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The Umbrella Academy 2×03 – The Swedish JobTEMPO DI LETTURA 4 min

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In The Umbrella Academy ha sempre prevaricato l’aspetto umano dei protagonisti piuttosto che i loro poteri. Non è una cosa nuova. In tutte le storie di supereroi, presto o tardi, le carte vengono scoperte e l’eroe di turno si ritrova a combattere con i propri demoni e a rivelare il proprio lato più umano. I sette protagonisti all’inizio della stagione si ritrovano catapultati negli anni ’60, nello stesso identico vicolo di Dallas ma temporalmente in epoche differenti. Si sono trovati da soli, in un posto che conoscevano solo tramite i libri di storia e si sono dovuti arrangiare con quel che avevano. Dopo essersi ricongiunti ed aver costruito una famiglia si sono ritrovati nuovamente divisi.
“The Swedish Job” sebbene sia una puntata di passaggio – dove i protagonisti dal ritrovarsi da soli piano piano stanno tornando ad essere una squadra – tiene l’asticella in alto e riconferma la serie come una delle più belle produzioni di Netflix. Diego si scontra ancora una volta con la delusione che prova nei confronti del padre adottivo, sia perché non riesce a capire come mai si trovasse nel luogo in cui Kennedy è stato assassinato, sia perché lo abbia ferito durante la lotta nel precedente episodio, sebbene Reginald Hargreeves non potesse sapere che quello che aveva davanti fosse il suo futuro figlio adottivo. Sconvolto, si lascia sedurre da Lila e, nonostante fosse scontato che tra loro due sarebbe nato qualcosa, il plot twist di fine puntata arriva a dovere per punzecchiare lo spettatore: non tanto perché viene svelato che Lila sta dalla parte degli antagonisti, ma perché è inaspettata la rivelazione che sia la figlia di The Handler.
Se Diego e Luther – triste e amareggiato per aver trovato Allison sposata con un altro – sono comunque personaggi ben riusciti, ma sono però Five e Allison a tenere in piedi tutta la puntata. Five è di nuovo il filo conduttore ed il messaggero che deve riunire tutta la squadra per affrontare l’imminente apocalisse; trovato Diego ora è il turno di Vanya e Luther che sembra intenzionato a non scongiurare l’apocalisse nucleare. Nota di merito al giovanissimo Aiden Gallagher che riesce a rendere egregiamente un personaggio così complesso come può essere una persona adulta, cinica e sarcastica intrappolata nel corpo di un ragazzo nemmeno maggiorenne. Allison è l’unica che sembra essersi ambientata in fretta: sebbene si sia trovata negli anni di fermento per i diritti civili, dove la prima cosa che ha visto è stata un cartello in un diner che vieta l’ingresso ai neri, ha preso parte alle proteste pacifiche che hanno caratterizzato tutti gli anni ’60. Sposata con Ray, anch’esso attivista, nasconde però a lui e a se stessa i suoi poteri. Costretta ad usarli per impedire ad un poliziotto di uccidere suo marito dopo un sit-in all’interno di un ristorante, la scelta di provare a vivere una vita normale nascondendo i suoi poteri le si riversa addosso nel momento in cui Ray si allontana da lei spaventato.
Quando si parla di supereroi ad alcuni potrà venire in mente una scena scritta da Tarantino. In Kill Bill Volume 2, Bill in poco più di due minuti sintetizza l’essenza dei fumetti di supereroi. Il saggio Bill spiega ad una sofferente Sposa che è fondamentale nella filosofia dei supereroi la presenza di un supereroe e il suo alter ego. I membri dell’Umbrella Academy conquistano forse anche per questo, perché non hanno un vero e proprio alter ego: adottati da un miliardario eccentrico ed istruiti per combattere il crimine nemmeno avevano un nome di persona, indossavano una divisa scolastica e, in pubblico, una mascherina sugli occhi. Crescendo si sono dovuti costruire la propria identità cercando di scindere l’avere dei superpoteri dall’essere una persona normale che cerca di accettarsi per come è ed accettare gli altri.
Era questo il tema cardine della prima stagione e che torna anche in questa puntata, e se Allison è il personaggio che incarna maggiormente la difficoltà nell’accettarsi per quel che si è, Five è l’esatto opposto: l’unico a non avere un nome di persona, indossa ancora la divisa dell’accademia e se il suo carattere è stato definito dall’essere rimasto bloccato per 45 anni in un mondo post apocalisse, accetta senza remore i suoi poteri e quelli dei fratelli. Vanya inclusa.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Tema cardine della serie trattato con i guanti di velluto
  • Aiden Gallagher 
  • L’ambientazione ricostruita perfettamente, dalla fotografia alla scenografia ai costumi. 
  • La storyline di Allison
  • Nulla da segnalare

 

Come già accennato, questa terza puntata è principalmente di passaggio ma non per questo meno curata, ben scritta e interpretata magistralmente. Questa seconda stagione di The Umbrella Academy si conferma all’altezza della prima e riesce a tenere l’aspettative alte per gli episodi successivi.

 

The Frankel Footage 2×02 ND milioni – ND rating
The Swedish Job 2×03 ND milioni – ND rating

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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