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Yellowstone 3×09 – Meaner Than EvilTEMPO DI LETTURA 4 min

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Su questo sito, Yellowstone ha generalmente goduto di valutazioni superiori alla sufficienza, anche se raramente sono stati assegnati dei Bless. Anche in episodi non particolarmente ispirati, infatti, lo show di Taylor Sheridan ha sempre potuto contare sulle ambientazioni suggestive della prateria americana e sull’interesse intrinseco generato dal concept alla base della serie. La scorsa puntata, tuttavia, ha ricevuto uno Slap, causato soprattutto dall’impossibilità di gestire efficacemente un numero così elevato di sottotrame alcune delle quali, per di più, non si sono rilevate di grande interesse. Purtroppo, anche il penultimo appuntamento della terza stagione si è assestato su un livello insufficiente. Questa volta, però, la colpa non è tanto da ricercare nella troppe storyline, quanto allo sbilanciamento dei loro rispettivi minutaggi.

LA BARACCA ORMAI LA FA DA PADRONE


Come prevedibile, questo episodio è iniziato esattamente dove era finito il precedente, vale a dire con l’aggressione ad opera di Wade e Clint Morrow contro Teeter e Colby. Per questo motivo, era naturale attendersi una certa rilevanza di questa storyline all’interno della puntata. Tuttavia, il minutaggio dedicatole è da ritenersi eccessivo. Per di più, questa situazione riflette un trend più ampio, il quale vede un aumento dello spazio dedicato ai ragazzi e alle ragazze della baracca. Questa scelta, di conseguenza, contribuisce a rallentare ulteriormente lo sviluppo delle trame principali, il quale per di più non è mai stato noto per la sua andatura sostenuta.
Inoltre, le vicende della baracca non sono mai riuscite a entrare pienamente nel vivo. Come fatto notare in una serie di occasioni, le loro storie sono sempre sembrate poco più di un riempitivo, peraltro utile per far immergere lo spettatore ancora di più nell’ambientazione del ranch del Montana. Questo ruolo – senz’altro utile – però non giustifica il minutaggio dedicato a questi personaggi nel penultimo episodio stagionale. Allo stesso modo, anche il ritorno di Walker rischia soltanto di creare l’ennesima sottotrama, finendo per reiterare la critica articolata nella scorsa recensione. Volendo trovare un elemento positivo, sicuramente bisogna concentrarsi sulla vicenda del marchio. Chi lavora nel ranch e viene marchiato, sostanzialmente, diventa di proprietà di John Dutton. La rimozione forzata del marchio di Wade mostra il legame identitario e di appartenenza che è alla base dello show, e lo porta fino alle sue estreme conseguenze.

LE VICENDE PRINCIPALI


Come troppo spesso è accaduto in questa stagione, gli avanzamenti significativi della trama orizzontale sono piuttosto limitati. In particolare, è necessario menzionare il licenziamento di Beth, che complica ulteriormente i tentativi – oramai disperati – di salvare lo Yellowstone. Per di più, questo avanzamento porta con sé, apparentemente, un difetto in termini di realismo della narrazione. Non si capisce, infatti, come mai il board direttivo di Schwartz & Meyer non l’abbia fermata- visto che agisce essenzialmente nell’interesse della sua famiglia, non della compagnia – prima dell’acquisizione da parte di Market Equities. In virtù del discorso di Beth a Willa Hays, è lecito immaginare che abbia ancora un asso nella manica da giocare. Tuttavia, l’intera vicenda non è sembrata del tutto verosimile; infatti, anche qualora Beth avesse in mente il piano più ingegnoso degli ultimi anni (e, in questo caso, andrà valutato il realismo), non si capisce per quale motivo la dirigenza di Schwartz & Meyer abbia deciso di correre un tale rischio.
Con Kayce sempre più deciso ad assumere il controllo del ranch, e John oramai sostanzialmente in pensione, Jamie ha continuato il tentativo di ricomporre definitivamente la sua identità. Il primo incontro con il padre è stato traumatico, come prevedibile. La speranza è che questa vicenda contribuisca all’evoluzione di un personaggio che è sembrato – un po’ come il fratello Kayce – molto bloccato e incompiuto, nel corso di queste tre stagioni.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La morte di Wade Morrow e il simbolismo del marchio
  • L’incontro di Jamie con il padre potrebbe far evolvere il personaggio
  • Kayce sempre più erede di John 
  • Per l’ennesima volta, assenza di sviluppi significativi
  • Josh Holloway relegato a mera comparsa, con apparizioni di pochi secondi 
  • A un episodio dalla fine della stagione, molte storyline necessitano ancora di essere sviluppate
  • Il poco realismo della strategia del board di Schwartz & Meyer 
  • Troppo tempo ai personaggi della baracca 
  • L’incontro di Jamie con il padre potrebbe essere l’ennesima occasione persa
  • Il ritorno di Walker
A una sola puntata dalla fine della terza stagione, Yellowstone regala un altro episodio insufficiente. Pur potendo contare su buoni ascolti e su un rinnovo già ottenuto, Taylor Sheridan dovrebbe osare di più. Per la seconda settimana di fila, Recenserie invia uno schiaffo nel Montana.

 

I Killed A Man Today 3×08 3.83 milioni – 0.7 rating
Meaner Than Evil 3×09 3.99 milioni – 0.7 rating

 

 

 

 

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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.

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