);

The Watch 1×02 – OokTEMPO DI LETTURA 3 min

/
()

The Watch 1x02 recensioneCapitan Vimes: “You are not a killer, Wonse. You wouldn’t help him burn the city.”
Wonse: “That was always the difference between you and the rest of us, Vimes. We had to kill or we didn’t eat. You, didn’t eat. But when it was your turn to pay us back… nothing.”

Dopo un primo episodio confezionato a regola d’arte, The Watch procede sulla strada tracciata senza sbagliare un colpo. L’introduzione vede sempre un simpatico dialogo tra Vimes e la Morte, avida di portarlo con sé ma consapevole del fatto che quel momento non è giunto. Non ancora.

STORIA DI UNA LADRA DI LIBRI


Il mondo di The Watch si arricchisce di una nuovo elemento: Wonse, la scaltra maga si rende complice di Carcer rubando il famoso libro di cui si accennava nella recensione dello scorso episodio e che pare rappresentare la chiave per manipolare il grande drago.
Non è tuttavia la sua funzione presente che attira l’attenzione, quanto più il suo pregresso con i due protagonisti della storia, Vimes e Carcer. I tre infatti appartenevano alla The Watch e, ancora una volta, ritorna in sordina il ricordo di quella famosa notte in cui Carcer morì, o così credevano tutti. Cosa accadde davvero non è ancora dato saperlo, ma ecco sul finale un nuovo importante indizio che si affaccia: esiste una nuova gilda con un potere oscuro e immenso che vuole in fiamme tutta la città.
Non vi è dubbio che l’intreccio si fa sempre più interessante. Gli eventi sono tanti e i tasselli mancanti altrettanti, ma la narrazione è così ben delineata che non si fatica a seguirne gli sviluppi, consci del fatto che ogni risposta arriverà al momento giusto.

PERCHE’ THE WATCH E’ UNA SERIE DA NON PERDERE


Il mondo creato da Terry Pratchett è oltremodo affascinante. Dimenarsi tra troll, licantropi, draghi e magia è avvincente e crea dipendenza e curiosità. La voglia di scoprire come funziona questa strana realtà è uno dei principali motivi che spinge la visione, soprattutto per chi, come chi scrive la recensione, si approccia per la prima volta al terreno coltivato dallo scrittore inglese.
Ma quello che fa di The Watch una serie imperdibile è tutto il confezionamento. Si è di fronte a un fantasy che si atteggia a poliziesco in salsa british con un’ironia brillante e una scrittura sagace. E’ difficile trovare una definizione al fascino di The Watch, che crea una rete di personaggi seri ma non seriosi; narrazioni complesse, ma non noiose; momenti divertenti ma mai ridicoli.
E The Watch 1×02 non fa che riconfermare tutto questo. Se la storia è indubbiamente il nodo centrale della serie, tutto il contorno è però una spezia pregiata, che arricchisce il prodotto fino a renderlo irresistibile.
In questa sinergia di elementi, una menzione speciale va a Richard Dormer e al suo Vimes, personaggio eclettico e travolgente che buca lo schermo a ogni inquadratura, riuscendo perfettamente a dosare ilarità e cupezza. Il Capitano Vimes è buffo, spiritoso e fuori da ogni logica, eppure riesce a trapelare fin da subito il suo lato più tormentato, lasciando intuire un personaggio molto più complesso del simpatico capo di polizia.

“I mean, after all, you are the head of the City Watch.”
“That’s nothing special, sir.”

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • L’indagine è ufficialmente aperta
  • Entrata in scena del personaggio di Wonse e nuovi dettagli sul passato di Vimes e Carcer
  • Il bizzarro mondo di The Watch si arricchisce di nuove bizzarre e affascinanti creature: The Librain
  • Il passato di Lady Ramkin 
  • Lo sproloquio di Vimes sulla mela
  • Richard Dormer è spettacolare
  • Negativo. Nessun thumbs down riscontrato

 

Capitan Vimes e la sua banda di disagiati creano dipendenza: è praticamente impossibile non rimanere affascinati da una serie come The Watch.

Quanto ti è piaciuta la puntata?

Nessun voto per ora

Rispondi

Precedente

The Watch 1×01 – A Near Vimes Experience

Prossima

Equinox 1×02 – Pigen Er Væk – The Girl Is Gone

error: Nice try :) Abbiamo disabilitato il tasto destro e la copiatura per proteggere il frutto del nostro duro lavoro.