think I need to be told that Jesus is walking? No. I know that.“. La situazione però sembra dimostrare il contrario.

John Brown:What is Onion doing here? What is she doing here? What is Onion doing here?!
Owen Brown:She came back on her own.
John Brown:No! No! No! No! No! No! No! She is supposed to be hiving more bees in safety! She is supposed to be safe!
[…] This day is living history. Onion, right now. Someday, your grandchildren will ask you about this day, ask to see your scars and look upon them with envy! Having you here is almost like having my son Frederick here. Frederick was the first of my boys to give his life for the Negro. Course, he didn’t know the difference between an African and an Indian and a Chinaman.

Haifaa al-Mansour, che ha firmato anche la regia dello scorso episodio, fa un ottimo lavoro sia nel riproporre un signor assedio, sia nel tenere alta la tensione sia dentro che fuori dal fortino, specie nelle scene che servono per sequestrare e portare il colonnello Lewis Washington fuori dalla sua villa. Il ritmo dell’episodio è incessante, drammatico e potente: ogni sparo miete una vittima, lacera il cuore, rafforza la fede. John Brown perde i suoi commilitoni uno dopo l’altro ma tiene alto il morale, almeno fino alla scena finale in cui i suoi due figli muoiono davanti a lui e tra le sue braccia.
Se ci si ricorda le prime parole di Onion nella series premiere si saprà già la fine, per tutti gli altri invece bisognerà aspettare la prossima puntata.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • You have the mathematical skills of a politician and a fool!
  • Ethan Hawke merita un Emmy anche solo per i suoi sguardi allucinati
  • Ritmo molto serrato e ottima regia
  • I vari battibecchi tra John Brown ed il sindaco
  • Drammaticità degli eventi
  • Niente di rilevante

 

Con un catalizzatore di eventi e di attenzione come Ethan Hawke che da solo tiene su l’episodio, “Jesus Is Walkin” dà il via al famigerato raid di John Brown in maniera splendida e sontuosa. Non si può non amare una puntata così amara ed il suo modo di riproporre, anche con un pizzico di commedia, il dramma di questi tre giorni di Ottobre.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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