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Vikings 5×01 – The Departed (Part 1) – 5×02 – The Departed (Part 2)TEMPO DI LETTURA 6 min

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È da un po’ di tempo che Vikings puzza di stantio. Questo perché nel serial di Michael Hirst sono infatti i characters di Vikings che fanno la storia, non il contrario. Pertanto, quando un personaggio raggiunge la conclusione della sua curva d’apprendimento ed esaurisce gli argomenti di cui si faceva portavoce, il commiato è necessario e dovuto. Eppure Vikings va avanti e, ancor prima di trasmettere la quinta stagione, History Channel rinnova la sesta con gli ormai canonici venti episodi. Vista la situazione preoccuparsi per il presente e il futuro del (ex) serial di Ragnar Lothbrok è il minimo. Ma  Hirst ha dato più volte prova di non essere uno sprovveduto e lo conferma “The Departed”: una puntata all’insegna delle pulizie di primavera.

RITI DI PASSAGGIO


Consapevole del fatto che il suo show è in piedi grazie ai personaggi che lo popolano, Hirst – che si è trovato a voler continuare le storie di Vikings anche dopo la morte del suo protagonista – come prima mossa cerca il cambio generazionale. Già nella seconda metà della quarta stagione (gli episodi che vanno dalla 4×11 alla 4×20) c’erano stati dei tentativi di caratterizzazione dei nuovi personaggi per il cambio generazionale: uno su tutti la partenza di Bjorn verso il Mediterraneo ricorda molto quella di Ragnar in “Rites of Passage”. Ma se in quegli episodi c’erano stati dei tentativi o dei segnali, la 5×01 rappresenta la prima ed effettiva stoccata in questa direzione. Infatti salta subito all’occhio come i “veterani” abbiano intrapreso un viaggio verso la pensione il compimento della loro storyline personale. Nella descrizione rientrano sicuramente Re Ecbert e Floki: indubbiamente più il primo che il secondo.

LA VECCHIA GUARDIA:


In “The Departed” si continua/conclude l’evoluzione caratteriale affrontata in “The Recoking”. Per Ecbert si tratta di un vero commiato al suicidio intrapreso nel season finale della scorsa stagione. Sicuramente si tratta di una morte molto meno scenica di quanto ci si aspettava ma anche più adatta al ruolo che aveva conquistato lungo la serie. Come detto meglio nella recensione di “In The Uncertain Hour Before The Morning“, il senso di un personaggio come Ecbert si manifestava solo se contrapposto ad uno come Ragnar, ergendosi ad immagine speculare del protagonista. Ma una immagine riflessa non può esserci senza uno specchio e lo specchio è inutile senza una immagine da proiettare, quindi Ecbert si trovava semplicemente ad aver concluso in tutto e per tutto la sua funzione narrativa, giungendo alla naturale fine della sua evoluzione.
Stesso discorso, ma più filosofico, per Floki che si evolve da costruttore di barche a scopritore di luoghi. Dopo la morte della famiglia, Floki perde le ancore che lo tenevano legato alla terra ferma e quei punti fermi che per lui erano un riferimento essenziale per definire la realtà circostante; così, salpa per mari sconosciuti arrivando in quella che lui percepisce come Asgard. Sarebbe interessante affrontare una bella deriva fantasy, però più semplicemente Floki potrebbe aver accidentalmente scoperto l’Islanda, a giudicare dalla conformazione delle rocce. Con questa mossa, Hirst vorrebbe suggerire che il Floki costruttore è morto ma è nato dalle sue ceneri quello scopritore, “aggraziandosi” nuovamente i favori del personaggio tenendolo ancorato alla show. Ora, se si affrontasse un discorso del genere anche per Lagherta sarebbe fantastico. Non che il personaggio abbia qualcosa che non vada, semplicemente, anche per lei è arrivato il momento di affrontare il suo personale Ragnarok.

RE-PILOT


Ma in sostanza, in tutta “The Departed” si respira una frizzante aria di re-pilot, proprio come se Micheal Hirst si fosse reso conto che non era giusto limitare l’esistenza di Vikings a quella di Ragnar. Infatti, i probabili motivi per cui la quarta stagione ha visto molti alti e bassi – oltre ad abituarsi alla trasmissione/scrittura di venti episodi – sono stati quelli di preparare la serie all’esistenza della stessa senza il suo celebre protagonista.
Se nella quarta stagione si è seminato, nella quinta si raccoglie. È forse per questo che la doppia premiere mette un accento particolare su personaggi come Ivar e i suoi fratelli, ma anche Heahmund, il nuovo personaggio interpretato da Jonathan Rhys Meyers. Sicuramente Ivar, per motivi di nonnissimo, compare molto più di Headmund, però il nuovo character di Meyers – quel poco che compare – si rende partecipe di sequenze che permettono allo spettatore di fargli inquadrare bene il personaggio.
Scherzi a parte sul perché Hirst privilegi le sequenze con Ivar, essendo il personaggio il figlio di Ragnar, lui e Bjorn promettono di essere il perno della quinta stagione, in quanto rappresentano il modo di Hirst per concentrarsi sull’eredità dell’ex-protagonista di Vikings. I due characters hanno già dimostrato non solo di avere un’idea del padre molto diversa e contrastante, ma anche di aver personalmente elaborato quell’idea tanto da trasformare i ricordi del genitore nel loro attuale carattere. La cosa già influenza il loro comportamento tanto da aver già delineato i loro obiettivi per la quinta stagione, facendo di Bjonr e Ivar avatar di alcuni lati della sfaccettatissima personalità di Ragnar.

VENTI, IL NUMERO DEL MALE


Resta solo da affrontare lo stesso problema della scorsa stagione: i venti episodi. Per la scorsa stagione hanno rappresentato una vera spina nel fianco poiché è stato dimostrato più volte come Vikings funzionasse meglio sulla corta distanza, dando agli spettatori una stagione breve, incisiva e intrisa di qualità. Il doppio degli episodi significano spesso la venuta delle puntate filler, o comunque di puntate non brillanti e di cui nessuno ne sentiva il bisogno. Purtroppo la scorsa stagione non è riuscita completamente a salvarsi dal virus del filler e c’è enorme paura che anche quest’anno possa arrivare il contagio.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • C’era aria di re-pilot
  • Floki scopritore di terre
  • Ivar
  • Headmund
  • Cambio tra vecchia generazione e nuova generazione di Vikings
  • Le sequenze action e dei saccheggi
  • Le sequenze oniriche
  • Puntata incredibilmente lenta
  • Altri venti episodi
  • Lagherta abbisogna della sua fine

 

Con questa doppia season premiere Hirst costruisce “The Departed (Part 1 & Part 2)” come un enorme re-pilot di 120 minuti per dare il commiato alla vecchia generazione di Vikings e dare il benvenuto a quella nuova, infondendo nuova e frizzante linfa vitale al serial. C’è un po’ di preoccupazione riguardo al fatto che il period drama di History Channel continui per altri venti episodi, e poi un’altra stagione da altrettanti venti episodi, poiché la vita del serial è dettata dai personaggi che lo popolano e – già da un po’ di tempo – si avverte il bisogno di salutare degnamente Vikings. Però Hirst dimostra di essere attaccato alla sua creatura come un koala è attaccato al ramo di un albero e di non volersene staccare finché non ha detto tutto quello che deve dire. Finora, gli argomenti si dimostrano convincenti.

 

The Reckoning 4×20 2.67 milioni – 0.7 rating
The Departed (Part 1) 5×01 2.17 milioni – 0.6 rating
The Departed (Part 2) 5×02 2.17 milioni – 0.6 rating

 

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