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The Handmaid’s Tale 3×11 – LiarsTEMPO DI LETTURA 4 min

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Il problema principale di questa terza annata di The Handmaid’s Tale è riscontrabile nell’assenza di trama per diversi episodi, soprattutto nella parte centrale della stagione, che gli autori hanno deciso di sostituire con 50 minuti di primi piani della Moss, con gli occhi fuori dalle orbite in pieno stile Daenerys di Game Of Thrones in “The Bells“. Tutto ciò ha generato non solo una paralisi della trama da cui è difficile riprendersi, nonostante i progressi della scorsa puntata, ma ha reso June veramente insopportabile, quando al contrario, visto i continui drammi vissuti dal character, lo spettatore dovrebbe essere naturalmente portato a empatizzare. A scapito dei grandi piani ideati, per ora Ofjoseph ha fatto ben poco sia contro Gilead che per salvare la figlia, salvo guardare ripetutamente male l’intero cast.
Nonostante l’ottima regia e la splendida fotografia che hanno accompagnato ogni singola puntata, il virtuosismo tecnico da solo non basta e show recenti come Too Old To Die Young lo hanno dimostrato, visto che senza un comparto narrativo degno di nota il risultato finale non potrà mai essere veramente appagante. Nei primi trenta minuti di questo undicesimo appuntamento succede a conti fatti ben poco, in linea con quanto detto sino ad ora, anche se il lato tecnico si conferma di grande qualità, ormai una certezza della serie targata Hulu. Gli unici due avvenimenti degni di nota sono il totale fallimento del Comandante Lawrence, che fugge per poi tornare sui suoi passi, e l’arrivo dei “piani alti” delle Marthas, che giustamente rimettono al loro posto June dopo tanto parlare di arditi piani.
Joseph per ora è uno dei personaggi peggiori della stagione, un character che prometteva benissimo e invece, causa anche il basso screen time dedicatogli, ha reso veramente poco. Al contrario le Marte rappresentano una notevole sorpresa e ancora una volta si confermano la vera Resistenza di Gilead, risultando fondamentali nel termine della puntata dove, accompagnate da un ottimo montaggio in pieno stile How To Get Away With Murder, aiutano June a disfarsi del corpo del Gran Comandante. È proprio in questo momento, quando June si ribella a Winslow, che si registra un vero e proprio cambio di passo del ritmo narrativo: dopo tanti piani andati in aria e diversi episodi da dimenticare, la Osborne agisce, facendo finalmente avanzare la trama e rivitalizzando anche il suo personaggio.
La morte di un personaggio così importante a livello politico avrà sicuramente forti ripercussioni all’interno dello stato teocratico, senza contare il gran colpo di scena nella parte finale. Mentre Fred si dimostra per l’ennesima volta un personaggio completamente inutile, che ha avuto solo la fortuna di essere nato uomo e aver sposato la donna giusta, si assiste anche all’ennesimo cambio di rotta di Serena che continua a cambiare il proprio atteggiamento in modo radicale e improvviso, quasi senza senso se non fosse che Nichole è diventata la sua unica ragione di vita: partita con grandi velleità, tanto da perdere un mignolo per le sue lotte, ora si accontenta, con il permesso del marito, di guidare una Mercedes per 10 minuti e, dopo aver liberamente scelto di far fuggire Nichole per offrirle una vita migliore, improvvisamente e testardamente ritorna sui suoi passi, mettendo in enormi guai il Comandante. Qui i dubbi su un accordo di Serena con Tuello per ottenere la figlia e contemporaneamente liberarsi del marito sorgono spontanei, ma una risposta certa si avrà solo nel prossimo episodio.
L’arresto dei coniugi rappresenta un cambiamento enorme per gli equilibri della serie, visto che ora i Waterford saranno reclusi o fortemente ricattabili in cambio della loro libertà, perdendo il loro status di intoccabili che li accompagna da sempre.
A soli due episodi dal termine si assiste quindi a un completo rimescolamento della carte, con diversi main character in pericolo e che devono affrontare grandi cambiamenti, sicuramente un bene per l’avanzamento della trama orizzontale e per il ritmo della narrazione, che sembra definitivamente uscita dall’impasse in cui era piombata.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Un ottimo comparto tecnico, come sempre
  • Le Marte, la vera Resistenza contro Gilead
  • June che smette di imbruttire la gente e agisce, uccidendo Winslow
  • L’arresto degli Waterford, un evento di portata enorme nell’economia della serie
  • Dopo tanti episodi intrisi di attendismo, finalmente la trama orizzontale avanza a grandi passi
  • Il Comandate Lawrence, character sfruttato malissimo
  • Fred, personaggio veramente inutile
  • L’ennesimo cambiamento caratteriale di Serena

 

Un buonissimo episodio per The Handmaid’s Tale, anche se lontano dai fasti delle prime due stagioni, quando il massimo dei voti era dietro l’angolo ogni puntata e non solo in quelle finali. Senza dubbio però i cambiamenti visti qui sono fondamentali per l’avanzamento della storia, sempre caratterizzata da un ottimo comparto tecnico. Sentiti ringraziamenti per la puntata agli autori che si sono infine ricordati di fare il proprio mestiere.

 

Bear Witness 3×10 ND milioni – ND rating
Liars 3×11 ND milioni – ND rating

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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.

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