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Two Weeks To Live 1×01 – Episode 1TEMPO DI LETTURA 4 min

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“Dear Mum, I’m sorry for leaving, but I knew that you would try and stop me. The thing is…I finally feel ready to try new things. Work out what’s out there for me. And make things right…for Dad. For all of us. I’m not a little belle anymore. I can look after myself, Mom. The world is a scary place. But it is just like he said in that beautiful poem he wrote for my 21st birthday: ‘I’ve got all my life to live. And all my love to give. And as long as I know how to love. I know I will stay alive.’
I will survive, Mum. Love Kim.”

 

Maisie Williams in cerca di vendetta; la madre (qui interpretata da Sian Clifford, già vista in Fleabag) alla sua ricerca. Si tratta di una delle tante sottotrame inconcludenti di Game Of Thrones? Ebbene no: quanto sopra descritto altro non è che il core narrativo di Two Weeks To Live, nuova serie dark humor direttamente dall’Oltremanica. L’opening, molto violenta e diretta, unitamente ad una narrazione senza fronzoli e molto concitata permettono a Two Weeks To Live di reggersi in piedi (e di non annoiare lo spettatore) nonostante il nucleo centrale della storia sia palesemente molto semplice (forse solo momentaneamente).
Tina (Sian Clifford) e Kim (Maisie Williams) sono madre e figlia allontanatesi dalla civiltà, dalla modernità e da ogni singola forma di contatto umano in seguito, così si presuppone da alcuni discorsi, alla morte del capo famiglia (il padre di Kim). Proprio per tale motivo, ad un certo punto della sua vita (ed è da qui che la serie ha inizio), Kim decide di intraprendere un viaggio alla scoperta del mondo per fare finalmente tutte quelle cose che nel corso degli anni si è precisamente appuntata su un quaderno.
Risulta facile intuire che la prima di queste cose sia vendicare il padre: nel momento in cui viene messa di fronte alla falsa notizia della fine del mondo (a cui lei crede senza alcuna remora), infatti, si reca immediatamente alla casa di Jimmy, l’uomo che le ha portato via il padre quando era in tenera età.
La serie porta in scena in maniera ambivalente sia una connotazione volutamente action-drama (la sequenza iniziale con l’attacco alla tavola calda o quella a casa di Jimmy ne sono un esempio) ad una decisamente più ironica (l’incontro con Nicky al pub e la loro chiacchierata sul divano), utile a stemperare la narrazione e a rendere meno impegnativa, dal punto di vista della pura e semplice necessità di attenzione, la visione. La costruzione generale della serie (sei puntate da circa venticinque minuti l’una) amplifica la sensazione di ritrovarsi di fronte ad un prodotto pensato a priori per il bingewatching immediato: cambi di scena rapidi; dialoghi ridotti all’osso e soltanto utili a fornire gli elementi essenziali del contesto narrativo e dei personaggi; action senza troppe pretese e decisamente intuitivo.
Two Weeks To Live non è una serie che perde tempo e non sembra minimamente interessata a farne perdere al proprio pubblico visto e considerato come tutto fili liscio senza qualche azione controintuitiva o facile da giudicare conveniente.
Kim arriva da un rapporto conflittuale con la figura maschile forte e che prevarica a quella femminile determinate possibilità (Jimmy che priva del marito Tina), elemento che allo spettatore viene fin da subito mostrato dalla scena della tavola calda, facendo presagire, nel giro di pochi secondi, la tipologia di serie che si sta andando a vedere. Kim, galvanizzata dall’uccisione di un “tiranno”, viene mostrata come un’eroina senza macchia o paura, salvo poi tornare con i piedi per terra infilandosi gli occhiali in un occhio e tornando sui propri passi facendosi lasciare il sandwich tanto agognato. Maisie Williams, in questo contesto, rappresenta la scelta di cast migliore si potesse fare sia per mimica facciale, sia per la capacità di variare tra serietà e comicità in una manciata di secondi. Da annotare, poi, in conclusione come la figura di Kim abbia una connotazione sotto certi punti di vista decisamente molto simile a quella di Villanelle (Killing Eve), soprattutto per quanto concerne la propria determinazione nel raggiungere il suo obbiettivo ultimo, il suo essere una figura femminile-killer e la sua costruzione ambivalente tra sangue freddo ed ironia. Insomma, Jodie Comer ha fatto scuola.

 

“It’s like there’s a finite amount of love allowed in the world. He’s added. And you got a pour bit out to make room for the next bit.”

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Dialoghi semplici quando devono esserlo, ma interessanti quando si ha necessità di far tornare alta l’attenzione del pubblico
  • Racconto veloce, dinamico e con ottimo dosaggio delle tempistiche per ogni sequenza
  • Action molto basilare, ma in linea con il tipo di storia: non si ha di fronte 24 ed è giusto sia così
  • Personaggi e perfetta scelta di cast
  • In realtà nulla da segnalare, ma meglio rimanere con i piedi per terra

 

Ironia, spargimenti di sangue ed una narrazione molto veloce: Two Weeks To Live non ha alcun desiderio di perdere tempo o di farne perdere a sua volta al pubblico. Prodotto decisamente interessante e che, composto solamente di sei episodi, merita una possibilità.

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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