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Vikings 5×06 – The MessageTEMPO DI LETTURA 3 min

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Mancano quattro episodi al mid-season finale di Vikings e, com’è giusto che sia, il serial prepara la strada verso quel momento ingranando la marcia in questa 5×06.
La prima cosa che si può notare in “The Message” è sicuramente un maggior controllo e capacità di ponderazione delle varie storyline, cosa che nella passata stagione Michael Hirst – creatore e unico showrunner della serie – faticava fare. Non che non ci fosse buona volontà, è solo che la quarta stagione cadeva spesso preda di episodi mal gestiti e lungaggini inutili proprio per poca abitudine a gestire una stagione di 20 puntate. Dopo la doppia-premiere, le puntate successive hanno confermato l’abilità di Vikings nel sapersi destreggiare con il format da 20 episodi, riuscendo pure a recuperare parte della incisività delle stagioni precedenti e svilendo parte della decompressione narrativa maturata nella precedente stagione.
Il controllo maggiore della trama generale – maturato a seguito del sempre certosino studio di Hirst sulle sue creature – viene fuori proprio in un episodio come “The Message”, il cui ruolo è quello di essere la spinta che fa scendere il corpo sferico dal piano inclinato dalla discesa, dando vita a dell’energia generata dall’accelerazione gravitazionale. Molte trame che sembravano semplicemente un tentativo per dare spessore a personaggi di contorno, si rivelano fondamentali, cominciando in questa 5×06 a diventare parte di un disegno più grande; basti pensare al tentativo di Astrid di fare la doppiogiochista e avvertire Lagertha dell’arrivo di Ivar e come questo dia vita a due eventi: lo stupro della prima e la villainizzazione della seconda. Benché siano solo degli esempi, le sequenze citate mostrano in maniera cristallina come storyline che sembravano inserite solamente per giustificare i salari di certi attori, ora entrano a far parte di un disegno corale che sta acquistando una precisa e corposa direzione.
La delineazione di una trama orizzontale la si vede anche nel cambio di caratterizzazione di alcuni personaggi, come la sopracitata Lagertha e Heahmund. La prima non lo fa in maniera dichiarata e decantata, ma l’ordine di fine puntata dato ad Ubbe è un chiaro segno di turn-heel da parte della regina di Kattegat. Non che in Vikings ci sia mai stata questa netta spaccatura tra buoni e cattivi, ma è palese che il carattere dell’ex-moglie di Ragnar è cambiato per tutte le vicissitudini vissute ed è molto più simile a quello di un machiavellico despota pronto a tutto. Attualmente si sospende il giudizio su questa nuova interpretazione del personaggio, però è indubbio che la scelta lascia in parte compiaciuti e in parte perplessi; compiaciuti per quanto Lagertha funzioni in questa veste (e quanto Katheryn Winnick si diverta in questi panni), ma perplessi perché questa svolta narrativa puzza tanto di ultima spiaggia per salvarlo dal dimenticatoio.
Heahmund fa invece tornare nel passato lo spettatore. In questa nuova accattivante rivalità/relazione tra Ivar e Heahmund, il seriale riduce a due il triangolo Ragnar-Ahtelstan-Ecbert, in quanto le sue crisi religiose ricordano quelle di Athelstan, mentre la rivalità con il Senza Ossa quella tra Ragnar e Ecbert. Tutto ciò ricordano passaggi già visti in Vikings, qui volutamente riutilizzati e rivisitati per valorizzare e sottolineare il passaggio dei tempi, ma anche l’eterno ritorno della storia sotto le mentite spoglie di nuove chiavi di lettura. Proprio nel momento più alto per Ivar e quello più basso per Heahmund, si può anche vedere un affresco del passaggio generazionale. Certo il tutto deve essere estrapolato dal contesto e ricollocato in quello odierno, ma comunque la porzione di trama che vede i due contrapposti può essere visto come pezzo di eterna attualità per descrivere il cambiamento dei tempi e le sue dinamiche.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Ottimo controllo del formato 20 episodi
  • -4 al mid-season finale
  • Ivar/Heahmund
  • Anche la trametta più superficiale cominciare far pare di un disegno più grande
  • Turn-Heel di Lagertha
  • Astrid: la sia che ci provava (e non ci riusciva)
  • Tun-Heel di Lagertha

 

Vikings sforna una puntata molto equilibrata, dedita soprattutto alle conformazione di una trama orizzontale che unisca tutte le maggiori storyline in attivo. La pallina dal piano inclinato ha ricevuto la sua spinta: ora non ci resta che osservare la sua discesa.

 

The Prisoner 5×05 ND milioni – ND rating
The Message 5×06 ND milioni – ND rating

 

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