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UntoldTEMPO DI LETTURA 3 min

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recensione UntoldIl 2021 verrà ricordato come la prima volta nella storia in cui, per ovvi motivi, un’Olimpiade si è disputata in un anno dispari. Un’edizione straordinaria in cui il pubblico televisivo ha potuto riscoprire l’amore verso lo sport guardando ore e ore di dirette televisive dedicate.
Di conseguenza anche il mondo documentaristico non poteva rimanere indifferente di fronte a una passione del genere. Ed ecco che anche una piattaforma come Netflix, che ha visto rinnovare questo genere d’intrattenimento proprio grazie ad una docuserie sportiva, ha scelto d’inserirsi in un tale contesto con un particolare format d’autore estremamente interessante.

“DOCUSERIE” O “FILM IN SERIE”?


Untold è il nuovo progetto prodotto e curato dai fratelli Chapman e Maclain Way, già autori di Wild Wild Country altro show capolavoro di questo genere.
Il fil rouge, che tiene uniti i vari “episodi”, è quello di mostrare il lato oscuro dello sport professionistico. La parola “episodi” è volutamente messa fra virgolette in quanto tale prodotto è difficilmente inquadrabile in un genere televisivo preciso. Se infatti The Last Dance seguiva un percorso narrativo prettamente orizzontale (raccontando una stagione NBA), Untold è, di fatto, una serie di film per la tv scollegati l’uno dall’altro. Il che ha sia i suoi vantaggi che i suoi svantaggi per quanto riguarda la capacità di fidelizzare il pubblico:

  • VANTAGGI: le storie raccontate ricevono il giusto minutaggio e diventano, nella mente dello spettatore, ancora più iconiche, suscitando curiosità ed aspettative per gli episodi successivi;
  • SVANTAGGI: proprio tale aspettativa rischia di creare una sorta di divisione fra storie con un impatto emotivo maggiore rispetto ad altre, rischiando di saltare quelle meno interessanti (che sono comunque rare in questo caso).

THE DARK SIDE OF THE OLYMPIC GAMES


Anche la scelta della cadenza settimanale contribuisce, in questo senso, a far crescere l’attesa per le storie raccontate. Non che ce ne sia bisogno sia chiaro: le vicende di Caitlyn Jenner, Christy Martin e del tennista Mardy Fish sono già di per sé materiale da romanzo.
Questi primi cinque episodi hanno il merito, infatti, di possedere una buona versatilità all’interno delle storie raccontate. Vengono messe in risalto le discipline olimpiche meno conosciute, soprattutto (e in maniera non scontata) dal punto di vista femminile. Tutto questo unito a temi trasversali (come la violenza domestica, il razzismo e la transessualità) visti nel loro rapporto con lo sport, che aggiungono ulteriore interesse nei confronti delle storie narrate. Viene inoltre trattato in vari episodi (ma soprattutto in quello dedicato a Mardy Fish) il tema dell’ansia da prestazione, vero e proprio tabù nel mondo sportivo (come dimostra la recente esperienza di Simone Biles). A dimostrazione, insomma, che, dietro una medaglia, non è tutto oro ciò che luccica. E che dietro una vittoria si possono nascondere purtroppo anche tante sconfitte personali e private.

GIUDIZIO FINALE


Ed è proprio questo “rovescio della medaglia”, l’argomento principale della serie. Al pari di un’altra docuserie Netflix riguardante la stessa tematica, viene messa in risalto la fatica, lo sforzo mentale (oltre che fisico) e in generale il punto di vista più degli sconfitti che dei vincitori. Elementi che rendono estremamente interessante questo show che si dimostra, per più di un aspetto, innovativo nel suo genere.
I temi trattati possono interessare sia gli appassionati sportivi in generale, sia gli appassionati di docuserie tout court, proprio perché è il fattore umano e sociologico la tematica principale e il vero oggetto d’indagine della serie. Un altro eccellente esempio di prodotto documentaristico di qualità in casa Netflix.

…THEM ALL!


Malice At The Palace 1×01
Deal With The Devil 1×02
Caitlyn Jenner 1×03
 Crime & Penalties 1×04
Breaking Point 1×05

 

Nell’anno delle Olimpiadi una docuserie che svela il “lato oscuro” del mondo sportivo. Perché non è tutto oro ciò che luccica, neppure se si tratta di una sfavillante medaglia olimpica appesa al collo.

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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