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Under The Dome 1×03 – ManhuntTEMPO DI LETTURA 6 min

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La recensione su “The Fire” si era aperta con una citazione, di preciso, la
seguente: “Quando dai vita ad una serie, il secondo numero vende
sempre meno del primo e più del terzo”; sta volta ci siamo
sbagliati sulla seconda parte della citazione, dato che il terzo
episodio dell’epopea di quelli di Chester’s Mill recupera
notevolmente punti rispetto al
precedente capitolo. “Manhunt”
(dall’inglese, “Caccia all’uomo”) è l’altisonante titolo di
questo terzo episodio della serie tratta dal libro di Stephen King,
che comincia a prendere lentamente corpo…forse troppo lentamente,
ma questo non fa altro che confermare i nostri sospetti sul fatto che
il serial vuole prendersi tutto il tempo per dispiegare la trama,
cosa che ormai, da questo episodio, è un fatto certo.
Sappiate che
prima di scrivere la propria recensione, il sottoscritto si fa un
giro fra tutti i siti più attendibili del mondo delle serie tv, non
perchè non abbia idee o perchè non sappia scrive, ma perchè voglio
farmi un idea di come la pensa in generale il web; ebbene, un grande
sito come IGN ha stroncato l’episodio dandoli una recensione
abbastanza negativa. Il problema? E’ che agli americani non va mai
bene niente, perchè non hanno pazienza e vogliono tutto subito, e
anche quando la loro pazienza viene ripagata non sanno cogliere al
meglio quello che gli si da.  

Innanzitutto, ritorna la suspance
(seppur in piccole dosi) attraverso la caccia di Paul (scappato
grazie al trucco più vecchio del mondo), il poliziotto che nello
scorso episodio ha accidentalmente ucciso Freddy, dando vita al primo
caso di isteria generato dall’esser sotto vetro; qualcuno di voi
potrebbe pensare che questa caccia sia durata poco ed avrebbe
effettivamente ragione, ma come dice la padrona del bar a Barbie:
“Questa è una città piccola” ed essendo poi Paul una persona a
quanto pare abbastanza conosciuta ed essendo la cittadina delimitata
dalla cupola…insomma, non c’erano poi molti posti dove poteva
nascondersi, più che altro questa “ricerca di Paul” è stata una
buona scusa per dare più peso a Linda (ora rimpiazzo ufficiale di
Duke) e far conoscere Barbie, il protagonista principale che poco ha
di protagonista, dato che se ne sta sempre nell’ombra e sempre sulle
sue ma che comincia ad essere coinvolto in faccende che poco gli
interessano. Questo fa presagire che, prima o poi, verrà sempre più
coinvolto nelle trame di Chester’s Mill fino ad avere dei motivi
personali per far parte integrante di questa grande “famiglia”
improvvisata. Tutto questo senza contare il fatto che Julia si sta insospettendo sempre di più sul suo ospite.
Piccola città, popolata da piccole menti, è ironico
come gli abitanti di questo paesello si siano talmente abituati alla
cupola tanto da dare un soprannome preciso al giorno in cui è scesa
(il “Dome’s Day”, dall’inglese, “Il Giorno della Cupola”…che
fa una strana assonanza con il nome “Doomsday”, dall’inglese,
“Giorno del Giudizio”) ma che facciano ancora fatica ad accettare
una famiglia di fatto tanto da prenderla in giro come commenti
abbastanza offensivi, anche quando quest’ultima ha bisogno di
sostegno come tutti gli altri; questo è un tratto tipicamente
Kinghiano, solito a prendere piccole città d’America per sviluppare
anche questi temi di poca apertura mentale, fa piacere rivederli non
per l’insulto alla coppia lesbo in sè, quanto perchè è bene
ricordare che nel 21° secolo esistono ancora dei bigotti (noi di
RecenSerie non abbiamo pregiudizi).
Una piccola città che diventa sempre
più piccola, lo dimostra il rapido cambio di personaggi e le nuove
interazioni che si sono venute a creare, come quella tra Big Jim e
Barbie, e tra Julia e Junior (quest’ultimo, sempre più sociopatico e
sempre più gandula); una piccola città che comincia a sembrare più
un forziere dei pirati pieno di segreti piuttosto che un agglomerato
urbano di abitazioni, lo dimostra il discorso che la giornalista fa
al figlio di Big Jim. Anche questo è un tratto tipicamente
Kinghiano, quasi tutti i suoi personaggi hanno alle spalle un passato
traumatico o un evento che ha cambiato la loro vita, scrivendo il
loro presente; Chester’s Mill comincia sempre di più a sembrare un
insieme di armadi pieno di scheletri bianchissimi e impolverati, dove
la cupola assume la forma di pentola a pressione pronta per la grande
esplosione, l’inconfutabile prova sono: 1) le parole di Jim al
reverendo che per la prima volta nomina esplicitamente la droga, e
non il “propano” 2) il fatto che Julia cominci a sospettare di
Barbie e del perchè sia qui (tra l’altro, dategli un premio alle
facce che fa quando la rossa parla di quando vuole rivedere il
marito, sono troppo divertenti)…questo, da molte recensioni, è
passato inosservato ed invece meritava di esser fatta notare.
Nuove
interazione, si diceva poc’anzi, prima fra tutte quella tra Joe (il
piccolo genio) e Norrie (la figlia “di fatto”) che al tocco
reciproco delle mani scatta l’epilessia di gruppo recitando
l’inquietante…hum, messaggio? Profezia? Filastrocca? Qualcosa? Va
beh, in ogni caso, un messaggio decisamente poco rassicurante che
continua nella sua stesura, perchè prima era “le stelle rosa
stanno arrivando” ora invece c’è anche “le stesse rosa si stanno
allineando”. Centra con la cupola? Mi sa che solo continuando a
seguire le vicende della parte “ggiòvinè” di Chester’s Mill
lo riusciremo a scoprire, parte dedicata ai giovani piuttosto deludente
e piena dei soliti luoghi comuni tipicamente da Zio Sam (il classico
bullo che si auto-invita, i rave party alla American Pie ecc.), ma
questo perchè la gioventù di oggi è piuttosto deludente, lo
dimostra l’amico skater di Joe e la sua caratterizzazione da
americano medio già protagonista di
qualche meme
su Internet (si salva solo la simpatica citazione ai
film dei Simpson).

PRO:

  • Le facce di Barbie quando Julia
    dice di voler rivedere il marito.
  • Nuove interazioni tra i personaggi
    e nuove rivelaizoni.
  • Linda, Barbie, Big Jim e Julia: i
    Fantastici Quattro di questo episodio.
  • La parentesi sulla coppia lesbo:
    forse gli abitanti di Chester’s Mill abitavano già in una teca di
    vetro, ancor prima della cupola. E’ bene ricordare che i bigotti
    esistono.
CONTRO:
  • Caccia all’uomo troppo corta.
  • Parentesi giovanile deludente.
  • Junior.
  • Epilessia in compagnia.
Il messaggio dell’episodio è chiaro:
“siamo i buoni o i cattivi?” come chiede Barbie. Ottima
domanda. Con questo quesito si può riassumere il concetto stesso
dell’intero 3° episodio, un evento ingiusto e caotico fanno di un
disgraziato un criminale, la cui diretta conseguenza è una risposta
violenta al fine di proteggere la propria incolumità. Sono solo
persone che cercano a modo loro di sopravvivere…ma d’altro canto,
nonostante tanti buoni spunti, questo 3° capitolo è nel complesso
lo spin-off del 2°, di gran lunga migliore del predecessore ma con
ancora quell’aria di “fase d’assestamento” e gli spunti che
precedentemente non hanno trovato spazio prima, lo trovano ora.
Occhio però a non tirare troppo la corda, perchè nonostante
l’episodio sia di discreta fattura, si può universalmente dire che
ormai la fase di raccoglimento può anche finire e cominciare con
qualcosa di più “strong”.

VOTO EMMY

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