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True Detective 1×07 – After You’ve GoneTEMPO DI LETTURA 4 min

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Vi rivelo una scottante verità: True Detective è la serie più difficile da recensire nell’intero panorama seriale. Non è tanto per l’interpretazione dei personaggi o per la trama in generale, è più una questione di sensazioni che si prova dopo ogni visione e che può essere raccontato solo da un
groviglio allo stomaco e da un generale senso di inadeguatezza. Se si vuole scrivere di True Detective, commentarlo o anche semplicemente celebrarlo bisogna partire dal presupposto di essere indegni di capirne il vero senso al 100%, al massimo si può aspirare ad un 80% ma riconoscere la totalità delle sue qualità è pressoché impossibile. L’unica apparente soluzione è quindi parlare di True Detective aggirandolo e smontandolo pezzo dopo pezzo.
Partiamo da tutto ciò che non si vede: Pizzolato + Fukunaga. I due si stanno guadagnando il diritto di fare e dire ciò che più gli piace anche solo per aver creato da zero una serie che, inutile negarlo, sarà studiata a fondo i prossimi anni. Pizzolato è la mente, Fukunaga è il braccio, e che braccio. La scelta di mantenere un unico regista per tutti ed otto gli episodi sta rendendo i suoi frutti perchè solo una certa conoscenza degli attori e della sceneggiatura può permettere una perfetta resa su schermo. Inquadrature studiate al dettaglio come quella (doverosa) del recap, quelle riguardanti la visione della videocassetta nel box o anche solo la scena in cui Rust scorge l’arrivo di Maggie sono da manuale e, proprio per questo, sono ancora più d’effetto perchè permettono la visione della scena dal punto di vista dei protagonisti, cioè il migliore possibile. A Nic Pizzolato invece, per ora, si può solo stringere le mani e ringraziarlo di cuore per quest’esperienza meravigliosa che ha costruito partendo da una narrazione che come suo principale punto di forza ha l’uso spietato ed incisivo dei flashback.
La narrazione degli eventi si è finalmente portata (quasi) totalmente nel presente e con essa c’è anche l’atteso e sperato faccia a faccia tra i due ex colleghi Rust e Marty. L’interpretazione e la freddezza del fresco vincitore dell’Oscar Matthew McConaughey catalizzano totalmente l’attenzione facendo passare in secondo piano un Woody Harrelson in grande spolvero ma che però nulla può contro la parlata e le movenze di un Matteo che recita puntando l’Emmy. D’altronde True Detective ha solo due protagonisti la cui vita si è intrecciata per poi separarsi nettamente ed ora, dopo il palpitante incontro in “Haunted House“, si è nuovamente intrecciata perchè “you have a debt“. E’ questa la frase che fa scattare la scintilla in Marty, una scintilla che non risplendeva da diversi anni ma di cui, nel profondo, necessitava di rivedere e di riprovare perchè, dopo il divorzio e l’addio alla carriera nella polizia, è stato solo un lento ed inesorabile declino nell’oblio per lui. L’ormai celebre frase di Rust in “Whitout me there is no you” si è incisa nella mente di Hart fossilizzandosi e diventando piano piano una scomoda verità con la quale fare i conti perchè, che lo voglia ammettere o no, è solo grazie all’intuito di Cohle che si è riusciti a “risolvere” il caso di Ledoux, e le virgolette sono doverose. Marty in tutto questo ha solo fatto da spalla e ammazzato frettolosamente Ledoux privandolo così della possibilità di parlare dei suoi complici, cosa che comunque non avrebbe fatto. C’è un debito che Hart e Cohle devono pagare e se per Rust è diventato un obiettivo vitale, per Marty, dopo un’attenta e minuziosa visione delle prove accumulate, è diventato uno scopo per dare un senso alla sua vita ormai priva di gioie sia nel lavoro che nella famiglia.
In tutto ciò sorprende come i due “veri detective” decidano di bypassare la legalità pur di porre fino al caso, una scelta che è diventata ormai la norma per Cohle, basti pensare agli ultimi venti minuti di “Who Goes There“, ma che è sempre stata abbastanza sofferta per Hart, almeno fino a quando non ha puntato una pistola contro lo sceriffo del distretto di Iberia, Geraci. La verità ha un prezzo da pagare per tutti, lo sa Pizzolato e lo sanno bene anche Marty e Rust, ora bisogna solo capire quale sia.

PRO:

  • Inquadrature magnifiche
  • Interpretazioni magnifiche
  • Evoluzione del plot inaspettata ma coerente con i personaggi
CONTRO:
  • Nessuno

 

“Ci sono solo PRO, nessun contro e non gli dai il massimo dei voti?” Ebbene si ma il motivo è puro e semplice: se questo è il livello delle puntate non ci si può aspettare niente di meno di un capolavoro dal season finale. Riserviamo il massimo dei voti per la settimana prossima.

 

Haunted House 1×06 2.63 milioni – 1.1 rating
After You’ve Gone 1×07 2.34 milioni – 1.0 rating

 

VOTO EMMY

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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