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The Woods 1×01 – End of InnocenceTEMPO DI LETTURA 3 min

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La politica “mondialista” di Netflix sta permettendo a molti paesi di emergere anche quando non rientrano tra quelli più tradizionalmente telefilmici. In questo modo si apre la possibilità di conoscere culture e ambientazioni che altrimenti sarebbe difficile vedere in tv.
Certo, The Woods ha dalla sua il fatto di essere tratta da un racconto di Harlan Coben, quindi l’origine americana del materiale la “nobilita” e le permette di presentarsi su un palcoscenico internazionale avendo basi più solide, rischiando teoricamente di meno.
Siamo in terra polacca (per la seconda volta con Netflix), sia per la produzione e sia per l’ambientazione.
Il territorio è quello del mystery thriller, forse la strada più facile da percorrere per farsi notare se si viene da un paese “emergente” in termini produttivi ma decisamente molto abusata anche se si guarda al solo catalogo del canale streaming.
Va detto subito che lo sforzo produttivo è notevole, almeno dal punto di vista tecnico. Non si può non notare una certa attenzione alla regia che opta spesso per inquadrature nervose e “sbilenche”, aiutata dall’ambientazione “boscosa” che permette scelte e situazioni interessanti.
Anche la scelta della paletta dei colori da il giusto risalto alle ambientazioni presentate e alle diverse fasi temporali: nel passato narrativo si opta per colori caldi mentre nel presente il tutto diventa più freddo e claustrofobico.
Riguardo la parte strettamente narrativa, il plot si svolge tra due linee temporali distanti ma legate da un evento che sembra ritornare prepotentemente alla ribalta. Nel passato giovanile di Pawel, il protagonista, è accaduto un evento misterioso e tragico: la scomparsa della sorella durante un campo estivo dove lui e la sua famiglia lavoravano come sorveglianti e addetti alle pulizie.
Nel tempo presente Pawel è diventato procuratore distrettuale e la comparsa di un cadavere durante un’indagine sembra connettersi con quanto successo anni prima.
Lo spunto narrativo non è molto originale visto che somiglia tantissimo a molti altri serial thriller visti in giro, anche nell’uso del doppio piano temporale con annessa tragedia giovanile.
Pertanto cosa potrebbe far scattare l’interesse dello spettatore?
Sembra ironico dirlo ma la durata stessa della miniserie, sei episodi, porta via poco tempo per valutare se ne vale la pena. In un’epoca dove si tende a perdersi nel marasma di offerta e nella durata non sempre oculata delle serie più blasonate, quattro ore sono un tempo accettabile per dare una chance a questo prodotto.
Se però il plot non sembra essere particolarmente accattivante, la curiosità che potrebbe scattare è proprio la matrice slava che declina l’opera verso un potenziale non ancora esplorato.
Come detto, sopra si intravede una certa cura nel prodotto, unica ad alcuni passaggi che tentano di blandire lo spettatore attraverso reminiscenze nostalgiche di un passato da giovani scapestrati contro un presente grigio e psicologicamente irrisolto.
Per carità, sono solo suggestioni che arrivano durante l’episodio. Nulla di particolare e di originale ma scoprire l’esistenza di una finestra verso un mondo geograficamente vicino ma narrativamente lontano, tanto simile a certe dinamiche stranote, è sufficiente a rimanere connessi per tutti gli episodi previsti.
Sul comparto attoriale, di fianco ad attori affermati (sicuramente in patria ma non solo), come Agnieszka Grochowska e Jacek Koman , ce ne sono altri non propriamente abilissimi, a cominciare del protagonista adulto, Grzegorz Damięcki, che per tutto l’episodio non sembra essere capace di avere altra espressione se non quella di un delirio allucinogeno. Ovviamente si basa sull’impressione suscitata dalla sola visione dell’episodio pilota e magari lungo la narrazione le cose possono migliorare.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La regia è molto interessante
  • Il comparto tecnico in generale è curato, quasi a voler dimostrare di “essere capaci come gli anglosassoni”
  • Alcuni attori non sembrano particolarmente poliedrici nella recitazione
  • La premesse della storia sono parecchio banali

 

Se avete tempo da dedicare alle miniserie regionali di Netflix ma non pretendete una particolare originalità nella narrazione, allora qui c’è qualcosa che quantomeno ci permette di dare un’occhiata a cosa succede in Polonia al di fuori del cinema impegnato che si conosce.

 

End of Innocence 1×01 ND milioni – ND rating

 

 

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Dopo miliardi di ore passate a vedere cartoni giapponesi e altra robaccia pop anni ’80 americana, la folgorazione arriva con la visione di Twin Peaks. Da allora nulla è stato più lo stesso. La serialità è entrata nella sua vita e, complici anche i supereroi con le loro trame infinite, ora vive solo per assecondare le sue droghe. Per compensare prova a fare l’ingegnere ma è evidentemente un'illusione. Sogna un giorno di produrre, o magari scrivere, qualche serie, per qualche disperata tv via cavo o canale streaming. Segue qualsiasi cosa scriva Sorkin o Kelley ma, per non essere troppo snob, non si nega qualche guilty pleasure ogni tanto.

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