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The X-Files 10×04 – Home AgainTEMPO DI LETTURA 5 min

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“The show is basically a religious show. It’s about the search for God. You 
know, ‘The truth is out there.’ That’s what it’s about.”

Giù il cappello e facciamo un lungo inchino a Chris Carter e Glen Morgan (regista e sceneggiatore dell’episodio) per aver confezionato la miglior puntata, fino ad ora, di questa decima stagione di The X-Files. “Home Again” è l’apice della lunga ricerca stilistica avvenuta negli scorsi episodi ed è pregna di tutto ciò che aveva caratterizzato nel singolo ogni episodio: flashback e citazionismo trasversale e non, con altre opere; fine e tagliente humor quando occorre; contrapposizione continua tra i pensieri materni di Scully e quelli rivolti alla ricerca della verità di Mulder; trama episodica ben costruita ed inserita nel contesto.
Semplicemente perfetta in ogni ripresa, la puntata scorre via senza che ci si possa accorgere del trascorrere del tempo. È quindi chiaro come Glen Morgan sia riuscito a calamitare l’attenzione dello spettatore che si ritrova immerso totalmente negli x-files, finendo con l’estraniarsi dal mondo stesso.
La puntata è ricca di flashback che si concentrano in particolare sul personaggio di Dana Scully (attorno a cui “Home Again” pare ruotare): mentre assiste la mamma finita in coma, viene rievocato lo spettro lontano del coma di Scully, nel quale venne ritrovata dopo essere stata rapita (precisamente da chi, ancora rimane un mistero: azione governativa? Alieni?). L’episodio “One Breath” (2×08) vede, forse per la prima volta, anteporre il forte sentimento e attaccamento di Mulder nei confronti di Scully alla sua personale ricerca della Verità.
Non è questo l’unico flashback: poco più avanti viene infatti mostrato sia il momento della nascita di William (8×21 “Existence”), sia il preciso momento in cui Dana comprende che suo figlio è realmente un dono speciale come spesso gli era stato detto in precedenza (9×01 “Nothing Important Happened Today”). L’ultimo flashback che ci viene mostrato è tratto proprio dall’ultimo episodio della nona stagione della serie quando, dopo una assenza durata per l’intera stagione, Fox Mulder fa la sua ricomparsa agli occhi di Scully che, in lacrime, lo informa della sorte del figlio (9×20 “The Truth”).

“This kid may be the key not just to all human potential, but to all spiritual unexplained paranormal phenomena. The key to everything in The X-Files.”


Relativamente allo humor, questo è da ricercare ovviamente all’interno dei dialoghi in cui Mulder si trova protagonista, ma è anche presente in una delle prime battute dell’episodio.
Quando viene spiegato agli agenti speciali perché il caso sia stato affidato a loro, alle orecchie dello spettatore giunge questa giustificazione: “They said that you two have experience with these, um…spooky cases”. Spooky era il nomignolo con il quale veniva additato Mulder all’accademia dell’FBI, oltre ad essere una delle parole che veniva più spesso utilizzata nel corso delle passate stagioni per inquadrare i casi degli X-Files.
La contrapposizione ideologica e di pensiero tra Scully e Mulder non è totalmente centrale nell’episodio, ma ne caratterizza la conclusione ed il dolce-amaro finale d’episodio. I due, rievocando la scena conclusiva dell’episodio “The Truth”, si ritrovano soli a soppesare quante delle loro passate decisioni siano valse la pene d’essere state compiute. E così come allora, Scully e Mulder appaiono più uniti che mai: stretti in un (forse romantico, ma è preferibile inquadrarlo come malinconico) abbraccio, i due sono realmente un’unica persona ed è ciò che la scena vuole ricordare allo spettatore. Il sentimento tra i due è qualcosa che supera l’amore stesso, qualcosa di non identificato.

“You can kill a man but you can’t kill what he stands for… Not unless you first break his spirit. That’s a beautiful thing to see.”

La trama dell’episodio si svolge in parallelo alla vicenda occorsa alla madre di Scully e vede operare sul campo, almeno inizialmente, il solo Mulder. Ma sarà solo il ricongiungimento con la partner a portare alla risoluzione del caso dell’episodio. Trashman è uno dei migliori nemici (o anti-eroi, se si ritrova la giustificazione per ciò che esso compie) comparso in X-Files da tempo immemore: modus operandi crudo e violento; una capacità soprannaturale ed inspiegabile; ricoperto di quel sottile (ma nemmeno troppo) velo di mistero che tanto era venuto a mancare in alcuni episodi delle ultime stagioni precedenti a quella in corso. Semplicemente terrificante e da groppo in gola.
Per ultimo, ma non per importanza, è da fare menzione dei numerosi easter egg presenti nell’episodio:

  • la scena della morte di uno dei personaggi secondari dell’episodio (Nancy Huff), ci viene presentata per intero con in sottofondo la canzone Downtown di Petula Clark. Non è la prima volta che una scena del genere, con dolce sottofondo musicale, viene sceneggiata da Glen Morgan: il secondo episodio della quarta stagione (“Home”, sicuramente non un caso), vede infatti una scena molto simile a questa. Invece di Downtown, in quell’episodio si poteva sentire Wonderful, Wonderful di Johnny Mathis;
  • Downtown  riporta alla mente un altra famosa serie: Lost. La scena nella quale Nancy, prima di essere attaccata da Trashman, si occupa della cucina e si sta preparando qualcosa, rievoca nella mente l’episodio 3×01 “A Tale of Two Cities”, in cui vediamo per la prima volta Juliet Burke fare proprio la stessa identica cosa, sulle note della canzone di Petula Clark;
  • i numerosi flashback inseriti all’interno dell’episodio sono degli easter egg o anche moniti per aiutare lo spettatore nel ricordare determinate importanti scene;
  • mentre Scully e Mulder scendono nei sotterranei per incontrare il creatore (o ideatore) del Trashman è da notare come l’intrecciarsi delle torce disegni una “x” sul pavimento. Non per nulla la scena è stata ripresa dall’alto. Il tutto, oltre al fatto di rievocare la famosa X che è diventata ormai un simbolo per la serie, richiama anche il movie poster del film del 2008 (X-Files: I Want To Believe). L’unica differenza è che viene qui riproposta in negativo: la X non è ricostruita in nero, bensì in bianco tramite la luce della torcia.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Scully e Mulder
  • Flashback ed easter egg dell’episodio
  • Trashman
  • Glen Morgan e Chris Carter
  • Ogni singola ripresa
  •  Assolutamente nulla

 

A soli due episodi dalla fine, The X-Files confeziona qualcosa di semplicemente perfetto. Preghiamo tutti insieme che Chris Carter conceda a questa serie la grazia e che non sprechi questa opportunità: il suo compito è quello di regalare nuove emozioni ai propri spettatori e fino ad ora c’è riuscito alla perfezione.

 

Mulder and Scully Meet the Were-Monster 10×03 8.37 milioni –  2.7 rating
Home Again 10×04 8.31 milioni – 2.5 rating

 

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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