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The Haunting Of Bly Manor 1×05 – The Altar Of The DeadTEMPO DI LETTURA 5 min

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Owen: “You’re familiar with glue traps
Hannah: “We talked about that once
Owen: “Not yet, we haven’t. Technically. But I thought about it for weeks after we did. Thought about what that must feel like. That glue setting in before we really know it. That bottomless, icy terror realizing that we may be stuck forever. Do you think a mouse is capable of that kind of realization? Does a mouse know when it’s already over? Do we?
Hannah: “We?”
Owen: “People. Do we realize when we’re in the glue? Or when the water around us is bolling? Or do we sit there, saying this will be okay?

Sono innumerevoli i film horror che utilizzando gli escamotage cari al genere hanno portato alla luce temi considerati tabù o poco trattati. Basti pensare agli ultimi prodotti horror che si focalizzano sulla maternità, sull’aborto, i film diretti da Jordan Peele che sono delle vere e proprie denunce sociali al razzismo ancora dilagante. Niente è quel che sembra. E dietro a jumpscare, creature sovrannaturali, case lugubri, si nasconde un messaggio ben più profondo del non far prendere sonno. Mike Flanagan conosce intimamente il genere e tutte le opportunità che esso dà. Già in “The Haunting Of Hill House” c’è molto di più di fantasmi e corridoi bui, e il suo fratellino minore “The Haunting Of Bly Manor” non è da meno.
Le quattro puntate precedenti son servite a far conoscere appieno le dinamiche tra i personaggi. All’interno della casa si è creata una micro società dove ognuno ha i suoi compiti, i suoi orari, i suoi posti preferiti. E dove è meglio non uscire dalla propria stanza di notte.
Cambio di rotta per la serie quindi, non per le tematiche ma per la struttura narrativa che si affida ai salti temporali. In “The Altar Of The Dead” tocca ad Hannah Gross mettersi a nudo: governante della Bly Manor, prova un attaccamento particolare per la casa e per i suoi abitanti. Spesso assume dei comportamenti bizzarri come il non mangiare – fornendo scuse banali per saltare la cena – e stare spesso nella chiesa di famiglia ad accendere candele. Riprendendo il finale di “The Way It Came”, il punto di vista della serata passa ad Hannah che si ritrova bloccata in un loop di ricordi che, apparentemente, non seguono un filo logico. Almeno fino a metà puntata. Ogni singola inquadratura ,anche la crepa che scompare e ricompare in posti differenti e che la ossessiona, procedendo con la visione trova una spiegazione.
Abbastanza prevedibile – ma non per questo meno godibile – è il plot twist sulla morte di Hannah. Non tanto su come e da chi sia stata uccisa, ma che lei in realtà sia morta fin dal pilot. Uccisione che avviene pochi attimi prima dell’arrivo di Dani, creando una circolarità degli eventi perfetta. Tutta la puntata – i dialoghi con un Owen molto diverso dal solito cuoco simpatico e affettuoso, i ricordi che spiegano alcuni dei fatti accaduti prima dell’arrivo dell’educatrice – servono ad Hanna per prendere coscienza del fatto che sia morta e per accettarlo. Non solo è bloccata in quella dimora, ma è costretta a rivivere i suoi ricordi e a ripetere il suo nome per non perdersi e per non diventare come gli altri spiriti, delle figure secondarie che infestano la dimora.
Già nelle puntate precedenti il terrore ha avuto diverse rappresentazioni: non solo jumpscare, fantasmi di bambini o Flora che zittisce stizzita uno spirito che canta con lei, ma da timori più umani quanto oggettivi. Come Dani e la sua paura di rivelare la sua omosessualità e di accettare se stessa. In “The Altar Of The Dead” l’horror classico lascia lo spazio ad un’altra paura, primordiale questa volta. Quella della morte. Intesa non come ultima azione, l’ultimo atto che si compie nella vita, ma come paura dell’ignoto. Il non sapere cosa avverrà dopo aver emesso l’ultimo respiro. E Flanagan ha una visione decisamente pessimista: essere bloccati in un luogo, non poter vivere, ma vedere gli altri andare avanti. L’unica cosa che resta è crogiolarsi nei ricordi di tempi migliori. Hannah, la quale ha un’evidente cotta per Owen, non può lasciare il lavoro e andare a Parigi con lui. Simile è il destino degli altri fantasmi: quelli più nascosti come il dottore, il soldato o il marinaio che fanno brevi comparse, ma che effettivamente sembrano non aver la possibilità di far altro. Anche se hanno trovato un’ascoltatrice in Flora. “The others they say stay away from her” non è solo un inquietante ammonimento, fantasmi ombra che compaiono ai lati delle scale o durante un breve lampo che avvertono di star lontani da un altro spirito. Fantasmi – fino ad ora – innocui messi a confronto con una presenza che ogni notte fa il medesimo percorso, dal lago fino alla parte proibita della casa e ritorno. Chi intralcia il suo tragitto non fa una bella fine. Come accade a Peter. Personaggio tossico quanto affascinante, ma anche la sua morte non è una sorpresa. Il suo fantasma spaventa Dani da inizio serie. Il plot twist vero e proprio è che Peter ha trovato un modo alternativo per continuare a vivere possedendo Miles quando più gli fa comodo.
La ciclicità degli eventi creano un coinvolgente loop e la prevedibilità di alcuni avvenimenti non infanga la bellezza complessiva della puntata, che va a porre i giusti tasselli verso il season finale.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La struttura della puntata non lineare che segue il punto di vista di Hannah
  • La rappresentazione pessimistica sulla morte, sui ricordi e sul restare intrappolati in un luogo
  • La scena dove finalmente la donna del lago è protagonista. Te lo sei meritato, eh Peter
  • I plot twist che vedono coinvolti Hannah, Peter e Miles
  • L’unico difetto che gli si può attribuire è la fotografia nelle scene diurne, ma è una scelta stilistica applicata a tutta la serie. 

Con questa puntata studiata fin nei minimi dettagli ci si avvicina al finale di stagione che chiuderà la parabola narrativa della famiglia Wingrave e della tenuta di Bly. Le aspettative sono molto alte, complice anche la precedente stagione che ha riscontrato delle critiche entusiaste, ma continuando su questa strada non saranno deluse.

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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